Sapere che l’attenzione del lettore sarà tutta per le battute del vostro dialogo, non deve fuorviarvi: non commettete l’errore di trascurare la parti descrittive, la narrazione.
Non trascurate ciò che avviene tra una battuta e l'altra, nel mentre.
Questo non significa che un dialogo debba essere continuamente infarcito di frasi incidentali, di descrizioni e di considerazioni del narratore. Semmai, sarebbe il caso di asservire le parti indirette a quelle dirette, visto che si tratta di un dialogo.
Ciò non toglie, però, che potete arricchire il dialogo o esaltarne alcune sue parti proprio curandone gli aspetti di contorno. Detto questo, è bene che le battute dei personaggi siano il più possibile indipendenti dal resto ed esiste un modo molto semplice per accertarsene; ma affronterò questo aspetto nel prossimo capitolo.
Dicevo, arricchire ed esaltare il dialogo.
Pensate ai vostri personaggi: hanno una loro gestualità ed espressività, cose che spesso un semplice verbo come “disse” non può esprimere.
Il fatto che uno dei vostri personaggi usi gesticolare con insistenza, quando si infervora, potrà essere portato all’attenzione del lettore soltanto con delle brevi descrizioni; brevi, certo, ma sufficienti a creare un’immagine indelebile nel lettore.
L’espressività, invece, non sempre dev’essere evidenziata. Che un vostro personaggio sia disgustato da qualcosa, lo si può capire da quanto dice direttamente, anzi, si deve capire da quanto dice. La conseguenza è che, se sarete stati abbastanza abili, la parte indiretta non servirà o arricchirà l’ovvio disgusto del personaggio, con qualche particolare che non si può immaginare se non descritto.
Come al solito, i miei esempi sono piuttosto limitati, perché le situazioni che vi troverete ad affrontare scrivendo la vostra storia saranno innumerevoli e non esistono regole ferree.
Semplicemente, tenete ben presente che potete arricchire il dialogo grazie alle parti indirette, ma che dovete farlo in modo equilibrato e acuto.
E per esaltarlo, cosa intendo?
La quantità di frasi descrittive e/o narrative tra le battute del dialogo influenza il ritmo. Va da sé, quindi, che se vorrete dare al dialogo una cadenza che aiuti il lettore a riflettere, intercalerete le frasi dei personaggi sottolineando una reazione di un personaggio, un suo pensiero, un suo stato d’animo che lo rende restio a ribattere di rimando, eccetera eccetera.
Viceversa, quando vorrete un dialogo serrato, potrete addirittura eliminare tutte le parti indirette, utilizzando soltanto le battute dei personaggi (a patto che sia chiaro chi dice cosa).
In questo modo potrete esaltare le peculiarità del dialogo.
Aspetti da non sottovalutare durante la stesura di un dialogo, e che personalmente considero molto importanti, sono l’ambientazione e l’atmosfera.
Questa è una cosa molto soggettiva, ma a mio avviso se il luogo in cui si svolge il vostro dialogo viene a mancare completamente, a me sembra che al dialogo stesso manchi qualcosa. Non è sempre così, ma niente più di un dialogo può esaltare a sua volta un’ambientazione.
Ponete che i vostri personaggi stiano parlando seduti attorno a un fuoco, all’interno di una foresta, mentre il vento fa stormire le fronde e un temporale si avvicina. Descrivere questa situazione prima di cominciare il dialogo è importante, se non d’obbligo, ma mentre le domande, le risposte e i commenti si susseguono, spesso si commette l’errore di accantonare il luogo, rendendo quasi inutile la sua precedente descrizione.
Trovo sia invece molto efficace riportare all’attenzione del lettore questo o quel particolare (uno scoppiettio del fuoco più forte degli altri, una folata di vento particolarmente intensa, un verso di qualche animale notturno nella foresta…), ridando vigore all’immagine di ciò che circonda i personaggi. Basterà poco, perché sarete forti della descrizione iniziale, così non interromperete il flusso delle battute dirette e genererete un contorno evocativo.
All’ambientazione, inoltre, è legata l’atmosfera. Nel caso di un campo improvvisato nel mezzo di una foresta, il fuoco e l’oscurità all’esterno basteranno come elementi scenici per comunicare al lettore centinaia di sensazioni diverse. Se sarete abili, sfrutterete l’ambientazione per far provare al lettore qualcosa di molto simile a ciò che voi provate.
Il succo è ancora una volta semplice: voi avete naturalmente tutta una serie di particolari dentro di voi, che vi fanno vivere la scena profondamente, ma il lettore non li ha, perché voi gli state mostrando una vostra visione. Rumori, odori, colori, luci, movimenti, atteggiamenti, espressioni… sono tutte cose che devono essere considerate parte di un dialogo e che, se abilmente dosate, lo completeranno.
Nel prossimo capitolo affronterò la revisione dei dialoghi e costruirò il ponte che ci porterà direttamente all’ultima parte di “Un nuovo mondo”, che per l’appunto si occupa della revisione.
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