Versione italiana | English Version
Robert Jordan, l’autore della Ruota del Tempo, uno dei più famosi cicli fantasy degli ultimi anni, ha incontrato i suoi fan a Pavia in un evento organizzato dalla libreria Il Delfino e in collaborazione con il Comune.
La serata è stata un successo di pubblico e l’occasione per incontrare un autore noto per la qualità della sua scrittura, che ha saputo creare un universo fantasy complesso e articolato.
In seguito a questa occasione e grazie alla disponibilità di Fanucci Editore e della Delfino, Fantasy Magazine ha avuto modo di incontrare Robert Jordan in un’intervista che si è risolta in una chiacchierata piacevole e intrigante. Abbiamo scoperto una persona colta, estremamente cortese e ricca di interessi: dalle tradizioni bibliche alla fisica, dalla storia antica e recente alla letteratura inglese, solo per citarne alcuni, le letture di Jordan ritornano nei suoi libri contribuendo a dare la qualità e la complessità di riferimenti che gli appassionati conoscono.
Lei ha una laurea in fisica e in seguito ha lavorato come ingegnere per la Marina Americana: perché ha poi deciso di diventare uno scrittore?
Non mi sembra un salto tanto sorprendente, forse perché desideravo scrivere da sempre. All’epoca in cui facevo l’ingegnere sono rimasto seriamente ferito e durante la mia lunga convalescenza ho avuto modo di leggere molto e di stancarmi di ciò che leggevo: è stato allora che mi sono detto che avevo aspettato abbastanza, che se volevo veramente scrivere era il momento di farlo o di smettere di pensarci. Così ho scritto.
A dir la verità il mio primo libro fu rifiutato ma ho continuato a provare e ho finito col scrivere un romanzo storico ambientato durante la Rivoluzione Americana; è stato grazie a questo che ho conosciuto Harriet (sua moglie), perché all’epoca lei aveva una propria casa editrice.
Di che parlava quel romanzo storico?
Era intitolato The Fallen Blood e come ho detto era ambientato durante la Rivoluzione Americana nello stato della Carolina del Sud. In merito alle colonie è stato detto che un quarto della popolazione supportava la rivoluzione, un quarto vi si opponeva e il resto sperava semplicemente che sarebbe sparita, ma in Georgia e nella Carolina del Sud e del Nord i sostenitori dei due fronti combatterono una vera e propria guerra civile.
Perché si è dedicato proprio al genere fantasy?
Lei conosce il gatto di Schroedinger?
Prima no, ma mi sono informata quando ho scoperto che l’aveva menzionato in un’altra intervista.
(Sorride) Vedo che ha fatto i compiti. Il gatto di Schroedinger è una teoria della fisica quantistica. Afferma che se un gatto fosse chiuso in una stanza di metallo riempita di radiazioni potremmo sapere se l’animale è vivo o morto solo aprendo la porta quindi, fino ad allora, a causa della sovrapposizione di tutti gli stati possibili presenti simultaneamente, per noi il gatto sarebbe contemporaneamente sia vivo che morto.
In un certo senso il gatto di Schroedinger è davvero un test: se la tua mente riesce a capire e accettare questa teoria allora sei pronto per la fisica quantistica. Personalmente credo che se capisci il gatto di Schroedinger tu sia anche pronto per scrivere fantasy.
Un lettore curioso non può non notare che per i “Reietti” lei ha usato i nomi di angeli caduti e demoni della tradizione Giudaico-Cristiana. In tutto il ciclo de La Ruota del Tempo ricorrono temi tratti da religioni e mitologie proprie delle più diverse parti del mondo…
Oh, sì. Ho usato le leggende del ciclo Arturiano, mitologia cinese e giapponese, quella indiana e tradizioni dell’America Latina e dell’Africa. Ho usato anche alcuni miti europei, ma non molto di celtico perché è già stato sfruttato davvero tanto.
Vuol dire che ha letto su ognuno di questi argomenti?
Io leggo di tutto. Il mio campo di interesse è tanto ampio quanto poco profondo. Mi piace leggere in merito alle cose più diverse.
Nella sua opera ritiene di essere stato influenzato da altri autori?
Riconosco un’influenza nello stile che uso, non nelle storie che racconto. Sei autori in particolare hanno contribuito a formare il modo in cui scrivo: Jane Austen, Mark Twain, Charles Dickens, Louis L’Amour, Robert Heinlein e John D. McDonald.
So che sono un gruppo piuttosto eterogeneo…
Beh, la dice lunga sulla varietà dei suoi interessi.
(Ride) Jane Austen mi ha mostrato come articolare i rapporti tra i personaggi e quelle che potremmo definire “relazioni sociali”. Mark Twain ha fatto qualcosa di assolutamente innovativo per i suoi tempi: fece parlare i suoi personaggi come la gente parla davvero. Fu il primo a utilizzare il linguaggio quotidiano di tutti i giorni ed è stato lui a insegnarmi come usare la lingua nel modo in cui volevo. Penso che fu qualcosa di rivoluzionario.
Dickens ha fatto qualcosa di simile, ma in un momento successivo. L’Amour, John D. McDonald e Heinlein mi hanno tutti dato qualcosa in merito al linguaggio, principalmente da loro ho preso una certa libertà nell’uso delle parole.
Non vorrei intromettermi in un aspetto privato della sua vita, ma so che lei ha servito due volte in Vietnam. Quell’esperienza ha influenzato il suo lavoro in alcun modo?
No, non si è riflettuta sul mio lavoro. Nella mia famiglia era tradizione andare sotto le armi, tanto per carriera quanto per un incarico temporaneo. Io scelsi l’esercito, e visto che c’era una guerra in corso ci andai. Semplice.
Quanti libri scriverà in totale per la serie della Ruota del Tempo?
Spero di fare solo altri due libri per il ciclo principale e successivamente altri due prequel oltre a quello appena pubblicato, New Spring. Ho detto che lo spero perché quando ho iniziato La Ruota del Tempo credevo che avrei concluso entro cinque romanzi, ma poi la serie è cresciuta da solo.
Quindi quando ha iniziato La Ruota del Tempo sapeva già come si sarebbe sviluppato?
Sapevo come si sarebbe sviluppato e so come concluderò. Conosco l’ultima scena dell’ultimo libro da circa vent’anni.
So che al momento lei sta lavorando sull’undicesimo libro del ciclo, Knife of Dreams.
Sì, ma non speri che le dica nulla di più in merito.
Mi dica qualcosa sul prequel, allora, New Spring. So che è tratto da un racconto omonimo che aveva già pubblicato nel 1998.
Sì, ma non è semplicemente un’espansione di quel racconto. Avrei voluto fare di New Spring un romanzo fin dall’inizio ma compresi che non potevo spedire a Robert Silverberg un testo lungo 120.000 parole da mettere nella sua antologia! Così ho tagliato qua e là e ce l’ho fatto stare, ma il romanzo continuava ad aspettare di essere scritto. Era una cosa a cui tenevo perché molto di quello che volevo scrivere si sarebbe inserito perfettamente nel ciclo principale. Infatti, anche se New Spring ha solo due plot principali - mentre i miei libri di solito ne hanno quattro o cinque - include cose che il lettore non troverà mai altrove, come il test per essere Aes Sedai.
Vedi qualcuno sottoporsi al test e scopri come è fatto, cosa che non ho intenzione di mostrare in nessun altro libro.
Inoltre in New Spring ci sono indicazioni non solo sulla ragione per cui certe persone si odiano nel ciclo principale, ma sul perché altre persone muoiono in esso. Visto che sono già qui non metterò queste indicazioni da nessun altra parte.
Questa è la ragione per cui ha deciso di pubblicare il prequel prima della fine della serie?
Beh, ho pubblicato New Spring prima perché me l’ha chiesto il mio editore, ma in retrospettiva è stato probabilmente un errore, non avrei dovuto. Non capiterà più, comunque, lavorerò sugli altri due prequel solo dopo aver finito il ciclo principale.
Cosa farà poi? Ha già in mente un altro ciclo fantasy?
Sì, una serie molto più breve, posta in un altro universo; un mondo nuovo con differenti regole e culture, nulla che ricordi La Ruota del Tempo in alcun modo.
So che la Red Eagle Entertainmet è interessata al suo lavoro e ha acquistato i diritti di produzione dell'Occhio del Mondo, il primo romanzo del ciclo.
La Red Eagle Entertainment ha firmato un’opzione per la creazione di un film basato su L’Occhio del Mondo, sì. Spero che succeda davvero, ma lo vedremo.
Lei sarà coinvolto nella produzione?
Fino a un certo punto. Ho firmato un contratto come consulente di produzione, ma resta da vedere quanto gli autori dei film consultino gli autori dei libri…
E’ preoccupato di quello che potrebbe succedere al suo lavoro?
Ti preoccupi sempre perché una volta che mettono le mani sul libro possono farci praticamente tutto quello che vogliono. Per quel che ne so potrebbero riproporre Sorority Babes in the Slimeball Bowl-a-rama con il titolo del mio romanzo.
Lei prima ha detto che se riesci a capire il gatto di Schroedinger probabilmente sei pronto per scrivere fantasy. Questo potrebbe portarci a dire che una mente creativa non si risolve semplicemente in un’unica area di interessi?
Sì, penso che se sei veramente creativo lo puoi essere in campi diversi. Non in tutti nello stesso modo, ovviamente, ma una persona davvero creativa non è vincolata ad un’unica area.
Versione italiana | English Version
You have a degree in physics and you were employed by the Navy as a nuclear engineer: why did you decide to become a writer?
It doesn’t seem to me such a big step, maybe because I’ve always wanted to write. When I was an engineer I got seriously injured, I had a very long convalescence in which I read a lot and I got bored with what I was reading. It was then that I said to myself that I had been waiting long enough, and if I wanted to write it was time to do it or shut up. So I did it.
Actually my first work was refused but I went on trying to write and I ended up writing an historical novel set during the American Revolution. I met Harriet (his wife) trough this book because she had her own publishing imprint then.
What was that book about?
It was called The Fallon Blood, and as I said it was set during the American Revolution in the state of South Carolina. It's been said of the colonies as a whole, a quarter of the people supported the revolution, a quarter of the people opposed it and the rest wished it would go away but in the Carolinas and Georgia there was quite a bloody civil war fought between partisans for the two sides.
But why did you decide on fantasy literature?
Are you familiar with Schroedinger’s cat?
I was not, but I checked when I found out that you mentioned it in another interwiew
(Smiles) You did your homework. It’s quantum physics. It’s a theory that says that if a cat were put into a steel closed chamber filled with radiation you can’t know if the feline is dead or alive until you open the door. Until you do, because of the superposition of possible outcomes that exits simultaneously, the cat would be dead and alive at the same time.
Schroedinger's Cat is really a test in a way. If you can wrap your mind around Schroedinger's Cat and accept that, then you are ready to take on quantum physics. I also think, if you can wrap your mind around Schroedinger's cat and accept that, than you are ready to write fantasy.
A curios reader cant’t help but notice that the Forsaken are named after fallen angels and demons from the Judeo-Christian tradition. All the Wheel of Time series is full of themes and motifs from religions and myths from different parts of the world…
Oh, yes. I used Arthurian legends, Chinese and Japanese mythology, Indian mythology, traditions from Latin America and Africa. Some myths from Europe, but not much of Celtic because it’s been done so much.
This means you’ve read about all of these subjects?
I read about everything. My knowledge is this wide and much less deep. I truly like to read about a lot of things.
Do you think that your writing has been influenced by other authors?
I do in my writing style, not in the stories I tell. I believe six writers to have influenced the way I write: Jane Austen, Mark Twain, Charles Dickens, Louis L'Amour, Robert Heinlein and John D. McDonald. I know it’s a very wide range group of writer….
Well, it certainly tells a lot of the wide range of your readings.
(Laughs) Jane Austen gave me an insight in the relationship between characters and in what we might call “social relationship”.
Mark Twain did something that was unheard of, in his time: he had people speak the way people really spoke. I think it was revolutionary. Twain was the first to use the common language of the day, he taught me to use language the way I wanted. Dickens did some of the same, but later.
L'Amour, John D. McDonald and Heinlein all gave me something about the use of language, mainly a certain freedom in using words, a lack of rigidity.
I don’t mean to intrude on something that may be a personal matter to you, but I know that you served two tours of duty in Vietnam. Did that experience affect in any way your work?
No, it didn’t have an effect on my work. In my family going into the military was a tradition, sometime as a career, sometime just for one tour of duty . I choose the Army and because there was a war going on, I went where the war was. Simple.
How many more books will you write for the Wheel of Time series?
I hope that there will be only two more books in the main sequence and then two prequels, the first prequel, New Spring, is already published. I said “I hope” because when I started out I thought it was only going to be five books, then it grew on it’s own.
So when you began The Wheel of Time you knew where you where heading?
I know exactly where I'm heading. I've known the last scene in the last book for about 20 years.
I know that you are working on the eleventh book of the Wheel of Time series, Knife of Dreams.
Yes, but there’s no way I’ll tell you anything else about it.
Tell me something about the prequel, then, New Spring. I know it was originally a short novel you published in 1998.
Yes, but it’s not an expansion. The novel New Spring is what I wanted to write in the first place, but I realized that Robert Silverberg would get very angry if I’d sent him a 120.000 words to put in his anthology! So I did a lot of cutting and I made it fits into the anthology, but I still had that novel waiting to be written and I wanted to write it because there was a lot to be said that really fits into the rest of the series.
Even if the prequel has only two storylines while my normal books have four or five storylines there are things that you will not see anywhere else, such as the test for Aes Sedai. You actually see someone take the test for Aes Sedai and you learn how that is done: I have no intention to ever showing it anywhere else.
Also there are clues in New Spring not only as to why certain people hate each other in the main sequence books, but why certain people die in the main sequence books, and I’m not going to put the evidence anywhere else because I’ve already given it here.
That’s why you decided to publish the prequel before the end of the series?
Well, I decided to published New Spring before going on because my publisher asked me to do it, but in retrospect that was probably a mistake. I shouldn’t have. It won’t happen again, though, I’ll work on the next two prequels only after I’ve finished the main sequence books.
And then what will you do? Do you already have another series planned?
Yes, a much more compacted sequence of books. Set in a different universe, different world, different rules and different cultures. Nothing that will be reminiscent of The Eye of the World or The Wheel of Time at all.
I’ve read that Red Eagle Entertainment LLC is interested in your work and has acquired the exclusive production rights to the first book of the The Wheel of Time series, The Eye of the World.
Red Eagle Entertainment has signed an option to create a feature film based on the Eye of the World. I hope that this will happen, but we’ll see.
Will you be involved in the production?
To some extent. The contract I signed asked me to be a consultant but how much movie makers consult writers….well.
Are you worried about what can become of your work?
Well, you always worry because once they get their hands on the book they can do almost anything they want with it. For all I know they could re-release Sorority Babes in the Slimeball Bowl-a-rama under the title of this book.
You said before that if you can wrap up your mind about Schroedinger’s cat then you can probably write fantasy. Could this lead us to say that a creative mind doesn’t resolve itself in only one area of expertise?
I think that if you’re truly creative you can be so in different areas, yes. Not in all them equally, of course, but a truly creative person isn’t bound to a single area, yes.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID