- Appunti sull'ambientazione: uniformità
- Riduzione a uno (Storia di ambientazione o storia di personaggi?)
- Eroi e antieroi: Il Nemico non sempre è quello che appare
- Etica universale: Quel che è giusto è giusto in assoluto
Nel panorama della letteratura Fantasy odierna David Gemmell ha un'indubbia portata innovativa.
La sua Saga dei Drenai ha rapidamente conquistato critica e pubblico, così come i suoi libri singoli e la serie delle Sipstrassi.
L'elemento centrale della rivoluzione gemmelliana è, a parer di chi scrive, il ritorno del genere Fantasy alla dimensione umana.
Mentre molti autori si rifanno implicitamente o esplicitamente ai canoni non scritti del genere, inserendosi nella corrente post-Tolkieniana, Gemmell invece si ispira alla fantasy "eroica", che dopo Howard, Leiber e Moorcock non era riuscita a trovare validi esponenti in grado di far uscire il sottogenere dai suoi stretti confini.
Sarebbe erroneo credere che le opere di Gemmell siano una mera riproposizione dell'Heroic Fantasy più canonico: la quantità e la valenza innovatrice nelle sue opere ci fa propendere a considerare la sua produzione come una manifestazione di un nuovo genere, per quanto
personale e non scevro da difetti.
Sarebbe parimenti sbagliato ridurre al "ritorno all'umano" la vastità dei temi e delle idee espresse dall'autore.
Ecco una breve analisi delle varie tematiche proposte, a volte esplicitamente, a volte meno, nei suoi numerosi scritti.
Appunti sull'ambientazione: uniformità
Per inquadrare le intenzioni dell'autore è necessaria una breve disamina dell'ambientazione in cui egli muove i suoi personaggi e le sue storie.
La domanda che il lettore si pone iniziando a leggere le opere di Gemmell è: "Dove sono finiti gli elfi, i nani, gli gnomi e tutte le altre creature che sono proprie dell'immaginario fantasy?"
Semplice. Non ci sono.
L' autore ha ritenuto necessario semplificare in questo modo il suo "Mondo", in ossequio al suo essere immediato. Se elfi, nani, orchi e hobbit non sono altro che l'espressione più consona, nel Fantasy, delle sfumature, ancorché estremizzate, della psicologia umana, Gemmell ha riportato questa complessità al punto di vista originario: quello dell' uomo.
Questa inquadratura, se da un lato si allontana dagli schemi della Fantasy, dall'altro si avvicina alla percezione del lettore ed esprime con maggior forza il "messaggio" che vuole essere trasmesso:
un'espressione del Reale nell'Irreale.
Riduzione a uno (Storia di ambientazione o storia di personaggi?)
Tutti i libri di Gemmell, siano essi collegati ai Drenai, alle Sipstrassi o unici, sono ambientati -a ben vedere- nello stesso mondo.
Citazioni e riferimenti sono disseminati qua e là: alcuni di facile identificazione (Le Pietre del Potere, Iskander\Alexander araldo del Male), altri meno (Aristotele, gli antichi dei dell'uomo usufruitori delle Sipstrassi).
Inoltre sembra esistere più di una somiglianza con il mondo che conosciamo. La contrapposizione Drenai-Nadir come rilettura della caduta dell'Impero Romano a opera dei barbari; l'ambientazione
irlandese\celtica della saga dei "Rigante", addirittura a volte la realtà è ripresa con una fedeltà quasi maniacale, pur nei limiti delle esigenze di sceneggiatura e del genere: questo nella Spada della Highland" e nel ciclo di "Parmenion". Ma ci sono molti altri punti di contatto meno manifesti.
Verrebbe quindi facile etichettare lo scrittore come storico, più che narratore: in realtà i riferimenti storici, ove presenti, sono accessori alla costruzione narrativa -servono come aggancio eventuale e come ulteriore fonte di immedesimazione a beneficio esclusivo del lettore.
Un substrato così vicino alla realtà conosciuta, pur modesto per costruzione e approfondimento, ha l'umile ma utile scopo di fornire uno sfondo sul quale far muovere gli attori, esaltandone il ruolo.
Siamo ben lontani dai livelli di invadenza di certi 'background' che, in rapporto con gli altri elementi necessari alla costruzione di un romanzo Fantasy, finiscono col prendere il posto dei personaggi, soffocandoli.
Eroi e antieroi: Il Nemico non sempre è quello che appare
La qualità più vistosa che accomuna la vasta produzione gemmelliana è la caratterizzazione dei protagonisti. Se, prima di lui, l'eroe era sempre connotato da una forte positività di fondo, qui siamo di fronte a un capovolgimento di canoni. Allo stesso modo, Gemmell abbandona da subito l'accostamento eroe-nobile.
Per utilizzare un'abusata metafora: se in una certa fantasy i protagonisti sono solari, candidi, "bianchi", nel caso di Gemmell siamo di fronte a psicologie "grigie", a volte accostabili al "nero" più saturo.
Le numerose contraddizioni, i dubbi e le incertezze d'altro canto li rendono i personaggi molto "umani" e identificabili. Spesso queste contraddizioni sfociano in un anomalo contrasto con i paradigmi dell'eroe classico". Waylander, Druss, Regnak, John Shannow: sono tutti personaggi "negativi", o Antieroi. Spesso le motivazioni che li animano sono meno che nobili o addirittura inique.
Ancor più spesso le loro azioni rivelano una morale flessibile e dubbia, in opposizione all'abusato e prevedibile codice cavalleresco.
Ciò non significa che, a ben vedere, non abbiano una loro morale - anche se molto personale.
Il cinismo e la disillusione con cui i personaggi vengono presentati sembra, più che un giudizio di merito sulle loro azioni, uno scorcio crudo della loro imperfetta natura umana.
Spesso però la prima impressione si rivela erronea, e un singolo atto può redimere nettamente un personaggio inizialmente malvagio.
Nessuno è al di là della redenzione, e anche il codardo è capace del più alto gesto di Coraggio. (I 'Trentà della saga dei Drenai fanno di questo assunto un caposaldo della loro filosofia)
Etica universale: Quel che è giusto è giusto in assoluto
I protagonisti spesso pensano e agiscono seguendo un'etica ben precisa.
La morale gemmeliana è primordiale, istintiva e naturale.
Precede ogni codificazione, ogni mediazione, ogni adattamento. Per questo è una morale soprattutto personale e spesso "socialmente non condivisibile".
Non c'è un diverso codice comportamentale per ogni personaggio, tutti seguono le stesse idee: radicali, se vogliamo, ma non meno apprezzabili.
L' elemento di rottura e contrasto è rappresentato dagli esponenti della vita politica, fortemente denigrati in quanto non in comunione con la realtà quotidiana. Incoerenza, scarsa sincerità, corruzione degli ideali: questo è il "male" per l'autore.
2 commenti
Aggiungi un commentoUna domanda, più che un commento. E' da dopo aver letto il Principe Nero che ricordo perfettamente di aver visto da ragazzino un cartone sulla Rai penso chiaramento ispirato a questo libro. C'era l'Iskander, i centauri, il minotauro e più di tutti ricordo Elmo il guerriero senza memoria. Il problema però è che non riesco a trovare niente del genere in rete, qualcuno ricorda di averlo visto? ... e se si, qual'è il titolo con cui andò in onda in Italia?
HO ripreso in mano da pochi giorni IL LUPO BIANCO. Uno splendido romanzo, un mondo affascinante, con alcuni spunti sul nostro modo di essere in questo mondo. Scopro ora che un'altra voce autorevole di quello che viene da sempre indicato come, narrativa per ragazzi, si è spenta. I suoi romanzi però rimangono con noi. Grazie a David Gemmell
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