Tra gli autori contemporanei che hanno dato, nella loro produzione, uno spazio dominante al tema del sogno Neil Gaiman rappresenta forse il maggior esponente. Non a caso la sua opera più conosciuta, il fumetto Sandman, ha per protagonista il Signore dei Sogni e le sue diverse manifestazioni.
Ciò che rende Sandman un'opera così appetibile da un pubblico eterogeneo non è soltanto la bravura dello sceneggiatore nel porre in essere la sua storia con perizia, ma sono indubbiamente le tematiche trattate che hanno una rilevanza maggiore che in altri autori di fumetti.
Innanzi tutto, i temi di cui Gaiman scrive si fondono a perfezione con la tecnica narrativa: l'autore ha una padronanza non comune dei metodi di narrazione ma sà anche scegliere con cura il substrato in cui far muovere i suoi attori.
La narrazione non rimane così una comunicazione unilaterale, ma, avendo come nucleo elementi così personali, lascia ampio spazio alla libera interpretazione del lettore, ciascuno infatti può interpretare la vicenda diversamente da qualcun altro riempiendo gli ampi spazi bianchi ispirandosi alle proprie esperienze personali. Notevole è anche il fatto che ciò non sia di ostacolo alla fruibilità dell’opera, il lettore saltuario o svogliato può reputarsi soddisfatto anche del livello interpretativo più immediato, senza per forza scavare alla ricerca del messaggio più profondo. In pratica il lettore si può accostare, di volta in volta, a una piacevole storia, un mini trattato filosofico o una denuncia sociale.
Ovviamente tale fruibilità su molteplici livelli non sarebbe possibile senza una narrazione adeguata alla complessità/semplicità della storia che nello stesso tempo è richiede una dose di impegno e partecipazione da parte del lettore. Non siamo quindi di fronte a scrittura d'evasione, anche se, a una lettura superficiale, come primo livello interpretativo la serie di Sandman può rientrare in tale definizione.
Se dovessi descrivere la scrittura di Gaiman la definirei, quindi, "universale".
In letteratura, molti autori si sono soffermati sul tema del sogno.
“Noi siamo della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni”dice Prospero ne La tempesta di Shakesperare.
Così Lord Dunsany, ne Il paese dello Yann, descrive i paesaggi nei quali indugiano i poeti in cerca di ispirazioni: “…Io vado a cercare per strani mezzi la via del ritorno ai campi brumosi che conoscono tutti i poeti, dove si alzano casupole misteriose, dalle cui finestre, guardando a occidente, potete vedere i campi degli uomini, e guardando a oriente sfolgoranti montagne di fantasmi, incappucciate di neve, che marciano di catena in catena inoltrandosi nella regione del mito, e oltre, nel regno della fantasia, che appartiene alle Terre del Sogno”.
E anche Lovecraft, grande ammiratore di Dunsany a cui si è ispirato per alcuni racconti, così si esprime parlando dei sogni: “Ho spesso pensato se la maggioranza delle persone si ferma qualche volta e riflettere circa il significato titanico che hanno i sogni”.
Gaiman ha dato al sogno una vera e propria incarnazione. L’eroe della serie, non è tanto un dio del sogno ma piuttosto la personificazione dello stesso concetto del sogno. Sogno ci appare come un giovane uomo pallido, dai capelli e gli occhi neri: “Il Re dei Sogni aveva la pelle bianca come la luna d’inverno e capelli neri come le ali di un corvo, e i suoi occhi erano pozze di notte nei quali brillavano e bruciavano stelle distanti. I suoi abiti erano del colore della notte, e fiamme e visi apparivano e scomparivano lungo i bordi. Iniziò a parlare, una voce gentile, tuttavia forte come seta”. Così viene descritto in I Cacciatori di Sogni, un numero speciale della serie. Tuttavia quando Sogno si libera del suo manto appare spesso in pantaloni e maglietta e allora il tenebroso Signore dei Sogni appare più simile a un giovane uomo triste e malinconico.
La quantità di fonti rielaborate e attualizzate è impressionante e la mitologia greca è forse la fonte da cui Gaiman trae maggiore ispirazione.
Apparizioni più brevi, ma non meno incisive, riguardano Bastet, divinità egizia dalle sembianze di una gatta, gli Dei del nord Odino, Thor e Loki, il califfo Harun-al-Rashid, Eva e i suoi figli Caino e Abele. Non manca un accenno ai miti moderni: dalla bambola Barbie, icona del consumismo, a John Constantine, l’eroe di Hellblazer. Né fa eccezione la letteratura: da Shakespeare a Le Mille e Una Notte, da Marco Polo a Il Paradiso Perduto di Milton.
Gaiman riesce a tenere sospesa l'incredulità con uno stratagemma semplicissimo: non spiega nulla, ma lascia tutto alla fantasia del lettore, che da solo cercherà e troverà la spiegazione che più si addice all'interno della propria personale sfera di credenze e sensibilità, grazie a questa particolarità Sandman è forse il fumetto più soggettivo che sia mai stato scritto.
Ovviamente lo stile dell’autore non cambia quando si tratta di altre opere, anche non fumettistiche, ed è facile riconoscere analogie e somiglianze tra i romanzi di Gaiman e alcuni episodi del fumetto. Tuttavia queste non sono che blande autocitazioni che non pregiudicano il piacere della lettura, da catalogare come marchio di fabbrica dell’autore più che come mancanza di idee.
Come scrive lo stesso autore in una delle introduzioni ai volumi, c'è solo una cosa che bisogna sapere per leggere Sandman: “Al mondo esistono sette esseri che non sono dei che esistevano prima che l'umanità sognasse gli dei e che esisteranno dopo che l'ultimo dio sarà morto. Essi sono gli Eterni. Sono l'incarnazione in forma umana di Destino, Morte, Sogno, Distruzione, Desiderio, Disperazione e Delirio”.
Se ora vi abbiamo incuriosito, se vi chiedete come sarà il Palazzo del Sogno e se desiderate conoscere meglio il suo Signore, preparatevi perché…
Enter the Sandman
Preludi e Notturni (Preludes and Nocturnes)
Con Preludi e Notturni, Gaiman ci introduce nel regno di Sogno presentandoci molti di quei personaggi che ricorreranno nei volumi successivi e saranno cruciali per l’evolversi delle vicende. Tra tutti ce né uno che spicca in modo particolare, anche se appare solo alla fine: è Death, la Morte, sorella maggiore di Sogno, uno dei personaggi più brillanti di tutto l’universo di Sandman. Morte è una dark lady vivace, allegra, bellissima e saggia che spesso si confronta con Sogno, mettendolo di fronte alle sue responsabilità e mostrandogli talvolta la sua vigliaccheria e meschinità, quasi fosse la voce della sua coscienza.
Casa di Bambola (Doll’s House)
In questo volume ci sono due episodi che meritano attenzione. Il primo è il prologo, Tales in the Sand, in cui un capo tribù africano istruisce il suo giovane nipote raccontandogli la leggenda di una regina, Nada, e della sua tragica storia d’amore con Morfeo. Ispirandosi al folklore indigeno Gaiman tesse una storia che si inserire perfettamente nel mito di Sandman. Il secondo episodio è intitolato Collectors, in cui Rose, alla ricerca del fratello scomparso, si ritrova in una convention di serial killers. Un racconto originale dai connotati horror che è al contempo divertente e terrificante.
Le Terre del Sogno (Dream Country)
Il terzo volume della serie contiene quattro storie indipendenti dalla trama principale.
Il Sogno di Mille Gatti è magia allo stato puro. Tutti coloro che amano i felini e si sono soffermati a guardarli mentre agitano le zampette o mettono in mostra i denti pur essendo immersi in un sonno profondo, si sono chiesti cosa stiano sognando. Gaiman ci da qui una risposta di struggente bellezza e poesia.
Il terzo racconto è intitolato Il Sogno di una Notte di Mezza Estate, primo e unico fumetto a vincere il World Fantasy Award nella sezione racconti brevi. In questa storia Shakespeare e la sua compagnia mettono in scena la commedia proprio di fronte a quelle creature fatate su cui la storia si basa, un meraviglioso tributo/parodia all’opera originale. I disegni sono creati di Charles Vess che qualche anno più avanti illustrerà un’altra favola di Gaiman, Stardust.
L’ultimo racconto Facade, ha per protagonista una supereroina i cui poteri si sono rivoltati contro rendendola malata e agorafobica e di come finalmente riesce a trovare conforto.
Il volume contiene la sceneggiatura originale di Calliope. Gaiman non era entusiasta all’idea di pubblicarla “per le stesse ragioni per cui un mago non vuole lasciarvi curiosare dietro le quinte mentre fa le prove”, tuttavia anche spinto dalla quantità di domande ricevute su come si scriveva una sceneggiatura, decise di regalare ai fans un esempio.
La Stagione delle Nebbie (Season of Mists)
“Agli amici assenti, agli amori perduti, agli antichi dei, e alla stagione delle nebbie, e che ognuno di noi possa sempre dare al diavolo ciò che gli spetta” un brindisi che è anche il cuore di questo volume.
Il volume si apre con una riunione di famiglia nella quale conosciamo in modo più approfondito i fratelli e le sorelle di Sogno. Desiderio, uomo e donna insieme, profumata/o di pesche d’estate, “tutto ciò che si possa mai bramare. Chiunque voi siate. Qualunque cosa voi siate”. Disperazione, sorella gemella di Desiderio, paziente e di poche parole. Destino, il primogenito, vaga nel suo regno stringendo il libro nel quale è scritta la storia del mondo. Delirio, la più giovane, che in un tempo lontano si chiamava Delizia. E infine…Morte.
Il Gioco della Vita (A Game of You)
Favole e Riflessi (Fables and Reflections)
Alcuni episodi meritano una particolare attenzione in quanto, a differenza degli altri, maggiormente legati alla storia principale narrata nella serie.
Se in Termidoro viene introdotto il personaggio di Orfeo, figlio di Sogno, è ne La Canzone di Orfeo che finalmente conosciamo il suo passato, la sua tragica storia d’amore con Euridice e la ragione del suo allontanamento dal padre.
Ne Il parlamento dei Corvi, il piccolo Daniel, figlio di Lyta Halls, conosciuta in Casa di Bambola, diventa ospite di una famiglia particolare che abita il Regno del Sogno, Caino e Abele e la loro madre Eva i quali raccontano al piccolo alcune storie. Abele narra del suo incontro con Sogno e Morte, una storia semplice e infantile che si sposa perfettamente con le immagini ispirate ai manga giapponesi per bambini disegnate da Jill Thompson. Queste poche pagine influenzarono il futuro della disegnatrice la quale, successivamente, sceneggerà e illustrerà due fumetti della collana Sandman presenta intitolati Piccoli Eterni e Death: a casa di Death, quest’ultimo nuovamente in versione manga.
Con il racconto di Eva, in cui la donna racconta la sua versione della storia narrata nella Genesi, Gaiman riprende il mito ebraico di Lilith, la prima vera donna creata. Il racconto di Caino, che dà il titolo al tutto l’episodio, è invece oscuro e crudele, ma Daniel non assisterà al drammatico finale.
Merita menzione anche l’episodio The Hunt, nel quale un nonno racconta alla nipote la favola di un giovane uomo “della Stirpe” che si innamora di una donna ritratta in una miniatura donatagli da una zingara. Tra i doni della zingara c’è anche un libro, rubato dalle mani di un bibliotecario preoccupato che il suo signore, Morfeo, non scopra l’incidente. Gaiman si ispira alla tradizione russa nel raccontare questa storia tanto che Vassily nel suo viaggio incontro la Baba Yaga, la strega che abita in una “casetta sostenuta da zampe di gallina”. In questo episodio si trovano molti temi che saranno poi ripresi in Stardust – il desiderio, il sogno, il premio – e che Sogno riassume così: “i desideri a volte sono più gratificanti quando restano insoddisfatti”.
Vite Brevi (Brief Lives)
Ancora una volta i punti di contatto con American Gods sono numerosi. Nuovamente incontriamo alcune divinità che ancora vivono tra gli ignari mortali: Ishtar, la dea della fertilità babilonese, la sua discesa negli Inferi per salvare il suo amato Talmuz richiama, non a caso, il mito di Orfeo ed Euridice ed Etain dei Tuatha Dé Danann. Altro tema è quello del viaggio e La Biblioteca del Sogno custodisce delle guide eccezionali per questi luoghi misteriosi: il Kadath di Lovecraft, Narnia di C.S Lewis, Hy-Breasil delle Fate e molti altri.
Struggente è la tavola in cui Delirio ricorda i suoi giorni felici in compagnia di Distruzione, quando ancora il suo nome era Delizia ed è rappresentata come l'Ondine di Arthur Rackham.
La Locanda alla Fine dei Mondi (World’s End)
E’ curioso il racconto La storia delle due città nel quale un uomo normale, con un lavoro normale e un grande amore per la sua città si trova, dopo essersi addormentato, nella metropolitana e si accorge di stare vivendo il sogno della città. Perché le città sognano come le persone e tutti coloro che hanno viaggiato sanno che le città hanno una loro personalità. Non è difficile riconoscere i temi che verranno poi approfonditi in Nessundove
Le Eumenidi (The Kindly Ones)
La Veglia (The Wake)
Ai dieci volumi della serie si aggiungono due speciali, Notti Eterne e I Cacciatori di Sogni. Per quest’ultimo Gaiman tra ispirazione da una favola giapponese La Volpe, il Monaco e il Signore di Tutti i Sogni della Notte coinvolgendo per l’occasione l’illustratore giapponese Yoshitaka Amano.
Lasciamo così le Terre del Sogno, accompagnati dall’eco delle parole di Death: “Quando l’ultimo essere vivente morirà, il mio lavoro sarà finito. Metterò le sedie sui tavoli, spegnerò la luce e chiuderò a chiave prima di partire”.
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