Il salmo 90,13 recita qualcosa come: – Calpesterai l’aspide e il basilisco, schiaccerai il leone e il drago – in riferimento a Gesù. Una bella statua nella cattedrale di Amiens, sempre in Francia, raffigura bene la scena. 

L’origine di queste interpretazioni così negative del basilisco sembra abbiano origine nel Vulgata di San Girolamo, dove l’ebraico sepha (serpente mortifero), viene tradotto proprio con basiliscus.

Il basilisco di Chiara Codecà
Il basilisco di Chiara Codecà

Nel XV secolo la sifilide era definita il male del basilisco, proprio per l’accostamento del nostro mostro con la lussuria, ed era ancora diffusa la credenza che la vicinanza di una donnola o di un ermellino potessero essere di giovamento al malato.

Fino al XVII secolo, in Europa e nel Nuovo Mondo, nelle fiere di paese o nei cosiddetti freak show, gli spettacoli dei fenomeni da baraccone, venivano mostrati esemplari di basilisco di Libia, un realtà fatti ad arte unendo le parti di diversi animali.

Un grosso cannone che faceva strage di fanti fra il XIV e il XV in Europa, era chiamato proprio basilisco.

Nella città di Genova si racconta la cacciata da parte di San Siro di un basilisco che si era nascosto in un pozzo.  Fra le tante testimonianze, c’è una lapide fra via Fossatello e via S. Siro a ricordo del luogo dove c’era il pozzo.  

La città di Basilea, in Svizzera, ha come simbolo proprio il basilisco.

Dov’é, oggi, il signore dei serpenti?

Il mito del basilisco, in Europa, ebbe molta fortuna nell’arco alpino, dove la fauna locale, fra grossi anfibi, salamandre, ramarri e serpenti di vario tipo, offre tutt’oggi terreno fertile  alla fantasia di abitanti e turisti. In Italia, in particolare, il nostro regale quanto mortale serpente è protagonista di molte leggende e dicerie di paese, in Valchiavenna e Valtellina.

Il basilisco nel film di Harry Potter
Il basilisco nel film di Harry Potter

Qui prende nomi dialettali, come basalèsk o baselèsk, ma si tratta sempre di lui. Nei boschi della Val Gerola il terribile verso del basilisco si può udire nelle giornate nuvolose, e bisogna scappare subito, perché chi non si tappa le orecchie in tempo rischia la morte. In Val Fabiòlo, c’è un passo, presso la baita di Bures, è presidiato da un drago con le ali da pipistrello e la testa di gallo, che volteggia sopra il maggengo della Motta.  Il basilisco compare in moltissimi giochi e romanzi fantasy. Nei vari manuali dei mostri del gioco di ruolo Dungeons & Dragons di Wizards of the Coast è quasi sempre presente. È stato anche una delle prime creature del gioco di carte collezionabili Magic The Gathering, dello stesso editore. Era un creatura velenosa, naturalmente, insieme alla sua cugina cockatrice.  Il più famoso basilisco della letteratura moderna è senza dubbio il mostruoso guardiano della Camera dei Segreti nel secondo volume della saga di Harry Potter, di J. K. Rowling.

Lo stesso discorso vale per la versione cinematografica delle avventure del maghetto più amato di tutti i tempi.

 In natura è stato dato il nome di basilisco a una famiglia di rettili parenti delle iguane, descritti per la prima volta da E. D. Cope a metà del diciannovesimo secolo. I basilischi hanno una o più creste sopra la testa, proprio come il loro alter ego mitologico, sono arboricoli e ottimi nuotatori, si nutrono di pesci, anfibi e piccoli rettili.  

Il vero basilisco

Sono diffusi soprattutto in America centrale, in Costa Rica e Nicaragua, nelle foreste umide tropicali. La maggior parte delle specie di basilisco è in grado di correre sulle zampe posteriori e raggiunge fino ai 10 Km orari.     Lo psichiatra svizzero Carl Gustav Jung usa i basilisco per rappresentare la materia primigenia da cui si deve partire per completare l’Opera. Il basilisco è l’allegoria di quello stato mentale elementare da cui bisogna cominciare per arrivare alla Conoscenza.