All’inizio degli anni Novanta Sam Raimi era considerato uno dei più promettenti talenti visionari del cinema fantastico di Hollywood, grazie principalmente ai successi di pubblico e critica di pellicole quali Darkman e L’armata delle tenebre (Army of Darkness), seguito questo dell’altrettanto fortunato film horror La casa 2 (Evil Dead).
In essi l'originale autore aveva dimostrato di essere a suo agio sia con il registro comico che con quello drammatico, quando mescolati a presupposti di carattere fantascientifico o horror. Fu allora che riuscì a convincere una televisione, più precisamente la Universal TV, a produrre quello che era sempre stato un suo vecchio pallino, un’idea sviluppata insieme allo sceneggiatore Christian Williams: una serie televisiva basata sulle avventure di Ercole.
La prima stagione di Hercules venne prodotta senza particolari intoppi e trasmessa negli Stati Uniti nel 1995. Regia e sceneggiature degli episodi furono affidate a una serie di onesti professionisti della tv, e l’interprete giusto fu trovato nel muscoloso ma simpatico attore italo-americano Kevin Sorbo, che avremmo poi rivisto nei panni del capitano Hunt della serie fantascientifica Andromeda.
Il successo fu immediato, e per certi versi sorprendente, tant’è che il telefilm venne venduto in tutto il mondo e ne vennero prodotte complessivamente ben sei stagioni, prima che il pubblico cominciasse a disaffezionarsi.
Tra le peculiarità della produzione l'uso degli effetti speciali digitali, all'epoca ancora poco utilizzati sul piccolo schermo, soprattutto perché molto dispendiosi. Il problema dei costi fu risolto con la scelta di girare tutta la serie in Nuova Zelanda: la cosa ha limitato le spese – la casa che produce gli effetti digitali, la Flat Earth, è neozelandese – ma ha soprattutto consentito di filmare immersi in scenari naturali di grande impatto, non a caso uno dei punti di forza del telefilm.
Le vicende dell’Hercules televisivo hanno come punto di contatto con quelle dell’originale mitologico soltanto alcuni nomi e descrizioni di creature. Il protagonista della serie, infatti, è un Ercole ben diverso da quello dei miti classici, al quale in un certo senso somiglia soltanto nelle prime puntate, quando infuriato per l’odio mostratagli dalla regina degli dei, Hera, (adirata nei confronti del frutto dell’ennesimo amore extra-coniugale del divino consorte), minaccia di sfogare la sua ira con esiti disastrosi. Se però le leggende greche sono quasi sempre tragiche, e vedono spesso Eracle (Ercole è il nome latino del semi-dio) non esente da colpe, gli episodi della serie sono ben diversi.
In essi Hercules è un eroe a tutto tondo, senza punti oscuri o dubbi, una sorta di boy-scout dell’antichità simile a un Superman prima maniera che, accompagnato dal fidato amico Iolao (Michael Hurst), respinge gli attacchi del dio della guerra Ares (Kevin Smith, attore prematuramente scomparso e solo omonimo del regista di Clerks), figlio legittimo di Zeus e fratellastro del nostro eroe. A esso si aggiungano un vasto numero di minacce portate alla serenità delle popolazioni locali da mostri, demoni e cattivi di varia natura.
Tra questi cattivi ebbe un notevole successo il personaggio della principessa guerriera Xena (Lucy Lawless), che piacque al punto di guadagnarsi uno spin-off tutto suo del quale vi daremo conto in un articolo apposito. Minor fortuna ebbe il secondo tentativo di spin-off, Young Hercules, prequel che racconta le vicende di un Hercules adolescente chiuso dopo la prima stagione.
La serie televisiva è un prodotto mirato a un pubblico vasto e trasversale, con funzioni di puro intrattenimento, mancante quindi di quegli approfondimenti e di quelle sfaccettature legate a storie e personaggi che sono il segno distintivo delle migliori produzioni fantastiche in senso lato; di contro ha un contorno di magie, incantesimi, situazioni e personaggi che, se poco hanno a che fare con l’epica classica, strizzano decisamente l’occhio agli appassionati di heroic fantasy. Se infatti in molti episodi non manca un lato dark e cruento, il tono complessivo del telefilm è tutto sommato abbastanza leggero e spensierato, e in alcuni episodi dalla trama particolarmente stiracchiata può sconfinare nel comico (anche involontario…).
Il successo della serie fu probabilmente dovuto, oltre al rivolgersi a un target di pubblico decisamente non confinato agli amanti del fantasy o dei miti greci, anche al fatto di aver azzeccato i tempi; da molti anni infatti non veniva proposto un prodotto di ambientazione classica, tant’è vero che negli anni successivi si assisterà, sia in tv che al cinema, a un prepotente ritorno di pellicole con quel tipo di ambientazione.
In ultimo, una considerazione: Hercules è forse un’occasione mancata, una serie che poteva essere ben altro rispetto a ciò che è stata, un prodotto che avrebbe potuto sfruttare la mitologia a un altro livello qualitativo ma che ha scelto di essere una sorta di rocambolesco e divertente parco giochi televisivo. Detto ciò, rappresenta comunque un ritorno al successo per il fantasy in televisione, capace di conquistarsi un pubblico affezionato negli anni e di intrattenere con leggerezza.
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