L'ispirazione principale dei testi di musica rock deriva, in genere, dai rapporti interumani – l'amore su tutti – o, tutt'al più, da problematiche sociali. Più raramente da eventi storici, e ancora più raramente da temi legati al fantastico. Ci sono però alcuni generi che fanno eccezione: il principale, e quello di cui prevalentemente ci occuperemo nella presente trattazione, è il progressive rock.
Questo termine è stato (ab)usato in una pluralità di accezioni, ma qui interessano, in via incidentale, quella più lata, che designa tutta la musica di ricerca (cioè quella che fa genericamente ‘progredire’ il cammino della sublime Arte di Euterpe), e, in via principale, quella più stretta, che individua atmosfere rarefatte, sonorità sinfoniche e schemi compositivi al di là dell'usuale 'strofa-ritornello'.
In coerenza con la dimensione 'onirica' che ne risulta, le liriche di tale genere (o anche solo i titoli di alcuni strumentali) hanno spesso, come oggetto, suggestioni mitologiche, favolistiche, futuriste… In breve, qualsiasi argomento che possa vantare l'avulsione dalla realtà quotidiana. Per valorizzare meglio questi contenuti, il prog ha fatto largo ricorso alla soluzione del concept album, ossia di un tipo di album i cui testi delle singole canzoni sono meri tasselli di una storia più generale o comunque sono legati da un medesimo filo conduttore.
Ma non sono solo i testi a fare riferimento a questi 'mondi alternativi'. Tale 'filosofia', infatti, si estrinseca nelle forme più disparate: nella rappresentazione sul palco (con travestimenti che hanno fatto guadagnare al genere l'appellativo di 'art-rock', o anche di ‘rock teatrale’), nelle copertine, nelle presentazioni introduttive dei brani…
Non è semplice ricondurre il tutto a un quadro organico, ma ci proverò, con l'avvertenza che comunque, data la vastità della materia - la quale potrebbe tranquillamente generare un intero libro - e il relativamente esiguo spazio a disposizione, il presente articolo non ha alcuna pretesa di completezza (e così, arbitrio per arbitrio, finisce anche per risentire del gusto soggettivo di chi scrive).
Al di là delle modalità di organizzazione e della scelta del materiale, lo scopo finale è, comunque, quello di avvicinarvi a un genere di nicchia (per questo motivo troppo spesso trascurato), sperando di incuriosirvi e spingervi ad approfondire per conto vostro.
Prima di procedere, un brevissimo inquadramento storico: questo movimento ha visto la sua nascita tra la fine degli anni '60 e i primissimi anni ’70 e la sua massima espansione verso la metà di quel decennio. Genesis, King Crimson, Yes, Jethro Tull, furono alcuni dei nomi di maggior spicco della scena britannica (che è la grande regina di questo genere musicale, anche se in casa nostra non sono mancati brillanti epigoni come PFM, Banco e Le Orme, per citare i più famosi).
Poi l’ondata punk spazzò via tutto miseramente. Ma non per molto. Già nei primissimi anni del decennio successivo una nuova generazione di musicisti, che non aveva mai digerito il furore sterilmente iconoclasta del punk, era pronta a rimpiazzare gli idoli che li avevano preceduti e a tessere nuove storie e nuovi racconti nel solco di quelle tradizioni. E allora, ecco affacciarsi alla ribalta le band della prima ondata cosiddetta New Prog, quattro pilastri rappresentati da Marillion, Twelfth Night, Pendragon e Pallas.
Sulla scia dei loro successi, il prog rivivrà così una seconda giovinezza sino ai primissimi anni ’90, quando inizierà a ripiegarsi ‘entropicamente’, per finire poi con l’isterilirsi – tranne in qualche rara eccezione – nella pedissequa ripetizione di se stesso. Dopo di allora, lo sviluppo sporadico di nuove band, come per esempio Ayreon, Arena e Porcupine Tree (anche se le ultime due non daranno particolari spunti al taglio di quest’articolo), affermatesi addirittura verso la metà dei 90’s, sarà l’ultimo colpo di coda di un genere musicale che, dopo aver scritto pagine meravigliose, attualmente versa, purtroppo, in uno stato generale piuttosto comatoso.
Di questi artisti e di molti altri ancora, vedremo da vicino la produzione nelle pagine che seguiranno, tenendo presente che la produzione di alcuni gruppi è così ricca da farli necessariamente comparire, più volte, in tutte le categorie che verranno esaminate. Alcuni temi poi, meriteranno addirittura approfondimenti futuri a parte.
Per comodità compilativa, ho catalogato il materiale secondo sette categorie che contemplano il genere Fantastico a 360°:
1. Le antiche saghe
2. La Fantasy
3. Fiaba e leggenda
4. la Fantascienza
5. L'Orrore e l'Incontro col Soprannaturale
6. I miti del mondo classico
7. Oltre l'Immaginazione
Queste classificazioni (che vi verranno proposte nel corso di 6 articoli complessivi) sono, è chiaro, meramente indicative, anche perché spesso un tema sconfina in un altro, in un infinito intreccio di rifrazioni.
1. Le Antiche Saghe
Un primo influsso sul prog è stato esercitato dall'epica, specialmente quella imperniata sulla figura di Re Artù.
Ci sono anzitutto gruppi che hanno preso il nome dall’illustre genitore o dai cavalieri di quel mitico sovrano, come gli inglesi PENDRAGON o i connazionali GALAHAD.
Ci sono poi artisti che hanno intitolato interi album alle vicende della Tavola Rotonda, come i Kayak e il loro splendido ‘Merlin’ (’81), che evoca, attraverso i suoi testi, le immagini del castello di Tintagel, di Excalibur o della Dama del Lago. Oppure come Rick Wakeman (ex Yes) e il suo Myths & Legends Of King Arthur & The Knights Of The Round Table ('75), scritto, prima che su pentagramma, interamente nella sua testa mentre era ricoverato al Wexham Park Hospital dopo un attacco di cuore.
I Genesis, dal canto loro, sulle note di una composizione dagli echi medioevali si limitano invece a rimpiangere, più genericamente, quegli antichi ideali cavallereschi, "quando l'onore, per un uomo, significava più della sua vita" (da 'Time Table', Foxtrot, '72).
25 commenti
Aggiungi un commentoMa che interessanti sviluppi ha preso questa discussione!
Mii, voglio contribuire col mio piccolo!
Sulla piena appartenenza dei PF al genere progressive ho i miei dubbi. Non solo perchè non ho mai avuto ben chiari i limiti del prog (sono interessata ma non una grande appassionata), ma anche perchè penso che i PF abbiano coperto diversi generi e sottogeneri e la sola definizione di progressive band, secondo me, gli vada un po' stretta.
... sì, ma non solo. Le radici dei PF sono nell' improvvisazione pura, bisogna ricordarlo. Hanno sperimentato improvvisando come pochi altri. La maggiorparte del materiale musicale dei primi anni non è mai stato inciso perchè improvvisato durante happening e concerti vari.
Anche se breve, penso che questo sia stato un periodo importante nella produzione floydiana, e che nemmeno altre loro opere, anche se più mature e dal successo globale (una per tutte Dark Side of the Moon) non possano oscurare. I Pink Floyd sono stati bandiera anche della psichedelia, e si sono cimentati in brani e opere di ancora altro genere.
Per questo penso che la definizione dei Pink Floyd come di una progressive band sia sì giusta, ma limitata solo a un certo periodo di tempo, e quindi non esaustiva.
Sunto così il mio pensiero, passo ora alle briciole.
Sarà che provo Amore verso di loro, ma per me si sono 'Necessariamente Evoluti'!
Irene, i saggi critici sono come la giurisprudenza: ci sono gli orientamenti di massima e poi ci sono le correnti minori (parlo in termini quantitativi, non sto facendo graduatorie di autorevolezza della fonte). Io posso dire che in piu’ di 20 anni in cui ho ascoltato prog rock, i Pink Floyd li ho sempre visti omettere. E come ripeto sono perfettamente d’accordo visto che le sonorità sono ben diverse da quel che comunemente è considerato progressive rock.
Per inciso, x me sei anche la prima appassionata con cui discuto di musica (e in vita mia ne ho discusso con tante, ma proprio tante e di tante nazionalità diverse ) che sostiene una posizione simile.
Mi autoesimo dall’entrare in discorsi su Metal Shock e testate musicali in genere, specialmente italiche, per molteplici ragioni che sarebbe lungo spiegare e che cmq non mi andrebbe nemmeno di fare.
Quanto ai gruppi new prog (no metal) di cui sopra (x inciso tutta gente in primis innamorata cotta dei Genesis e desiderosa di emulare Gabriel, per loro stessa ammissione – queste sono le premesse), dipende senz’altro quale album di riferimento scegli: se parliamo, ad es., di un dotcom ti do’ perfettamente ragione, non c’entra una mazza col prog aureo. Ma se parliamo ad esempio di uno di Script For A Jester’s Tear, di un The Wake o di un The Jewel e questi non ti suonano come il prog aureo, allora non solo abbiamo una concezione diametralmente opposta sul prog, ma direi che viviamo addirittura in due universi paralleli .
Eva, don’t worry il mio rilievo era fatto semplicemente dal punto di vista dei puristi della prima ora, quelli che sostengono che Dark Side segni la decadenza e i seguenti album una curva costante verso il basso. Personalmente io invece adoro i Floyd ‘imbastarditi’ e per quanto riguarda spero che allora molte altre band decidano di decadere D; i puristi si possono tenere tranquillamente le loro Astronomy Domine, io mi tengo ben strette le mie ‘commercialissime’ Shine On You Crazy Diamond & co
Approccio molto friendly per un genere un pò difficile ed incompreso, peccato per la brevità del tutto, ma io sono di parte
Un unica cosa gli ayreon sono olandesi
ops, hai ragione anche tu. Lucassen è un figlio della terra dei tulipani, sì.
Mi sa che quel giorno ho bisticciato con tutto il mappamondo, chissà perché
Continuate a segnalare, grazie.
Ma anche a chi, come loro, esige disperatamente una classificazione precucinata :
Non so... le etichette vanno bene come classificazione di massima. Per una scrematura (tempo, soldi, attenzione). In molti casi nascondono più che svelare.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID