Fiaba e Leggenda
Sconfina invece decisamente nel favolistico un'altra canzone tratta dal medesimo album sopracitato (la cui copertina, per inciso, sembra uscita da un libro di fiabe dei fratelli Grimm). Essa narra la tristissima storia dello Squonk, un infelice e solitario animaletto, che – ingannato da una falsa profferta d'amicizia da parte di un cacciatore – viene da questi catturato e rinchiuso in un sacco. Sulla via di casa, l'uomo, col sacco sulla spalla, avverte il continuo sussulto provocato dai singhiozzi dell'esserino, e, quando essi improvvisamente tacciono, egli, incuriosito, apre il sacco e scopre che la dolce creaturina si è sciolta in una pozza di lacrime.
Sempre i Genesis sono gli artefici della favoletta botanica dell'Artemisia Gigante, una pianta originaria della Russia che non ha mai perdonato a uno scienziato vittoriano di averla prelevata dal suolo natio per farne dono ai reali Kew Gardens. Il vegetale cercherà così la sua vendetta riproducendosi fino a invadere tutto il Paese e giungendo a minacciare l'umanità (The Return Of The Giant Hogweed, LP Nursery Cryme, '71).
Nel contesto favolistico si inserisce pure la lunga suite strumentale The Snowgoose ('75) – ispirata dall'omonimo libro di Paul Gallico e caratterizzata dal prog morbido e romantico dei Camel – così come l'epopea fantastico-preistorica del mostro Tarkus ('71), firmata dal trio Emerson Lake & Palmer.
In essa, l’armadillo-carrarmato si scontrerà alla fine con una manticora, creatura mitologica con la testa d’uomo, il corpo di leone e la coda di drago o di scorpione (e non fu certo un caso che l’etichetta discografica fondata poi dal gruppo venisse battezzata appunto Manticore). Si tratta dell’ennesimo concept allegorico, così come dichiarò Greg Lake, bassista e cantante della formazione, in un’intervista d’epoca al New Musical Express: “Riguarda la futilità del conflitto espresso nel contesto della guerra e dei soldati. Ma si tratta anche di un concetto più ampio. Le parole riguardano una rivoluzione che se ne è andata, che ha avuto luogo. E dove ha portato tutti quanti? Da nessuna parte”.
Le suggestioni popolari dei chauceriani Racconti di Canterbury, di Astolfo sulla Luna, dei Giullari medioevali, di eroi e Valchirie, di antichi Menestrelli e tradizionali Arlecchini, così come il fascino orientale del Ladro di Baghdad e delle Mille e Una Notte trovano poi albergo nelle citazioni sparse di Marillion (Fugazi, '84, LP Real To Reel, '87; Script For A Jester's Tear, LP omonimo, '83), Genesis (Harlequin, LP Nusery Cryme), Jethro Tull (Minstrel In The Gallery,'75), Banco del mutuo soccorso (BMS '72) e Reinassance (LP Sheherazade And Other Stories, '75).
Numerosi, poi, i riferimenti allegorici ai classici di Charles Perrault (in Cinderella Search, LP Real To Reel, ’83, Marillion), di Hans Christian Andersen (in The Red Shoes, '93, di Kate Bush – artista non canonicamnete progressiva, ma la cui inclusione verrà precisata in seguito – e nell’idea del Brutto Anatroccolo dietro allo Squonk genesisiano), di James M.Barrie (il Peter Pan citato più volte nell’album bushiano Lionheart,'78, e nei marillioniani Clutching At Straws, '87 e Marbles, '04).
Infine, vanno menzionati i tributi alle satire fiabesche di Francois Rabelais, con i richiami dei Gentle Giant a Pantagruel e Panurge in Acquiring The Taste ('71) e Octopus ('72).
Passando ai Procol Harum, la metafora della lunga suite di The Worm & The Tree (LP Something Magic, '77) narra come un verme, rifugiatosi in un tronco, cominci a crescere a dismisura avvelenando gradatamente, col suo fetore e la sua prepotenza, tutta la foresta, finché un uomo dà fuoco alla pianta, purificandola dall'immondo ospite, e così dal vecchio albero potrà sorgerne uno nuovo a perpetuare la specie.
Col disco dai soffici toni pastello Rings Of Earthly Light ('91), gli italiani Eris Pluvia raccontano invece un errabondo viaggio mentale in una fantasia bucolica fatta di arcobaleni iridati, foreste scintillanti, fanciulle eteree e possenti cavalieri.
Restando in Italia, sono nuovamente da citare gli Ezra Winston con l'album Myth Of The Chrysavides ('88), ove si narrano le allegoriche vicende delle Crisavidi, esseri dal corpo umano e dalle ali simili a farfalle, che, alla fine, perderanno tragicamente (e con esse ogni possibilità di elevazione spirituale).
Un approccio originale al mondo della fiaba ci giunge dalla carriera solista dell'ex Genesis Peter Gabriel che, pur distaccandosi dalla musica prog, si accosta al tema in modo scientifico, attraverso la canzone Kiss That Frog (LP Us, '92), tratta dalla lettura del celebre saggio di Bruno Bettelheim The uses of enchantment: the meaning and importance of fairy-tales. Così spiega Peter: "il libro analizza le favole dal punto di vista psicologico, e la storia del Principe Ranocchio presenta un'eccellente analogia con l'iniziazione alla sessualità: nella fiaba c'è spazio anche per il disgusto fisico, integrato mettendo la figura del brutto rospo accanto a quella della principessa. In qualche modo, un'eco di ciò si ritrova nei primi rapporti, in cui le situazioni fisiche non sono sempre rose e fiori".
Più tardi, l’ex vate genesisiano, delizierà le nostre orecchie e i nostri cuori raccontandoci la toccante e originale fiaba di Ovo (2000), nel cui CD c’è una traccia interattiva che narra la vicenda con un delizioso e delicato fumetto. ‘Ovo’ sarà rappresentato per un anno sul palco del Millenium Dome londinese, attraverso uno splendido spettacolo teatral-acrobatico che rimarrà unico nel suo genere (anche se dal punto di vista strettamente musicale ha ben poco di progressive). Questo tema sarà oggetto di un prossimo articolo su FM.
L’ex collega di Gabriel, Anthony Phillips, ha avvicinato invece il tema favolistico con il racconto di Tarka la lontra di Henry Williamson, cesellando per esso – in collaborazione col figlio stesso di Williamson e altri musicisti ‘progressivi’ quali Didier Malherbe (già Gong) e Guy Evans (già Van Der Graaf Generator) - una straordinaria colonna sonora strumentale (Tarka, ’96).
E’ toccato poi al poliedrico tastierista di Pendragon e Arena, Clive Nolan, dare un commento sonoro alle carrolliane avventure di ‘Alice – Attraverso Lo Specchio’. Lo ha fatto grazie a due dei suoi molteplici progetti collaterali: gli Shadowland (con l’album Through The Looking Glass, ’94) e il duo Nolan & Wakeman, in cui Clive e Oliver (quest’ultimo figlio di Rick Wakeman), tessono le loro trame musicali attorno al componimento in versi Jabberwocky e la minacciosa creatura che ne è protagonista. Nel disco (omonimo, ’99), in qualità di narratore d’eccezione, c’è nientemeno che papà Rick, e a esso collaborano parecchi musicisti del giro progressivo britannico, come Tony Fernandez (Rick Wakeman Band), Peter Banks (ex Yes), Pete Gee (Pendragon), Tracy Hitchings (Stangers On A Train, Landmarq).
La ormai disciolta band britannica Chemical Alice ha pagato invece tributo alla piccola eroina carolliana, oltre che attraverso il proprio nome, mediante l'EP Curiouser and curiouser ('81), il cui titolo è un'esclamazione che apre il secondo capitolo di Alice nel Paese delle Meraviglie (tradotta, nelle edizioni italiane, con l'espressione "curioso, curiosissimo" o anche "buffo, buffissimo"), quando la bambina, dopo aver mangiato un pasticcino magico, inizia ad allungarsi a dismisura.
Diversamente, si focalizzano su vere e proprie leggende il concept dei tedeschi Eloy (LP Ocean, '76), l’album The Sentinel (’84) degli inglesi Pallas e una canzone dei Marillion, inedita su LP, chiamata The Bell In The Sea.
Nel primo caso si fa riferimento al mito di Atlantide, con un occhio riverente alla versione 'ufficiale' rinvenibile nel Timeo e nel Crizia platonici.
Nel secondo caso Atlantide è lo spunto per una clamorosa resurrezione della sua Sentinella, che salverà l’umanità del Ventesimo Secolo dalla ripetizione di una distruzione di massa.
Nel terzo caso, infine, il supporto letterario alla musica è fornito da un libro – appartenente alla biblioteca privata del chitarrista del gruppo, Steve Rothery – il cui titolo è Miti e leggende di Whitby (paese dello Yorkshire dove il musicista è cresciuto). Il racconto ispiratore narra di una nave che prende il mare per procurare una campana per l'orologio della torre del villaggio. Al suo ritorno, proprio in vista del porto, l’imbarcazione affonda col suo carico, e, secondo la leggenda, si può ancora udire il rintocco della campana durante le notti di tempesta.
3 commenti
Aggiungi un commentoLo so che ho già scritto questa cosa tre volte, ma non posso fare a meno di ripetere il discorso "inclusione minori/esclusione maggiori": stavolta arrivi a parlare addirittura di Eloy e Pallas ma non dedichi neppure due righe all'esempio più famoso, eclatante e (oggettivamente) splendido di legame tra prog e fiaba, ovvero "Scheherazade" dei Renaissance...
E io ripeto quello che ho già detto 3 volte nel forum e che ho premesso anche col primo articolo:
"Non è semplice ricondurre il tutto a un quadro organico, ma ci proverò, con l'avvertenza che comunque, data la vastità della materia - la quale potrebbe tranquillamente generare un intero libro - e il relativamente esiguo spazio a disposizione, il presente articolo non ha alcuna pretesa di completezza (e così, arbitrio per arbitrio, finisce anche per risentire del gusto soggettivo di chi scrive)".
Ad ogni modo l'album da te menzionato viene citato in questo passo, che evidentemente ti è sfuggito:
"Genesis (Harlequin, LP Nusery Cryme), Jethro Tull (Minstrel In The Gallery,'75), Banco del mutuo soccorso (BMS '72) e Reinassance (LP Sheherazade And Other Stories, '75)."
Che poi non abbia approfondito in questa sede è, lo ripeto, una scelta e si ritorna ancora una volta alla precisazione iniziale. Senza contare che, come ho altresì già detto alcuni album avranno articoli a sè stante e che questa disamina è, per alcuni di essi, solo un assaggio
Dai... dillo ancora una volta con quella tua voce incantevole.
Starei qui tutto il giorno a sentirtelo dire (sospiro).
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