Un pericoloso serial killer si aggira a French Landing, una pacifica cittadina del distretto di Coolie. È un cannibile, lo chiamano Pescatore e i bambini sono le sue prede preferite. La polizia gli dà la caccia, ma ignora che, quello che potrebbe sembrare un normale caso criminale, è, in realtà, solo la facciata di un disegno macabro tessuto da forze che non sono di questo mondo. È quello che scoprirà ben presto Jack Sawyer, un giovane detective in pensione giunto nel Wisconsin in cerca di un po’ di tranquillità. Jack non ricorda il tempo in cui, dodicenne, ha intrapreso un viaggio magico nei “territori”, alla ricerca di quel Talismano in grado di salvare la vita alla madre. Ma è arrivato il momento di riprendere contatto, di tornare a essere “Jack viaggiante”, perché la soluzione alla complicata trama va cercata altrove, in mondi paralleli, forse addirittura alla fine di tutti gli universi, laddove una magica Torre Nera tiene in equilibrio le forze del Bene e del Male.
Dall’immaginazione di Stephen King e Peter Straub arriva il tanto atteso seguito de Il talismano. È una storia cruda e spietata, colma di azione e di magia. Una storia ben costruita, scorrevole, piacevole da leggere. Non siamo certo di fronte al miglior King, quello che ci aveva incantato in opere come L’ombra dello scorpione, La metà oscura o Cose preziose; tuttavia siamo ben lontani anche dal King di L’acchiappasogni, in cui era riuscito a prodursi in un’improbabile e ridicola parodia di se stesso. Nonostante le oltre settecento pagine – la prolissità è un difetto ormai incurabile (o magari la cura sarebbe pagare gli autori per le copie vendute e non per il numero di parole scritte) - La casa del buio è un discreto romanzo, che ha il merito di tenere il lettore interessato alla storia, conducendolo senza pretese attraverso mondi che già conosce e ama, portandolo a un finale a suo modo sorprendente, in cui i “territori” si congiungono al ben più ampio sistema di universi che gli appassionati della Torre Nera ben conoscono e in cui un cavaliere di nome Roland di Gilead vaga in cerca della soluzione ultima. Dopo Cuori in Atlantide, in cui il protagonista in realtà era un “frangitore” in fuga, ecco un altro romanzo che il re dell’horror “utilizza” per stringere il cerchio intorno all’epopea fantasy che iniziò nel lontano ’82 con L’ultimo cavaliere e che, presumibilmente, vedrà la fine nel 2005 con l’uscita dell’ultimo dei tre romanzi che Stephen King sta scrivendo, prima di dare l’addio definitivo alla carriera di scrittore. Un addio che ormai sembra inevitabile, dopo che lo stesso King ha ammesso di non avere più idee originali e di aver prodotto ultimamente solo scadenti imitazioni delle sue opere migliori.
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