Ecco una storia che non ci stancheremmo mai di leggere; un grande classico, uscito nell’87 dalla felice penna di Harry Turtledove e riproposto quest’anno dall’Editrice Nord.
La legione romana guidata dal tribuno Marcus Aemilius Scaurus, nell’esercito non per vocazione ma per convenienza politica, sta conducendo una campagna in Gallia, quando cade vittima di un’imboscata da parte dei celti, capitanati dall’imponente Viridovix. Lo scontro tra i due, grazie all’antica magia infusa nelle spade forgiate dai druidi, genera uno strappo spazio-temporale scagliando il gruppo nel mondo parallelo di Videssos. La legione è smarrita, la terra è sconosciuta e le stelle non sono più al loro posto. Solo grazie alla disciplina Scaurus, accompagnato dal fedele e scorbutico addestratore di campo Gauis Philippus, dal dottore greco Gorgidas e dal celta Viridovix – rassegnato a vivere a fianco dell’ex nemico – riesce a organizzare gli uomini e a prepararli alla nuova avventura. Non esiste più Cesare, non esiste più Roma, ma persiste lo spirito guerriero insito in ogni membro del gruppo e presto appare evidente come l’unico sistema per vivere da stranieri in terra straniera sia quello di vendere le proprie spade e la propria forza al nuovo imperatore. In questo scenario l’autore mette in campo tutta la sua cultura storica (Turtledove è laureato in storia bizantina) creando dal nulla un impero assolutamente perfetto, dove convivono intrighi politici, guerre religiose, povertà e ricchezza, oltre al pericolo sempre imminente di un invasore ormai padrone delle terre di confine.
La legione perduta è una storia straordinaria che trascina dall’inizio alla fine senza pecche. Le difficoltà di adattamento, la solitudine, ma anche la forza d’animo e la fede nella disciplina delineano i personaggi in modo quasi perfetto, tenendo il lettore col fiato sospeso ogni volta che si trovano a fronteggiare le situazioni più impervie fino alla lotta finale contro il nemico Yezda. L’autore (unanimemente definito un maestro nella storia alternativa) non commette mai l’errore di perdersi in descrizioni noiose del nuovo mondo, in cui sarebbe fin troppo facile cadere, e in questo lo supporta l’azzeccata decisione di popolarlo di uomini e animali in tutto e per tutto uguali a quelli della terra. La trama così corre veloce, per tutte le quasi quattrocento pagine, senza consentire a chi legge un attimo di tregua.
Unica nota negativa è l’infelice scelta dei nomi dei personaggi, troppo lunghi e impronunciabili, che costringono a un esasperante sforzo mnemonico, oltre a rendere faticosa la lettura in certi punti. Difetto che certamente si può perdonare, se si considera che difficilmente se ne possono trovare altri.
La legione perduta ha dato origine all’omonima saga, proseguita e conclusa con altri tre romanzi: Un imperatore per la legione; La legione di Videssos e Le daghe della legione, in Italia editi ancora dalla Nord.
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