Nel quartiere residenziale di Yokohama una studentessa muore improvvisamente. Quella stessa sera, nella stessa ora, di fronte alla stazione Shinagawa un motociclista si accascia improvvisamente sull'asfalto. Nello stesso istante anche una giovane coppia muore per la stessa, apparente, causa: infarto improvviso. Il volto dei quattro è quello di chi prima di morire ha conosciuto il significato del terrore, l’atteggiamento è quello di chi ha cercato di strapparsi il cuoio capelluto nel tentativo di estirpare un male che vi si annida.
Nessuno potrebbe scorgere il filo che lega i quattro giovani, se non Kazuyuki Asakawa, giornalista del Daily News e zio di una delle vittime. Dipanando un’intricata matassa che ha per capo un evento accaduto in un passato non molto lontano, Asakawa si vedrà costretto a scoprire la causa delle morti per evitare la sua e quella della sua famiglia, perché una cosa è chiara: ha una sola settimana di tempo per uscire dall’anello maledetto in cui è rimasto invischiato e spezzare la maledizione che ha determinato la fine dei quattro ragazzi. Questo è ciò che promette la videocassetta su cui ha messo le mani, il comune denominatore che ha unito in vita e nella morte i quattro ragazzi sulle cui morti Asakawa sta indagando. Nella corsa contro il tempo, l'unico che può aiutarlo è il suo vecchio compagno di studi, Ryuji Takayama, professore universitario con una straordinaria esperienza nel campo del sovrannaturale.
Il video misterioso contiene scene oniriche e reali, inesplicabili, inquietanti e che sembrano stimolare tangibilmente i cinque sensi. Chi ne prende visione è condannato a morire entro sette giorni, se non seguirà delle istruzioni. La registrazione, però, termina bruscamente senza offrire le necessarie indicazioni. L'uomo non dubita neppure per un istante di avere i giorni contati, e d’altra parte, chi sarebbe disposto a scommettere quando la posta in gioco è la vita?
Pubblicato nel 1991, Ring (Ringu) diventa in breve tempo un fenomeno letterario e vende tre milioni di copie. Negli anni successivi l'opera ispira una serie di progetti, più o meno fortunati, a partire dal film TV Ring: Kanzenban fino al manga di Kojiro Nagai. E' però nel 1998 che Ring diventa un culto, con l'omonimo adattamento cinematografico di Hideo Nakata che opera una rilettura della storia originale. In Giappone esplode la Ring-mania: un sequel, Rasen, che ottiene nel 1996 lo Yoshikawa Eiji Award, e la trilogia Birthday, pubblicata nel 1999. Oltre ai romanzi, arrivano due serie televisive, Ring: Saishuushou e Rasen, e un remake coreano del film di Nakata, The Ring Virus. Seguono un sequel firmato ancora una volta da Hideo Nakata, The Ring 2 – che contiene numerosi riferimenti "tecnici" alla prima opera di Suzuki Koji – e un prequel, Ring 0: Birthday. Infine, nell'ottobre 2002, esce il remake americano della prima pellicola giapponese, firmato da Gore Verbinski, The Ring. E' questa l'opera cinematografica che consacra definitivamente anche in occidente la pellicola di Nakata, suscitando interesse soprattutto nei confronti del romanzo d'origine che l'editrice Nord ha scelto di pubblicare.
Ring è un esempio per molti aspetti. Di come si possa fare letteratura senza ricorrere all’eterna dipendenza dai modelli anglosassoni e americani, (salvo poi essere debitori alla trasposizione cinematografica americana che, nello spirito del ring, l’anello, rimanda all’opera originale giapponese); di come i sussurri siano più inquietanti delle grida
Suzuki ha la capacità di adombrare la prossimità di ignote forze e di mostruose e opprimenti entità tramite accenni casuali e dettagli insignificanti (sulla cassetta non si vedono immagini terrificanti, terribile è invece il loro significato). La storia corre lungo l’orlo d’ombra che divide per alcuni la realtà dall’irrealtà, il mondo dei vivi da quello dei morti, e li fa entrambi vani, irreali e atroci.
Suzuki sa tenere sulle spine il lettore fino all'ultima pagina, mescolando colpi di scena e rivelazioni in un crescendo narrativo che lascia senza fiato, lo fa con uno stile scarno e servendosi di personaggi umbratili e credibili.
Per poter capire l'essenza del terrore bisogna inabissarsi in esso, viverlo sulla propria pelle, esserne contagiati. E' l'unica via per arrivare a comprendere quanto grande e pericolosa sia l'infezione, a guardare negli occhi l'apocalisse e fare in modo che la spirale di morte si propaghi in una direzione diversa.
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