La giovane e affascinante dottoressa Vosill giunge al Palazzo Reale di Haspidus per diventare il medico personale del Re. In apparenza è stata chiamata per diffondere e applicare le sue avanzatissime arti mediche; in realtà la sua missione è quella d'influenzare le decisioni del Re, il cui potere è in grave pericolo. Sul suo cammino, la donna troverà molti ostacoli, primo fra tutti l'aperta ostilità dei cortigiani e, per sopravvivere, sarà costretta a impiegare metodi piuttosto inquietanti... ma chi è la dottoressa? Da dove viene? Perché riesce ad avere una così grande influenza sul Re?
Nel frattempo, nel Palazzo di Vorifyr sul vicino continente di Tassassen, vive lo spietato DeWar, guardia del corpo del Protettore, il Generale UrLeyn. Diffidente per natura, DeWar avverte che, da qualche tempo, il suo incarico è sempre più difficile e pericoloso: gli uomini vicini al Protettore, infatti, sembrano tramare contro di lui, mossi da scopi oscuri e da intenzioni ancora più sfuggenti e mentre la guerra incombe ai confini del Paese, il Palazzo si trasforma in un crogiolo di cospiratori, spie e assassini; persino l'amore rischia di diventare una trappola mortale. DeWar lo sa bene, ma anche lui ha una missione ed è circondato da nemici, però agisce in modo assai diverso, dato che non può interferire con le vicende politiche e militari e deve lasciare che i locali superino le loro difficoltà senza l'aiuto delle sue conoscenze superiori. Ma non sempre è possibile...
Il riassunto in terza di copertina è molto accattivante, fa venire voglia di comprare e leggere il libro. Le mie ottime impressioni iniziali erano più che fondate: ho trovato il libro molto bello, anche se volutamente limitato in lunghezza, forse poiché Iain Banks temeva di "appesantire" troppo la trama.
Come dice l'autore stesso, il libro è una "storia di due storie" che progressivamente convergono in una vicenda unica; si intitola Inversioni perché il lettore viene coinvolto in una serie d'inversioni di ruoli: ognuno dei personaggi può essere, di volta in volta, un delatore, una spia o... l'esatto opposto.
I capitoli sono abbastanza brevi e l'autore ha scelto di alternarli, quindi troverete un capitolo intitolato "Dottoressa" e subito dopo un altro col titolo "Guardia del corpo", e così fino alla fine del libro; anche questa struttura a mio parere giustifica il riferimento alle inversioni. Il libro é narrato in prima persona da un personaggio che ha assistito agli eventi di una delle due storie e che ha trovato una sorta di diario relativa all'altra, decidendo di raccontarle così collegate; questo ce lo dice lui stesso nel prologo e nell'epilogo che risulta essere relativamente esplicativo. Anche Banks pensa che "... un sussurro faccia più paura di un urlo..." come ci insegna Hitchcock, quindi certe cose è sicuramente meglio immaginarsele, perché qualsiasi spiegazione razionale potrebbe deludere.
Bello anche il tipo di collegamento tra le due storie, che fino a circa metà libro potrebbero benissimo essere ambientate su pianeti diversi o in secoli distanti, ma che alla fine si uniscono in unico disegno, come si intuisce comunque da alcuni dettagli narrativi che mi guardo bene dal segnalarvi.
I personaggi, compresi i protagonisti, sono forse un po' evanescenti, non molto delineati, e ci sono anche altre pecche narrative sulla resa delle poche situazioni d'azione, che rimangono poco scorrevoli e immediate. Alla fine, comunque, il libro rende e ci si stacca difficilmente.
Continuo a non saper definire bene il genere, potrebbe essere fantasy, come potrebbe non esserlo; storico o fantastico... insomma è un punto d'incontro tra i due generi e la magia (minima e appena accennata) la si intuisce solamente alla fine.
Il libro mi dà l'impressione che sia stato scritto non tanto basandosi su una storia che l'autore aveva in mente, bensì su una sensazione: sembra quasi Banks abbia voluto scrivere una storia che lasciasse ai lettori la sensazione che aveva avuto lui; il mistero, e quel tipo di sorpresa che danno gli eventi e il finale sono l'origine del libro, poi Banks è andato a ritroso, creando (sapientemente) una storia che portasse a quella conclusione. E' come se per scrivere un romanzo giallo si partisse dalla sorpresa che si vuole dare ai lettori nel far loro scoprire che l'assassino è quel tale e insospettato personaggio, e poi si scrivesse il resto della storia partendo da lì.
Insomma chi ha letto George Martin, o David Gemmel, o John Marco, troverà questo libro sicuramente affascinante. Chi invece lo dovesse leggere a prescindere dai precedenti autori, potrebbe trovarlo lo stesso bello, ma meno entusiasmante.
Per apprezzarlo appieno bisogna amare quella sfumatura del genere fantasy che comprende maggiormente gli intrighi e meno l'azione; mi sento comunque di consigliarlo a tutti.
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