Il quarto episodio della Torre Nera esce dopo oltre sei anni dal terzo. I fans lo richiedevano a gran voce (i più estremi sono arrivati pure a minacciare l'autore), bramosi di conoscere il destino di Roland e del suo ka-tet.

Il primo motivo per cui La sfera del buio non merita l'ottimo giudizio dei tre precedenti è dovuto sostanzialmente a questo: la delusione di una storia in cui non succede niente. La Torre era lontana e lontana rimane, con quattro pistoleri e un bimbolo che stanno intorno a un bivacco a raccontarsi storie. Attenzione, non succede niente ai fini della saga, ma ciò non vuol dire che le 658 pagine (troppe! ecco il secondo motivo) siano piene d'aria.

Quella che Stephen King ci racconta è una bellissima storia d'amore che, se da una parte rimane attaccata al filone western-fantasy, dall'altra strizza l'occhio a Shakespeare. Viene fuori un Giulietta e Romeo piacevolmente anomalo, con la protagonista femminile che in certi momenti si confonde con Giovanna d'Arco e quello maschile, un Roland giovanissimo e non ancora pistolero, che rende omaggio al ciclo bretone. Non è tuttavia un romanzo-citazione (nonostante i forti riferimenti anche al Mago di Oz), bensì una storia originale, a tratti di una forza sorprendente. Una storia che stilisticamente si perde nella logorrea che mai come in questo periodo si attacca i romanzi di King come una malattia. L'ultimo cavaliere contava 257 pagine, La chiamata dei tre 469, Terre desolate 545. Questa volta le pagine sono 658!

Decisamente troppo, non per il fatto in sé (esistono libri ben più lunghi e felicissimi), bensì per la natura stessa di La sfera del buio, che altro non è se non un enorme flash-back.

Sfuggiti a Blaine il Mono, la compagnia di Roland si trova di fronte a un minaccioso palazzo di cristallo, ma la sua attenzione è attratta dallo strano rumore della "sottilità", una sorta di strano strappo nel tempo e nello spazio. Il cavaliere non ne vedeva una dai tempi in cui era giovane, ancora prima che diventasse un pistolero e che il mondo "andasse avanti". Si apre così, con il racconto di Roland, una gradita porta sul suo passato pieno di misteri, in cui una fanciulla di nome Susan riempiva i suoi sogni.

Sei anni di attesa per un unico grande flash-back, e i fans ne hanno dovuti attendere altri sei per sapere cosa succede dopo il palazzo di cristallo. Ma questo avviene in I lupi del Calla, datemi solo il tempo di leggerne le quasi 900 pagine!