Damlo è un ragazzino con i capelli rossi e questo è il suo problema, perché il colore dei suoi capelli è sinonimo di disgrazia. Tutti coloro che a Waelton, il suo paese natale, sono nati con capelli come i suoi sono sempre morti prima di compiere 9 anni. Damlo, invece, sembra essere più coriaceo, nonostante le crisi che lo affliggono periodicamente, durante le quali perde conoscenza e cerca di combattere “la cosa” che è in lui e che vorrebbe uscire.
È un solitario, forse perché non ha mai avuto nessuno che lo accettasse, esclusi gli zii che lo hanno accolto quando è rimasto orfano; è un sognatore e sogna di essere un eroe leggendario che uccide orchi e troll, che salva regni in pericolo e fanciulle in balia di terribili mostri. Nel suo fantasticare, però, Damlo non sa una cosa: in lui scorre sangue di drago; i capelli rossi indicano la sua illustre discendenza, oltreché la sua “diversità”. In realtà tale discendenza accomuna tutti gli abitanti di Waelton, poiché il paese è sorto mille anni prima per volere di un uomo e della sua compagna draghessa; i Waeltoniani sono quindi mezzi-draghi e questo li rende particolarmente longevi e premurosi nei confronti della natura.
Ma Damlo è qualcosa di più, in lui il sangue umano e quello di drago convivono e lo rendono speciale. Sarà per questo che l’Ombra...
Un romanzo strardinario, soprattutto perché inaspettato: sono i libri da cui non ci si aspetta nulla che danno le sensazioni più belle.
Il risveglio dell’ombra è una sorpresa per vari motivi. In primo luogo per il nome del suo autore italiano, quando le parole “fantasy” e “italiano” sono spesso state in antitesi. In secondo luogo perché già dalle prime pagine Luca Trugenberger riesce a catturarti come solo i grandi romanzieri sanno fare e semplicemente non vuoi e non puoi staccarti dalle pagine; il che è già tantissimo. In terzo luogo, perché dopo tanti autori che hanno sfruttato il filone con risultati pessimi, o alla meglio anonimi, è un’eccezione trovarne uno che con semplicità sappia creare una storia consistente e avvincente, dei personaggi credibili e affascinanti e una trama per nulla scontata (cose che di regola dovrebbero caratterizzare ogni buon libro).
Si nota anche come Trugenberger abbia letto parecchio prima di scrivere; in questo libro c’è molto di Tolkien, soprattutto per le creature e l’atmosfera, ma c’è ancora di più di Robert Jordan e della sua saga (/La Ruota del Tempo/); e ci sono Michael Moorcock e David Gemmel. Non si tratta semplicemente di qualcosa preso in prestito, l’autore ha fatto sue tematiche e ambientazioni, rielaborandole e personalizzandole in maniera magistrale.
Il protagonista, ad esempio, si crede un codardo perché ammette a se stesso di avere paura. Tuttavia non è il non aver paura che fa di un uomo un eroe; ignorare la paura, scoprirà Damlo, è ignorare i pericoli cui si va incontro e questo è da sciocchi, non da eroi. La paura è un’ottima consigliera e il ragazzo proverà sulla propria pelle cosa significa scoprire questa grande verità.
Considerando il finale aperto, Il risveglio dell’Ombra è sicuramente il primo romanzo di una serie, anche se, probabilmente, per leggere il seguito ci sarà da aspettare un po’.
Le uniche due note negative sono una certa inesperienza del suo narratore, ma il libro scorre e tiene desta l’attenzione del lettore dalla prima all’ultima pagina, e un dettaglio della trama che dovrebbe essere una sorpresa finale, ma che invece si intuisce già a metà libro.
Edizione, inoltre, che è molto gradevole esteticamente, con mappe a colori, rilegatura di buona qualità e sovraccoperta semplice e ben fatta, anche se non molto originale.
2 commenti
Aggiungi un commentoSalve!Ho appena finito di leggere questo fantasy preso in prestito in biblioteca.
Da qualche anno mi sono appassionata al genere (infatti ho letto Il Signore degli anelli, Harry Potter, Le cronache del mondo emerso, Le guerre del mondo emerso, la saga di Eragon e due trilogie di Terry Brooks) e speravo di leggere una storia interessante.Secondo me il libro ha sia degli aspetti positivi che negativi:
Purtroppo la storia non è molto originale (ragazzino, incompreso ma con grandi poteri etc) , ma questo ormai sembra accomunare quasi tutti gli scrittori di Fantasy post-Tolkien.Oltretutto alcune volte l'autore è troppo frettoloso nel raccontare (specie nella fine del libro).
Tuttavia è piacevole come l'autore abbia saputo ben sottolineare la psicologia di Damlo, il protagonista,(che io adoro) soffermandosi sulle sue paure, incertezze e debolezze.
Lo stile narrativo non è eccezionale, ma con più esercizio la scrittura può certamente diventare più scorrevole ed appassionante.3/5
mmmmhhh....come mai un solo commento? mi pare ce ne fossero un sacco....si è perso qualcosa?
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