Immaginate di ritrovare in soffitta il diario del capitano Achab, l’eterno avversario della balena bianca; o alcuni scritti del perfido Sgrooge, protagonista del Racconto di Natale di Charles Dickens; piuttosto che le memorie di Robinson Crusoe e del fido Venerdì; o gli appunti di Gandalf.
Vi trovereste nelle condizioni del professor Alien Conrad Kupfer, insegnante di letteratura inglese e appassionato di storie gotiche e dell'orrore, che con il ritrovamento di un diario ha visto materializzarsi una delle figure che da sempre avevano popolato la sua immaginazione: Abraham Van Helsing.
Attraverso le pagine del diario si vive la battaglia condotta dal paladino dell’ordine e della luce contro Dracula e contro un nemico ancora più potente: l’origine del vampirismo stesso.
Le mosche, e in generale gli insetti, avvertono l’odore del sangue a grandissima distanza, è fatto noto. Prima di commentare l’opera di Kupfer, vorrei darvi conto di un bizzarro episodio accaduto mentre leggevo il diario di Van Helsing. Decine di minuscoli insetti hanno scelto le pagine del libro come rifugio o come piattaforma d’atterraggio, e hanno continuato a tormentare la mia lettura per ore. L’episodio non avrebbe nulla di strano, se tutti coloro che attorno a me erano immersi nella lettura di altri libri avessero subito lo stesso attacco, ma avete già indovinato che in realtà solo il mio scritto costituiva irresistibile attrattiva per gli insetti.
Solo i sensi particolarmente sviluppati dei minuscoli ospiti sono probabilmente riusciti ad avvertire ciò di cui parla il volume: il sangue. Un filo rosso che unisce le vicende, ma che purtroppo si interrompe di frequente. Come si conviene a un diario, il racconto degli accadimenti è frammentario e questo provoca inevitabili cadute di tensione. Occorre essere abili affabulatori per trovare gli espedienti giusti e mantenere viva l’attenzione e in questo Kupfer delude.
L’ambientazione in cui Van Helsing si muove è ridotta all’osso; il principe delle tenebre, Dracula, non è che una controfigura dell’essere terribile che conosciamo (quasi che Van Helsing fosse a conoscenza dell’ampia trattazione che Stoker avrebbe steso anni più tardi e volesse rubare la scena a un protagonista assoluto). Dall’iniziazione alla carriera di ammazzavampiri per merito del dottor Borescu, mentore e allo stesso tempo prima vittima di Van Helsing, sino all’ultimo messaggio lasciato in vista del definitivo incontro/scontro con la radice stessa del male, le vicende riportate alla luce dal ritrovamento da parte del professor Kupfer non aggiungono molto a ciò che già sappiamo della vicenda, e somigliano molto alla rassegna di scene eliminate dalla versione originale dell’opera letteraria madre (no, mi spiace, non avrete modo di leggere l’extended version del Dracula di Stoker).
In questo volume, il sangue si vede solo nell’illustrazione di copertina.
Lo stile mal si adatta a pagine che dovrebbero essere state vergate alla fine dell’Ottocento, e qui non sappiamo quanta parte di responsabilità sia da attribuire alla traduttrice.
Se quindi state cercando un libro che vi faccia sobbalzare, Il diario del professor Abraham Van Helsing non fa per voi; questa è una lettura leggera e distensiva, aggettivi che mal si addicono a un libro dell’horror, ma che potrebbero risultare invece graditi a chi mal digerisce le operazioni di dissezione a cui la letteratura e la cinematografia di questi tempi ha abituato il nostro palato.
Lodevole il tentativo di Kupfer di trasformare il Van Helsing di Stoker, simbolo della ragione e della morale, in un personaggio umano, se non proprio simpatico.
Tra le pagine del diario non troviamo novità sconvolgenti, ma una curiosità, merita di essere segnalata (non trova riscontro in nessuno degli altri testi che mi è capitato di leggere): pare che le creature notturne si facciano facilmente prendere dalla smania di contare gli oggetti. Se vi capitasse la disavventura notturna d’incontrare un vampiro, spargete un sacchetto di semi di papavero (che certamente portate sempre con voi), ed ecco che vedrete la belva sanguinaria trasformarsi istantaneamente in un ragioniere, chinarsi e concentrarsi nella fondamentale attività di conta dei minuscoli semi.
In questo modo avrete la possibilità di mettervi in salvo, tagliargli la testa o infilare nel suo cuore un piolo di legno (l’altro accessorio che sono certo tenete nella ventiquattrore).
Badate che le croci non funzionano con vampiri di origine diversa da quella cristiana.
10 commenti
Aggiungi un commentoLo so, quello era il passo successivo. Non volevo complicare le cose immergendomi subito nella sottile distinzione fra il più noto ragioniere e Fracchia, quella sarebbe venuta dopo.
Il libro non è fantastico è reale... Miriam
Scusate ma...ALIEN? Cioè, chi ha scritto il libro si chiama Alien? E' un errore vero?
Questa è la vera cosa che fa venire i brividi
Errore corretto... Certo che alcuni errori ci mettono anni per rivelarsi al mondo...
grazie
Di niente...adesso posso tornare a dormire tranquillo sapendo che non c'è un alien là fuori
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