Bill Bass ha insegnato il mestiere a metà degli antropologi forensi in attività negli USA.
Importanza fondamentale quella dell’antropologo forense, che collabora con il medico legale, o patologo, a fare luce sugli accadimenti che causano la morte, di solito violenta, del malcapitato che si trova ad aver bisogno dei loro servizi (entrambi collaborano alle indagini di polizia, e spesso Bill ha fatto parte dello staff dell'F.B.I).
Le due figure professionali agiscono su cadaveri, ma intervengono in funzione del tempo trascorso dal momento in cui questi hanno assunto la sfortunata condizione. Quando il cadavere è in condizioni tali che il patologo non è in grado di stabilirne la causa del decesso, ecco che interviene l’antropologo forense, l’unico ad avere conoscenze e mezzi in grado di ricostruire alcuni dati fondamentali per l’identificazione delle spoglie.
Nella maggior parte dei casi, l’antropologo forense lavora su cadaveri ridotti a scheletri.
Durante la sua lunga carriera, Bass si è trovato a occuparsi di centinaia di casi e molti di questi sono stati risolti grazie alla sua arguzia e all’esperienza maturata nella Fabbrica dei Corpi, resa famosa dai romanzi di Patricia Cornwell.
Infatti Bill Bass è un mito della medicina forense anche perché oltre vent'anni fa creò a Knoxville, Tennessee, su mezzo ettaro boscoso, l'Anthropology research facility, la vera fabbrica dei corpi. In quel laboratorio, unico al mondo, diretto e fondato da Bass, si studia la decomposizione in qualsiasi condizione climatica e logistica, e si sviluppato modelli e formule matematiche in grado di stabilire con precisione tempi e modalità.
I venti capitoli che costituiscono il corpo del libro, e che corrispondono a venti vicende vissute dal famoso antropologo, sono attraversati da una sottile vena ironica che dipinge Bill Bass come un vero mattacchione. La cifra stilistica, improntata alla linearità e alla descrittività rigorosa ma non distaccata, è opera di Jon Jefferson, giornalista, divulgatore scientifico e documentarista. Suo è stato il compito di rendere avvincenti le fredde descrizioni di alcune indagini, che a stento riconosceremmo come fonte di tanti episodi di serial televisivi che ci hanno tenuti incollati alla seggiola.
Si tratta di un libro spaventoso? No, Bill Bass riesce a commentare e descrivere particolari raccapriccianti con professionismo e con il distacco necessario a spiegare segreti quali quelli della tafonomia (la disposizione o la posizione relativa di resti umani, manufatti ed elementi naturali quali terra, foglie e carcasse di insetti), della decomposizione, della chimica e dell'entomologia.
Se provassimo a fare l’esercizio di definire con un solo termine le mie letture, scopriremmo che alcuni volumi sono ‘scoperte’, altri ‘pensiero’ o persino ‘proposta’; quello di Bill Bass è ‘risposta’.
Non parliamo di soddisfare morbose curiosità, bensì di approfondire la conoscenza dei processi attraverso i quali la Grande Mietitrice ci restituisce alla polvere da cui siamo nati. La corruzione della carne è un processo metodico, quasi matematico, e conoscerne i segreti significa saper dare molte risposte. Le stesse che si possono ottenere da questo volume, che sono più numerose delle domande che generalmente ci si pone, e aiutano ad aprire gli occhi sulla meccanica della vita e della morte.
Sapreste riconoscere un teschio maschile da uno femminile? Quali sono gli elementi che denunciano l’età? A che temperatura un corpo umano brucia? Perché i cadaveri carbonizzati vengono ritrovati sempre in una posizione che ricorda la guardia di un pugile? Si decompone più velocemente il cadavere di un uomo grasso o di uno magro? Come stabilire l’età, il sesso, l’ora del decesso e le cause?
A pesca di aspetti negativi, quello che rimane impigliato nelle maglie della nostra rete è la dispersività causata dalla mancanza di un filo conduttore che leghi fra loro i venti episodi del libro. Aggiungiamo anche che Bass è un gigione che indugia volentieri nel racconto di se stesso, ma diciamo pure che è un buon divulgatore scientifico, e usa termini semplici e a tutti comprensibili (lo zampino di Jon Jefferson?).
Un volume atipico della produzione Nord e una lettura imprescindibile soprattutto per per chi si vuole cimentare con la letteratura horror, ma utile per chiunque voglia conoscere meglio cosa accade a un corpo quando l’ultimo respiro lo ha abbandonato.
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