Nota bene: la recensione si riferisce al trittico. I dati delle pagine e del prezzo sono la somma dei dati dei singoli romanzi. L'immagine è del secondo romanzo, intitolato “Morgana”.
Nel corso degli anni, Michel Rio ha composto una trinità pagana e letteraria, quella costituita dal Demiurgo Merlino, dalla Maga Morgana e dal Condottiero Artù, che da secoli viene interrogata per mezzo di opere letterarie – e non solo – di carattere tanto narrativo epico quanto di toni speculativi filosofici.
È di sicuro un connubio stilistico arduo da realizzare, un po’ come voler miscelare tra loro olio e acqua. È – per farla breve – un lavoro da alchimisti delle lettere.
Michel Rio, parigino di origini bretoni, è dunque un alchimista, anche se lui non lo dice a nessuno e tiene ben segreta questa sua attitudine.
La sua trilogia, come si vede, non è in realtà recentissima, tuttavia la sua prosa asciutta è davvero senza tempo, e anzi a nostro parere questi tre tomi che in tutto non arrivano alle 500 pagine, hanno tutte le carte in regola per diventare dei classici.
La storia – nella sua ossatura – è quella nota: le magie di Merlino creano il Regno della Tavola Rotonda, Camelot, con le Leggi di Artù, che alla fine saranno corrotte dai mali tipici della condizione umana, per la quale nulla dura eternamente.
Oltre ai Cavalieri, oltre a Ginevra, sono fondamentali due ammalianti figure femminili: Morgana, Signora della Valle senza Ritorno e di Avalon, e Viviana, la Dama del Lago; entrambe allieve di Merlino.
Dalle macerie della pax romana sorge Merlino, nipote di re e amante incestuoso di sua madre; impara dal monaco Blaise che il vero potere poggia sulla conoscenza più che sulla forza, che però la difende. È così che nasce il patto col Re Uther, prode guerriero ma senza abilità di uomo di stato: sarà il figlio di Uther a regnare su di un regno unificato con le armi, istruito da Merlino. Ygerne, splendida Regina di un nemico di Uther, il Re di Tintagel, diventa la moglie del vincitore e madre di Artù. La Regina, però, ha già due figlie: Morcades e Morgana.
La piccola Morgana dai magnetici occhi verdi è dotata di una mente affilata e di un cuore gelato, che ne faranno l’allieva e l’avversaria più formidabile del sistema politico ideato da Merlino, l’utopia di Camelot.
Merlino avrà anche una seconda allieva: la bella Principessa Viviana, tanto seducente quanto bramosa di apprendere e di conoscere. Lei isolerà Merlino dal resto del mondo e dalla sua creazione, che andrà avanti da sola, crescendo, maturando, sviluppandosi e infine crollando, in una sanguinosa battaglia che suggellerà l’esplodere di duelli fratricidi e di rivalità intestine, sfociate da intricatissime trame fatte di tradimenti, seduzioni, vendette. Mordred, figlio di Artù e Morgana, e Lancillotto, traditore per amore di Ginevra, saranno i principali campioni sul campo di Camlann, la battaglia che segna il tramonto di Camelot.
Questa trama si snoda, ben più complessa, lungo tutti e tre i libri. Come le anse di un pigro fiume, si snoda piena di curve e svolte e insenature, rapide e rientranze, ritorni a ritroso e accelerazioni in avanti, profezie e meditazioni, dispute dottrinali e duelli, battaglie sanguinose e seduzioni erotiche intensissime.
Senz’altro il libro dedicato a Morgana – il secondo – è il più riuscito, come se il magnetismo della Dama ne imbevesse le pagine e le frasi. Spietata, o meglio spassionata avventura filosofica, la storia incentrata su Morgana è un ritorno al sostrato mitico che fornisce la spiegazione dell’incomprensibile attraverso il meraviglioso. Frasi terse e incantate, parole lavorate di bulino e filigranate di passioni spesso roventi, feroci, crudeli, implacabili. Un lirismo evocativo dal grande equilibrio tra senso e suono, tra significato e dettato, tra concetto e immagine, tra spirito e carne, tra sesso e spada.
Se Artù è l’ideale di Homo Novus per Merlino, un Uomo Politico immerso nel tempo che scorre, è però Morgana il suo capolavoro di scienza. Alla fine è lei a cui tutti, uomini e donne, sedotti o terrificati, in modo diretto o differito, amanti o strumenti, protetti o vittime, fanno riferimento – e non potrebbero fare altrimenti. Perché Morgana è il Motore Immobile della sua epoca, creatura multiforme assolutamente mai riducibile all’unica dimensione a cui è stata costretta per secoli.
Ma questo è un altro discorso.
Leggete invece i tre libelli, tutto di un fiato: faranno l’effetto sulla vostra mente di una formidabile pozione speziata, dal sentore di cinnamomo e cannella.
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