Niallad, sovrano dei Drenai e figlio del leggendario Re Guerriero Orien, dopo aver inconsciamente disarmato il suo regno, viene assassinato da un sicario professionista. Approfittando della confusione, un'orda di spietati guerrieri, i Mastini del Caos, guidati occultamente da una diabolica e oscura Confraternita, invade le terre dei Drenai, seminando ovunque terrore e morte in un bagno di sangue che non ha precedenti.
Waylander, un mercenario in fuga dalla Confraternita che lo vuole morto, incontra sulla sua strada Dardalion, un giovane sacerdote della Fonte, e lo salva da alcuni banditi che lo avrebbero ucciso. Questo è il primo gesto altruistico di Waylander dopo tanti anni e sarà solo il primo di una lunga serie, che lo porteranno a redimersi; Waylander, infatti, è lo stesso sicario che ha ucciso Re Niallad.
Nel frattempo la guerra prosegue e la sola speranza dei guerrieri Drenai, asserragliati nella città-fortezza di Purdol e che ancora si oppongono agli invasori, è che venga ritrovata la mitica Armatura di Bronzo che Re Orien usava in battaglia e che è scomparsa con lui.
Waylander s'inoltra nelle terre dei feroci nomadi Nadir per recuperare l'armatura, inseguito dall'assassino Cadoras e aiutato dall'unica donna che lo ama e da un amico che potrebbe salvarlo oppure ucciderlo.
Questo Waylander dei Drenai è il terzo o quarto libro della Saga dei Drenai scritto da David Gemmell, ma nella cronologia degli eventi è il primo.
È molto bello, essenziale, come molti libri di Gemmell, che non allunga la trama con fronzoli narrativi, ma concentra lo sviluppo dei personaggi e l'azione in circa 300 pagine ricche di emozione, che vi terranno col fiato sospeso fino alla fine.
Questo è una delle caratteristiche di Gemmell. A mio parere, i suoi libri vanno letti tutti d'un fiato e dato che sia i singoli capitoli, sia il libro nella sua totalità sono brevi, non vi sarà difficile farlo in poco tempo.
L'evoluzione di tutti i personaggi, ma soprattutto di Waylander, sviluppa l’idea dell’eroe negativo. Scoprire pian piano i motivi e gli eventi che hanno fatto diventare Waylander quello che è, pone il personaggio in una luce diversa, che, lungi dall'essere scontata, lo rende ancora più vero e reale, senza per questo scadere nel buonismo.
In fondo, le storie dei protagonisti del romanzo potrebbero essere paragonate a quelle di tanti personaggi storici, realmente esistiti, e questo ribadisce l'influenza che hanno gli eventi su determinate persone e la capacità di queste di cavalcare gli eventi stessi e di non farsi solo trasportare.
Del resto Gemmell ha sempre detto che c'è bisogno di eroi veri, non perfetti e predestinati, ma imperfetti nella loro realtà e capaci di risalire la china dopo essere sprofondati. Questo è Waylander, un reduce della vita e degli eventi. Vittima e al tempo stesso carnefice di sé stesso e di coloro che uccide, lui cerca inconsapevolmente l’espiazione delle sue colpe... e la troverà dove meno se l’aspetta.
Anche gli altri protagonisti sono magnificamente delineati, dagli assassini della Confraternita, ai nomadi Nadir (che ritroveremo in altri romanzi della saga dei Drenai), dal giovane prete della Fonte, Dardalion, che emerge dall’ipocrisia del suo stato e comprende la necessità della lotta anche spirituale, a Cadoras, assassino e nemesi di Waylander, dai tratti quasi evanescenti, che si sovrappone al protagonista per ciò che è, ma se ne discosta per la sua natura: Waylander è per prima cosa vittima, Cadoras no.
Al di là di Waylander, comunque, nessuno degli altri personaggi è totalmente buono o malvagio, e l’onore che si trova in qualcuno in cui si pensava non ci fosse vale molto di più, sia a livello narrativo, che ideale.
Anche questa è una caratteristica di Gemmell e della sua opera, che si può apprezzare molto bene anche nei nomadi Nadir de “La Leggenda dei Drenai”.
Per chi apprezza Martin e le sue Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, Gemmell sarà una piacevole scoperta, anche perché credo che Martin stesso abbia letto molto Gemmell. Questo non per parlare di plagio, ispirazione più o meno consapevole o altro, ma per dare un'origine comune alle atmosfere che questi due scrittori evocano: più articolata e bizantina quella di Martin, più immediata quella di Gemmell.
Apprezzo molto l'idea di Gemmell di scrivere "a salti". Nelle sue storie (della saga dei Drenai, ovviamente) l'ambientazione e l'atmosfera sono le stesse, ma a parte qualche personaggio che ritorna, l’autore inglese si dà molta libertà, potendo di volta in volta scrivere una storia nuova senza essere ingabbiato da eventi già descritti in precedenza, che “costringerebbero” le trame successive.
L'unica nota non dico negativa, ma un po' ridondante, è la costante presenza dell’"assedio". In ogni libro di Gemmell ce n’è una e nonostante la maestria e la facilità con cui lui descrive le scene di battaglia, mai noiose, a lungo andare si pensa che l'autore sia a corto di idee. In realtà, la sua passione per lo studio della tattica e della strategia militare lo porta a pianificare scene di questo genere. Ma vi assicuro che pur di leggere i suoi libri, vale la pena di imbattersi in qualcosa che, alla lunga, potrebbe risultare prevedibile.
Nota bene: l'immagine della copertina è quella dell'edizione del 1998.
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