A Skepthia, una piccola cittadina della nazione tantriana, un misterioso individuo si erge da solo in difesa dei monaci di un convento, minacciati da una folla in rivolta. La notizia si diffonde in tutte le nazioni orientali, poiché questo individuo altri non è che Skilgannon il Dannato, l’ex campione e generale della spietata regina Incantatrice. Dopo aver guidato tre anni prima il massacro di tutti i cittadini di Perapolis, il Dannato era fuggito in preda ai sensi di colpa, portando con sé le Spade del Giorno e della Notte, un prezioso artefatto ricevuto in dono dalla regina stessa.

In un disperato tentativo di redenzione, inseguito da nemici umani e creature metà uomo e metà bestia frutto di un’antica magia, Skilgannon inizia la ricerca di un tempio misterioso. Nel suo viaggio dovrà affrontare un antico e letale nemico ritornato dal passato per ucciderlo. Ma non sarà solo in questa impresa, perché con lui viaggia Druss la Leggenda...

David Gemmell al suo meglio o Gemmell al suo peggio? Difficile poterlo dire in senso assoluto. Grazie al cielo però i gusti sono gusti e quindi posso limitarmi a fornire il mio personale parere.

L’ultimo lavoro dello scrittore inglese pubblicato da Fanucci sembra essere l’insieme degli aspetti e dei personaggi migliori di Gemmell. Temo però sia proprio questo il limite de Il Lupo Bianco.

Inserire nello stesso contesto i migliori elementi della produzione di uno scrittore, come se ci trovassimo in uno "spin off" fantasy, può far pensare che tutto ciò basti e creare un prodotto vincente. Se però la sostanza manca...

Sono sempre stato in disaccordo con coloro che criticavano la saga dei Drenai, perché troppo ripetitiva e con uno svolgimento sempre simile. Riguardo a questo libro non posso però che essere d’accordo con i delatori di Gemmell.

Tecnica descrittiva, capacità di sintesi, qualità narrative non sono assolutamente in discussione. Gemmell si conferma anche questa volta come una delle migliori penne in circolazione. In questo libro mancano però la forza e lo spessore che hanno fatto dello scrittore il maggior esponente della Heroic Fantasy contemporanea. “Il lupo bianco” non emoziona come dovrebbe e potrebbe e la trama è probabilmente una delle più piatte che i Drenai ci abbiano mai presentato.

Abbiamo Druss, purtroppo non in grande spolvero, e Skilgannon che è l’epitome di tutti gli spadaccini gemmelliani. C’è perfino la continuità storica, perché il volume inizia dove si concludeva “Druss la Leggenda” e fa chiarezza sul dopo Gorben e sull’impero Nashaanita.

Ci sono anche immancabili ibridi, sciamani nadir, nemici feroci, la vecchia strega e tutta una serie di personaggi di contorno che disseppelliscono protagonisti morti da tempo.

Abbiamo quindi il povero Diagoras, tentativo fallito di riesumare una spalla per Druss e tristemente inadeguato, se paragonato a Sieben. Senza credere ai nostri occhi, incontriamo anche una spietata e folle assassina che impugna una ben nota balestra...

La storia si poggia su tre differenti pilastri, fragili però come l’argilla: l’amicizia tra Druss e Skilgannon, la ricerca di Skilgannon e quella di Druss. Le forze del destino sembrano aver portato i due personaggi principali a percorrere la stessa strada, dove si accorgono di stimarsi reciprocamente. La ricerca di una bambina rapita e quella di un tempio misterioso completano il quadro. Troppo poco e troppo già visto per mettere a tacere tutti i dubbi. Per la prima volta il nuovo romanzo di Gemmell dà l’idea di pressappochismo e superficialità. Onestamente non si capisce dove la storia possa sviluppare inattese sorprese e colpi di scena. Sembra quasi che non ci sia una trama ben precisa e che tutto sia forzato per creare situazioni già descritte con maggior fortuna in altri libri. Potrebbe essere un tentativo mal riuscito, anche se non so esattamente di cosa, oppure un mero contentino a un editor impaziente.

Il contesto è quello di un continente in guerra e i temi sono quelli di sempre, lotta interiore, codice del guerriero, odio, amore, eccetera.

Il libro si legge bene e per chi non avesse mai avuto in mano altri lavori di Gemmell, potrebbe essere anche una piacevole sorpresa. Per chi ha invece letto molto spesso lo scrittore inglese, “Il lupo bianco” risulterà essere insoddisfacente. L’idea è quella di un collage di pezzi di libri differenti, per cercare di chiudere e spiegare ciò che ancora di vago era rimasto in altri libri.

Peccato soprattutto per Skilgannon, personaggio affascinante e ricco di sfaccettature che avrebbe meritato una cornice migliore. Non disperiamo però, perché potremmo trovarcelo in qualche nuovo romanzo, forse più ispirato.

Consigliato a chi non può far a meno di Gemmell e a chi vuole leggere un libro scritto bene.

Ai fan dello scrittore inglese converrà invece rileggersi le versioni originali di questa copia sbiadita.

Due stelle di stima...