Chiunque abbia subito un trasloco sa quanto l’avvenimento sia traumatizzante, specialmente per un bambino, o per una stellina precipitata dal firmamento. E se una bambina e una stellina condividono lo stesso destino, forse una nuova casa, nuovi amici, la perdita dei punti di riferimento non sono problemi poi così gravi.
Un po’ di polvere magica, ed ecco che l'orsetto e il coniglietto di pezza di Laura, una bambina di sette anni appena trasferitasi in città con la sua famiglia al completo (mamma, papà, il piccolo Tommy, il suo cagnolino di legno a rotelle e il gatto), si trasformano in nuovi amici. I voli della fantasia si trasformano in escursioni notturne sulle luci della città e il viaggio immaginario sul razzo di cartone in una cavalcata fra galassie multicolori.
L’amicizia con la stellina dalla punta, la ‘zampina’, spezzata, riempie la vita di Laura portandone magia e stupore, fino a che la sua luce si affievolisce a causa della malinconia e della lontananza da casa. Una brutta avventura e un’acquazzone peggiorano le cose e rischiano di spegnere del tutto la scintilla che la stella ha portato nella vita di Laura. A malincuore la bambina capisce qual è l’unico modo per salvarla: lasciarla tornare a casa sua, fra le altre stelle.
Saranno il Sole e la Luna (a parti invertite nel film: femminile il Sole e maschile la Luna, così come nella lingua tedesca) a indicare a Laura il modo; Max, il bambino che vive nella casa accanto e suo nuovo amico la aiuterà.
Il film è tratto dal best seller di Klaus Baumgart "La stella di Laura", pubblicato nel 1996 in Germania e venduto in oltre due milioni di copie nel mondo (tradotto in 25 lingue e presente in oltre 30 paesi), al quale lo scrittore ha fatto seguire molte nuove avventure, pubblicate in Italia da Fabbri Editori.
La regia di Piet De Rycker e Thilo Graf Rothkirch, uno dei più importanti registi e produttori di film per bambini come Tobias Totz and His Lion e The Little Polar Bear (il piccolo orsetto polare).
Questo è un prodotto che si rivolge ai bambini e che non possiede la malizia di Shrek, o di altre pellicole d’animazione, tuttavia la poesia e la delicatezza dei temi e dei sentimenti non annoieranno i genitori che decideranno di accompagnare i più piccoli (e neppure i fratelli e le sorelle più grandi).
Per molto aspetti è un film che somiglia alla Gabbianella e il gatto di Enzo d’Alò, dove il tema della diversità è sostituito dal disagio del cambiamento e dalle difficoltà dell’inserimento in un nuovo ambiente.
Non è certo sul campo della perfezione tecnica che il film si scontra con i Golia americani (i disegni sono bidimensionali, anche se coloratissimi), e neppure la sceneggiatura è così solida da farne una storia indimenticabile, piuttosto è la delicatezza, sottolineata dalle matite, dai colori e dalle splendide musiche di Hans Zimmer (vincitore di un Oscar per le musiche del Re Leone e autore di tante colonne sonore di grande efficacia), a renderlo una perfetta favola della buona notte.
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