Intanto il Nano continuava a blaterare: -... perché i regni della terra sorgono e crollano come soufflè, non che io mangi questa roba si capisce, e due tipi svegli come noi possono fare una fortuna. Poi viaggi, avventure con streghe velate, onore e gloria, e il mare!
- Ma sul mare non c'è direzione.
- E allora? Il tuo dio ti stermini! Io ci sono nato nel Profondo e lì l'unica direzione è in basso. Ma sentilo... tu mi hai tirato fuori, tu, con i tuoi disegni di alberi e città, le storie e i canti di terre lontane. Dicevi che dovevamo vivere e provare altro e viaggiare e conoscere.
- Ero più giovane.
- Sei giovane - sbuffò il Nano. Poi, quasi con gentilezza: - sei appena un bambino. Vieni con me, questa volta sarò io a guidarti.
- Ma dove, dove?
- Andremo in guerra e combatteremo fianco a fianco. Ci noteranno - sorrise il Nano. Tra sé aggiunse: già, e qualche chiacchierone racconterà la nostra storia. Dirà che mentre io caricavo i nemici a testa bassa tu componevi ballate, le solite porcherie che piacciono alla gente alta. Pensare che non sai nemmeno leggere.
- Ma quale guerra? E per cosa?
- Una guerra qualsiasi, per ripulire qualche paese dagli orchi. Magari il tuo, di paese.
- Io odio quella gente.
- E allora un altro.
- Cosa mi importa di questi altri?
- Fallo per liberare i poveri dall'oppressore. Ci troviamo un oppressore e lo ammazziamo.
- Dico, un quarto d'ora fa non avevi niente contro i tiranni.
- Fallo per soldi, razza di bastardo!
- Venire pagato per fare qualcosa? A me puzza di lavoro.
- Lo è. Sano, onesto lavoro, e al servizio di un grande ideale, anche.
Il Guerriero tornò con la mente agli ideali che aveva difeso o combattuto, a seconda del caso, ma non riusciva più a seguire il filo dei suoi pensieri, gli sfuggivano risucchiati verso un punto al limite della visione; come un vortice d'acqua, scivolavano nel pozzo ancora aperto, nel Profondo.
- Mi ascolti? - Non si poteva ignorare per molto la voce del Nano - Con questa balla della guerra santa ti coprono d'oro e salvi anche l'anima, che vuoi di più?
- Però l'oro... come dire... il bello è scavarlo.
- Il bello è usarlo, fottuto babbeo! Cosa credi, che serva per dormirci sopra? Io, per me, ne ho sempre fatto il meglio. L'ho trasformato in splendidi monili e ho eretto rocche forti come l'acciaio; ho vestito cento nani di maglia di ferro e li ho guidati in battaglia; ho pagato il riscatto di mio padre e ho ingannato un drago. Tu... tu che hai fatto della tua parte?
Il Guerriero esitò a lungo e infine tutto contento rispose: - Ho comprato questa spada.
- E il resto? Devi aver messo da parte una fortuna.
- Beh... ho comprato anche altre spade. Ee assoldato guide. Eeeee pagato preti per avere il favore divino. Sai com'è.
- Ma ti resteranno milioni. Sono dieci anni che scendiamo nel Profondo!
- Undici.
- Undici, sì, undici. E allora dov'è l'oro?
- Sparso qua e là. Uhm... come dire... perso. Una volta che l'ho tirato fuori perdo un po' interesse.
- Sei morto. Io ti ucciderò, qui e adesso.
- Calmati, ora ho questo, di oro - disse il Guerriero, indicando il mucchio ancora a terra.
- Quello basterà appena per la donna del Mago.
- Come sarebbe? Io mica sapevo che era sposato.
- Mai stato tipo da cerimonie solenni, però stavano assieme da anni. Avevano anche una figlia.
- No, non è possibile... e perché non me l'ha detto?
- Riservato come al solito, e forse un po' si vergognava. Con quel lavoro monotono all'archivio della Gilda e una famiglia sulle spalle s'era fatto più cupo. - Lo sguardo del Nano tornò sul pozzo: - Non aveva granché da ridere.
- E io gli ho lasciato tirare giù quel soffitto.
- Non pensarci.
- Ma come, non ci vediamo da anni e non mi dici neppure che hai una moglie e una figlia... - Ora piangeva.
- E' inutile che te la prendi tanto, non c'è più niente da fare e comunque noi non sapevamo...
- Cristo santo, io non volevo questo!
- Non potevi fare nulla, nessuno poteva... tu... tu... tu sapevi. Del Barlog. L'avevi sentito da qualche parte. In quella tua testa di merda piena di leggende... c'era anche il Barlog... zitto da diecimila anni, murato nella cripta.... e tu lo sapevi. Niente può ucciderlo... fiamma d'oscurità... ci hai portato da lui. Abbatti il soffitto Mago, vediamo che c'è... l'hai portato a morire...
- Smettila.
- Ci hai portato a morire!
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