- Tornerò presto, ve lo prometto. Aspettate qui, zitti e buoni.
Floyd Viaggi non aveva mantenuto nessuna promessa negli ultimi dieci anni. Se prometteva che l’indomani avrebbe cagato, sicuramente sarebbe stato male pur di cagare due giorni dopo. Ma stavolta era diverso. Quelli erano bambini, caspita.
Apri la terza porta e si lanciò a reazione per l’incerta rampa di scale che trovò. Scorgeva in lontananza una luce filtrare da sotto una porta. La spalancò e vide un capannone con un’immane distesa di postazioni da lavoro, macchine per cucire. A ogni postazione un cinese incatenato, forse più di quattrocento.
Il capannone era pattugliato da una decina di sgherri della Triade armati. Quattrocentodieci cinesi si voltarono verso di lui, poi dieci ringhiarono un ordine e quattrocento si rimisero subito a cucire terrorizzati. Pur nell’assordante ritmare delle macchine, Floyd sentì il suono di dieci sicure che scattavano.
Dopo i caniserpenti e i bambini, adesso era Floyd nella merda.
Opzioni alternative su come finire grattugiato.
Come Floyd viaggi si improvvisa oratore,
ma il mandarino non lo digerisce.
Floyd si sentiva come una pigmea a letto con un watusso: sarebbe stato doloroso, ma ora non poteva più tirarsi indietro. Certo, poteva chiudersi nella stanza da cui era venuto e frignare come un bambino che non vuole uscire dall’armadio per paura delle botte, ma sarebbe restato in vita per meno di un millisecondo.
Poteva scattare verso l’uscita, ma era talmente distante che sarebbe stato tagliato a metà dalle raffiche di mitra e solo le sue gambe avrebbero raggiunto la porta per forza di inerzia, come in un cartone animato.
Poteva aizzare i caniserpenti contro quelli della Triade. Magari erano caniserpenti velenosi. Ah ah.
Poteva aizzare i cinesi contro quelli della Triade. E che cazzo, erano quattrocento contro dieci. E anche se i Triadi avevano i mitra non potevano radere al suolo quattrocento persone in uno schiocco di dita. E lui, un po’ da egoista, si sarebbe ben guardato dall’essere al fronte quando i mafiosi gialli avessero premuto il grilletto. Forse una trentina di persone ci avrebbero lasciato la pelle prima di soggiogare i carcerieri, ma la libertà non valeva forse il sacrificio? Certo. Magari non il suo.
- Cosa fate lì fermi? Reagite! Liberatevi!
Quattrocento sguardi a mandorla rimasero a seguire il tracciato delle imbastiture nei vestiti cucendi. Non una macchina per cucire rallentò il suo ticchettio, né coprì le risate di scherno dei Triadi.
- Cazzo, muovetevi! Siete un casino più dei bastardi col mitra!
Gli unici cinesi che reagirono all’invito di Floyd furono i dieci della Triade, che si avvicinarono a lui come un maratoneta incazzato e armato che scopre la moglie a letto con un saltatore con l’asta.
Floyd sentì la lingua muoversi del suo, ma non capiva se era la strizza o gli effetti collaterali del piatto tipico polacco della sera prima. Dalla sua bocca iniziò a uscire un flusso di dong e jiong striduli. Sentì anche la voce della bambina, ora limpida come un cd portatile, risuonargli nella mente armonizzando le sue parole.
- Ci provo io, Floyd.
- Che stai facendo alla mia bocca?
- Sto parlando, Floyd.
Il suono rimbalzante della sua voce era diventato cinese. Gli schiavi alzarono lo sguardo a Floyd, e il rumore dei macchinari rallentò fino a scomparire, rendendo il silenzio del capannone irreale come quello di una nevicata dopo un bombardamento.
- Cosa gli sto/stai dicendo?
- Che Pao Chin Tien ha un posto quaggiù in serbo per ognuno di loro, se non fanno qualcosa per meritarsi una vita migliore.
- Ma Paolo Cinte, sì quello là... non aveva detto che era vietato agire direttamente nel mio mondo?
- Si, è qui di fianco a me.
- Ma... e tu? Cosa ti succederà?
- Andrò nel Secondo Palazzo, nell’inferno dei morti di morte violenta. Ma almeno quattrocento miei compaesani eviteranno l’inferno degli ignavi. E un ragazzo italiano con molti problemi eviterà l’inferno della Droga Forzata.
Il primo cinese schiavo che balzò dal tavolo da lavoro verso uno della Triade venne scuoiato da una fucilata al ventre. Il secondo e il terzo riuscirono ad aggrapparsi a un altro mafioso giallo, finché uno sgherro non gli spaccò la testa con il calcio di una pistola. Floyd non volle indagare se il suono secco era quello del calcio della pistola o del cranio dello schiavo.
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