- Devo raggiungere mio padre - mentì Nina. Non intendeva concedere ulteriori vantaggi ai due soldati: vestivano in modo strano, e se non erano militari della Sicurezza, non avevano certo l’aspetto di semplici caprai. E poi, per quanto ne sapeva, le comunità droves non disponevano né di cingolati né di carburante sufficiente a farli muovere.La risposta, però, non aveva soddisfatto l’uomo in mimetica. - Dov’è accampata la tua comunità? - indagò ancora, in tono inquisitorio.
- Sopra un altopiano del monte Aquila - azzardò la ragazza, sperando che si accontentassero di quella notizia e non la interrogassero oltre sull’argomento. Sotto i visori, i due si scambiarono occhiate d’intesa, che questa volta non manifestavano divertimento ma solo fastidio.
L’uomo alto si tolse il caschetto scuro, scoprendo un viso glabro e guance scavate da rughe decise. - Va bene, piccola bugiarda, fuori la verità - incalzò. - Da chi stai fuggendo?
La ragazza si sentì perduta. Lo spilungone si stava rivelando più scaltro di quanto avesse supposto. Oppure era stata lei a facilitargli il compito dicendo qualcosa di troppo o di sbagliato. Decise che, al punto in cui erano le cose, tanto valeva giocare a carte scoperte.
- D’accordo, eccola la verità: sono diretta al monte Aquila, ma non per raggiungere mio padre. Cerco So, il Grande Veggente - disse d’un fiato, mal celando l’imbarazzo che la confessione le cagionava.
- So? Quello della leggenda? - La sorpresa che l’uomo alto aveva voluto esprimere, a Nina suonò falsa. La ragazza, tuttavia, non diede a intendere d’essersene accorta, e iniziò a raccontare della fuga e delle vicissitudini appena trascorse. I due uomini l’ascoltarono senza interrompere. Quando ebbe terminato, il suo diretto interlocutore si avvicinò alla torretta del cingolato e confabulò a lungo con il compagno.
Nina si guardò intorno, furtiva, nell’estremo tentativo d’individuare una possibile via di fuga. Non ne trovò, e allora si rassegnò ad attendere lo sviluppo degli eventi.
- Salta nel carro, forza! - ordinò l’uomo alto, al termine della consultazione. - Volevi raggiungere il monte Aquila? Ti ci portiamo.
Nina lo guardò con sospetto, e non si mosse.
L’altro, quello massiccio appollaiato sulla torretta, le puntò contro l’arma a più canne. - Questo aggeggio fa buchi molto grossi - minacciò, con accento strascicato. - Ti conviene obbedire.
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