Sono uscito dall'ufficio un paio di minuti e ho parlato per telefono con Andrea raccontandogli gli ultimi sviluppi e parlandogli delle ultime considerazioni. Mi ha detto che secondo lui la mia paranoia sta peggiorando. Gli ho anche detto che io, gli altri, sono giorni che non riesco a contattarli, ma Andrea dice che lui li sente regolarmente e che stanno bene. La voce di Andrea mi è sembrata strana. Tesa.
Forse ha ragione. Sto peggiorando.
Venerdì (ore 15.00)
Stefania è arrivata da me di corsa, quasi trafelata. Si è scusata mille volte per non avermi raggiunto per pranzo, mettendomi in imbarazzo davanti ai colleghi dell'ufficio. Aveva due occhi strani. Sembrava eccitata. Io ho chinato il capo e le ho risposto che non c'erano problemi. Che avremmo pranzato insieme, magari, un'altra volta. Domani, ha suggerito. Domani, ho accettato io. Poi è uscita dal mio ufficio. Aveva un odore forte e piacevole. Non so che tipo di profumo fosse, ma è rimasto nella stanza per tutto il pomeriggio. La testa ha smesso di farmi male verso le cinque, ma la gola no. Devo essermi veramente ammalato.
Appunto: avrei bisogno di usare il programma di Andrea. Mentre inserivo degli indirizzi nel database per il reparto commerciale ho avuto una delle mie intuizioni e ho cominciato a tracciare su un foglio l'elenco delle zone grigie di cui sappiamo l'esatta ubicazione. Avrei bisogno di qualcosa che mi permettesse di ruotare la seconda griglia, di variare le punte del diagramma che sta studiando Mario e di esaminare le possibili implicazioni. La prossima data - la prima delle date probabili - è sempre più vicina e io sto iniziando a pensare che non abbiamo ancora calcolato tutto. E se Modena non fosse il posto giusto? E se io fossi qui per niente? Se l'area fosse, ad esempio, quella di Mantova o di Ferrara? Le profanazioni che sono avvenute a Cerea sono sembrate troppo palesi e abbiamo tutti pensato siano state opera di qualche derivazione. Ma se avessero reso la cosa così "scontata" apposta? O se ormai fossero così avanti da potersi permettere di svelare parte dello schema?
Venerdì (ora di cena)
Ho cenato solo come sempre. La pizza della Santa Lucia era buona, ma il ragazzo che me l'ha portata non era il solito. Ho chiesto come mai, e quello nuovo non mi ha saputo dare una ragione convincente. Aveva uno sguardo perso. Sembrava quasi stordito. Ho telefonato in pizzeria con una scusa, dicendo di essere un amico del garzone che conoscevo io, e loro mi hanno detto che era in ferie. Ferie a metà novembre? Ho mangiato la pizza lo stesso. Ero stanco, non stavo bene e non avevo voglia di cucinare o di uscire. Il mio gatto mi ha guardato male. Ho provato ancora a contattare gli altri senza riuscirci.
Prima di addormentarmi ho provato a continuare la traduzione ma non ho potuto fare molto. I simboli, alla luce bassa della lampada del mio studio, continuavano a confondersi davanti ai miei occhi. Se continua a destabilizzarsi così non so per quanto potrò usare la tavoletta.
Sabato
Oggi mi sono alzato tardi. Come ieri la mia testa è pesante e confusa. Mi sembra di essere lento a fare le cose, lento a capirle. Devo concentrarmi per ricordare cose banali. E mi sembra di avere sempre qualcuno intorno che mi osserva e che scompare appena mi giro. Ho preso un paio di aspirine e mi sono messo davanti alla televisione. Quest’attesa mi sta uccidendo. Quando sono partito, tre anni fa, non avevo affatto immaginato che sarei arrivato a un punto come questo. Gli altri sembra che stiano reagendo meglio di me. Forse hanno sbagliato a scegliermi. Forse cederò prima che sia arrivato il momento. Anche se non credo che, se le cose dovessero andare nel verso sbagliato, ci sia un posto dove fuggire. Per nessuno.
Ho paura? Può darsi. Fare solo traduzioni e ricerche mi sembrava un compito più tranquillo. Anche se in fondo, anche ora, queste sono più o meno le uniche cose che faccio. E' che probabilmente prima non ci credevo del tutto a questa cosa. Forse prima giocavo e basta. Mi piaceva l'idea di avere uno scopo. Di fare parte di un progetto. Progetto che gli altri però hanno sempre chiamato con un nome ben diverso: guerra.
Sabato (10.26)
Mi domando se sarei veramente pronto ad agire. Cioè, se mi arrivasse l’ordine, io avrei il coraggio di compiere quanto il mio nuovo ruolo mi impone? Avrei lo stomaco per farlo?
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