La testa mi fa un male assurdo. Ho preso di tutto ma non c'è verso di dormire. Penso spesso a Stefania e mi sento turbato. Sono riuscito a mettermi in contatto con Luca. Mi è sembrato strano, scostante. Mi ha ripetuto più volte che andava tutto bene e mi ha assicurato che lo schema che stiamo contemplando è quello giusto, che le mie nuove considerazioni erano già state fatte e che erano state scartate perché non plausibili. Devo mantenere il controllo, mi ha detto, devo restare calmo e vigile. Poi mi ha chiesto di non provare più a chiamarlo prima della fine della settimana prossima. Deve partire e raggiungere Antonio. Torneranno insieme con nuove e vitali informazioni. Abbiamo trovato i due manufatti che cercava il gruppo di Siviglia, ha detto, e sembra che a Kiev una persona particolarmente dotata si sia unita al secondo livello. Qualcosa si sta muovendo, ha aggiunto con un tono indecifrabile, manca poco perché i giochi inizino a venire alla luce. E finalmente abbiamo un piano operativo, ha detto poco prima di interrompere con un filo di voce, anche se dobbiamo compiere alcune mosse molto tristi che non ci piaceranno. Quest'ultima frase mi è rimasta impressa nella mente per un tempo lunghissimo. Come se l'eco fosse rimasto imbrigliato nella cornetta anche quando ormai non sentivo che un silenzio innaturale.

Ripensandoci, il locale dove sono stato a mangiare oggi con Stefania aveva qualcosa di inquietante. La luce bassa, i mobili in legno scuro. Eravamo quasi gli unici clienti. Gli altri non parlavano ad alta voce e sembravano non mangiare quasi nulla. I vetri erano spessi e smerigliati. Non si vedeva fuori, e da fuori non si vedeva dentro. Poi i rumori! I vetri devono essere stati almeno doppi, perché non mi ricordo di avere sentito nulla, a parte la voce di lei e una musica tenue di sottofondo. Che canzoni ho sentito? Non ricordo bene, ma mi sembrava qualcosa di vecchio. Rock italiano anni settanta. E mai la voce di un dj.

Domenica (0.12)

Mi sono alzato (tanto non riuscivo a dormire) e ho preso le pagine gialle. Non ricordo il nome del ristorante, ma so dov’è: Piazza Redecocca. Sotto la voce "ristoranti" c'è n'è solamente uno lì: quello di fronte alla scuola. Nessun altro. Ho fatto il 12, ma non ha risposto nessuno. Ho provato più volte ma la linea suonava sempre libera senza che nessuno rispondesse. Il 12 non è un servizio ventiquattro ore su ventiquattro?

Piazza Redecocca. Ho preso un foglio e ho tracciato lo schema quattordici di Amos. Ho allargato e ristretto l'area delle punte. Ho preso la tavoletta e ho cercato di focalizzare gli ideogrammi. Niente. Quasi, ma niente. Poi ho cancellato San Francesco e ho aggiunto al suo posto il ristorante in Piazza Redecocca. Ho provato lo schema diciotto. E se fosse? se fosse lo schema diciotto? Se è quello lo schema anche la mia casa fa parte dell'area.

Ho fatto un grosso respiro e poi ho preso un analgesico. Sto diventando veramente paranoico?

Domenica (0.27)

Come ha fatto Stefania a sapere dove abitavo? Gliel'ho detto io in ufficio? Non mi sembra. Forse ha chiesto a qualcuno. Chissà. La testa va un po’ meglio, ma mi sento stanco e intorpidito. Mi sono fatto una camomilla e poi mi sono messo a leggere il Carlino di venerdì. Quando sono arrivato alla cronaca locale ho sentito il mio cuore fermarsi: hanno preso anche Mario! Il corpo in stato di decomposizione che la polizia ha trovato aveva la testa staccata, ma la macchina in cui giaceva era la sua. La ricostruzione fatta dalla polizia è di un incidente dall'esito singolare: l'auto ha sbandato in una curva vicino a Castel D'Aiano ed è finita in una scarpata decapitando il guidatore. La causa più probabile è un colpo di sonno, o forse l'alcol, dice il giornale. Secondo le rilevazioni il tutto è capitato a inizio settimana, ma la cosa è stata scoperta per caso da un ciclista solo giovedì.

Altro che incidente: alla fine hanno preso anche Mario. E sono riusciti a dissimulare la cosa come sempre.

Adesso sono stanco. Troppo. Sento che c'è qualcos'altro di importante che mi sfugge. Ma gli occhi mi si chiudono da soli. Ci penserò domani mattina.

Domenica (3.21)