Archimede ha dimostrato che l'area di un cerchio di raggio r è uguale a pigreco r2, senza mai tener conto del cerchio di cui si proponeva di calcolare la superficie. Perché io non dovrei riuscire a ingannare l'Ouroboros, a dirottare lo scorrere delle spire del serpente che divora la propria coda e mentre si fagocita rigenera se stesso, avvalendomi del medesimo metodo di esaustione?
Anche Zenone dimostrò che la lenta tartaruga avrebbe sempre sconfitto Achille pié veloce se solo questi le avesse concesso un vantaggio. Ecco, Zenone lo dimostrò utilizzando la logica per i fini dell’illogico.
Sussiste forse dubbio che Achille, se condotto su un campo di gara a sfidare un'inerme tartaruga, pur concedendole grandi vantaggi, non riuscirebbe a sconfiggerla? Che speranza avrebbe mai la lenta tartaruga? Ma Zenone dimostrò che essa avrebbe vinto. E allo stesso modo ogni logica è contro di me. Ogni volta affronto il paradosso ed esso mi sconfigge. Ogni volta Maura muore.
Ogni mio viaggio nel passato - come ogni corsa di Achille - è una lotta contro il paradosso.
Vi sembro pazzo?
Provate. Misuratevi in corsa con quell'animale strisciante. Provateci. Ditemi poi quanti metri dietro di voi si trovava quando avete tagliato il traguardo.
Ma Zenone ha dimostrato che non è possibile.
Quindi, perché io non dovrei riuscire a tagliare il mio traguardo?
- Come mai prima, stasera?
L’unica cosa che riesco a prevedere: queste sue parole. Il resto è affidato al caso, al destino, al principio di indeterminazione. La prima volta entrai in casa con irruenza. Non avevo ancora imparato quanto fosse inutile l’irruenza.
- Vai in camera da letto. Non stare davanti alla porta.
Volevo allontanarla il più possibile dal posto dov'era stata uccisa.
- Perché?
- Non capisci, Maura. Non devi stare qui.
- Che succede? Sei pallido.
Non l'ascoltavo. Chiusi la porta alle mie spalle e mi ci appoggia con tutto il peso del corpo, come per trattenere fuori il resto del mondo. Il sorriso sparì dalla sua bocca.
- Se hai deciso di farmi una scenata, fallo da persona civile - disse. Io non capivo.
- Come l'hai saputo? - mi incalzò.
- Cosa?
La sua espressione preoccupata.
- Maura, perché dovrei farti una scenata?
Taceva. Aveva gli occhi sbarrati e taceva. Era una risposta quel silenzio? Era la risposta che temevo?
- Maura, amore, perché? Ho fatto tutto questo per te - dissi. E avrei voluto raccontarle del dolore per averla perduta, delle lunghe notti insonni trascorse a rendicontare minuti e stilare elenchi. A ricordare le minuzie grazie alle quali ora avrei potuto salvarla. Maura continuava a tacere.
Forse prima ho sbagliato: la mia follia - se è vero che sono pazzo - è nata quella sera, davanti al suo viso muto, mentre subivo la sua confessione silenziosa. Sentivo di averla ritrovata e già persa.
-Mi fai paura - disse.
Friday left me fumblin' with the blues
Solo macchie di colore. Figure sfocate.
And it's hard to win when you always lose (3)
Ero in piedi accanto al suo corpo raggomitolato per terra. Un'aureola di sangue si allargava sul pavimento.
Tom Waits cantava Fumblin' with the blues.
Maura mi sorride.
- Non entri?
- Attendo il tuo permesso.
Ride. - Che scemo che sei! - E spalanca la porta. Sento lo stomaco contrarsi. La musica per un attimo tace.
Ho dedicato la mia vita alla sua salvezza. La mia anima, ormai, è una polpa molle e delicata, protetta in maniera insufficiente da una dura scorza di assassino. Innumerevoli volte ho varcato questa soglia e ascoltato Jersey girl e Fumblin' with blues, le due tracce che fungono da colonna sonora di questi pochi minuti che ho scelto di rivivere all'infinito.
Innumerevoli volte il suo sangue ha macchiato le mie mani.
Mi sorregge solo la consapevolezza che, per quanti sforzi io compia, Maura morirà comunque ogni volta. Per mia mano, se tornerò in questo istante, davanti alla sua porta. Per mano di chissà chi se rimarrò nel mio tempo a torcermi nel rimorso di un ritardo piccolo ma non insignificante.
Ma so che riuscirò a forzare la logica circolare dell'Ouroboros. Il metodo di Zenone è paradossale ma implacabile nella sua logica incontrovertibile. La lenta tartaruga è sempre, di un infinitesimo, avanti ad Achille. La lenta tartaruga, che sembra destinata a perdere, e invece vince. Ma io riuscirò un giorno a tagliare il traguardo prima di lei, perché nella realtà non esiste tartaruga che possa battere nella corsa un essere umano
1 commenti
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Testo cancellato dal gestore del sito
Quello inviato non è un commento al racconto, bensì un'invettiva che non ha nulla a che vedere con quanto pubblicato qui. Malumori e beghe personali vanno gestite in altre sedi. Grazie
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