Il film si intitolerà Believe It or Not!, titolo che trae origine dalla rubrica di fumetti tenuta da Robert Ripley, e sarà distribuito nel 2007.

La sceneggiatura, scritta da Larry Karaszewski e Scott Alexander che già collaborarono con Tim Burton per Ed Wood, racconterà degli straordinari viaggi di Ripley in compagnia di alcuni amici dotati, ciascuno, di particolari un’abilità.

Per il ruolo del protagonista è stato contattato Jim Carrey, il quale sarà probabilmente affiancato dall’attrice cinese Gong Li. Il fidato e talentuoso Danny Elfman sarà l’autore delle musiche.

 

Per ora questo è il poco che si conosce del film, ma la domanda è: chi è Robert Ripley?

Famosissimo negli Stati Uniti, Ripley è quasi sconosciuto in Europa e soprattutto in Italia.

L’eclettico Robert Leroy Ripley nacque in California nel giorno di Natale del 1893.

Artista autodidatta e dotato di notevole talento, a soli 14 anni riuscì a vendere un suo disegno alla rivista Live. Dopo una breve carriera nel baseball, interrotta a causa di un incidente, Ripley si dedicò in modo professionale al disegno creando fumetti di argomento sportivo prima per il San Francisco Chronicles e poi per il New York Globe.  Fu proprio per questo giornale che Ripley inventò la sua prima raccolta di fatti e imprese strane.

I fumetti, che avevano per tema insoliti successi sportivi, furono all’inizio presentati nella rubrica Champs and Chumps, tuttavia l’editore desiderava un titolo che descrivesse meglio la bizzarria di questi eventi e, dopo molte discussioni, venne cambiato in Believe It or Not!: decretando il successo del fumetto e facendo nascere quello che sarebbe diventato il motto simbolo di Ripley.

Appassionato e curioso di conoscere culture lontane e sempre alla ricerca di nuove stranezze, Ripley trascorse molta parte della sua vita viaggiando intorno al mondo. Le sue case erano piene delle insolite testimonianze dei suoi viaggi: tappezzerie cinesi, totem dall’Alaska, una collezione di boccali da birra tedeschi e gigantesche statue di bronzo dall’oriente.

Gli anni ’30 – ’40 furono il periodo d’oro di Ripley.  Sia nelle piccole cittadine che nelle metropoli degli Stati Uniti, la gente riempiva teatri e cinema per ascoltare i suoi racconti o vedere i suoi film; ma fu con l’avvento della televisione che Ripley poté finalmente presentare le sue meraviglie al mondo intero.

Nel 1933, a San Francisco, venne aperto il primo Odditorium, una sorta di museo dove venivano esposte le bizzarrie trovate da Ripley, a cui fecero seguito altri musei in molte città degli Stati Uniti.

Odditorium Show a Hollywood
Odditorium Show a Hollywood

Ripley morì nel 1949, ma il suo “Believe It or Not!” gli è sopravvissuto diventando un marchio registrato sotto il quale vengono ancora distribuiti fumetti e libri,  aperti musei e create trasmissioni televisive: la più recente presentata da Dean Cain, il Superman televisivo. 

 

Ripley creava i suoi fumetti ogni giorno dalle 7 alle 11, disegnandoli sempre capovolti. Era un uomo che vestiva con colori brillanti e fantasie, indossava cravatte con ali di pipistrello e scarpe di colori diversi. Collezionava macchine, ma non sapeva guidare. Non nuotava, ma aveva una collezione di barche che includeva anche un’autentica giunca cinese.

Qualcuno lo definì un bugiardo accusandolo di esagerare i fatti, ma Ripley era sempre pronto a dichiarare di essere in grado di fornire le prove per ogni cosa che presentava.

La fama di Robert Ripley sopravvisse alla reputazione di uomo bizzarro amante di stranezze,  la sua personalità era sotto molti aspetti insolita, così come le storie e gli oggetti che collezionava.

Un personaggio con queste pecularità poteva essere portato sullo schermo solo da Tim Burton. www.fantasymagazine.it/approfondimenti/5301/