Grottesco, esagerato, sporco, esilarante, originale, ambiguo, tagliente, pigro, geniale. Su Minoriteam - serial a cartoni animati trasmesso nella fascia tardo-serale Adult Swim della rete Cartoon Network - la stampa ne sta dicendo di tutti i colori; tutto e il contrario di tutto. Minoriteam, team delle minoranze: etniche, s'intende! Supereroi stereotipi in guerra contro gli stereotipi, secondo i creatori Adam de la Peña, Todd James e Peter Girardi. Satira estrema sul razzismo, che omaggia e al contempo dissacra sia lo stile grafico di Jack Kirby, Re dei disegnatori di supereroi, sia i vecchi cartoni animati del Marvel Super Heroes Show proposti anni fa in Italia da Supergulp.
Problema: prendete un trio di giovanissimi veterani dell’offensivo e disturbante Crank Yankers, show satirico per adulti a base di pupazzi animati. Immaginate che il terzetto, composto da sfegatati cultori di fumetti supereroistici d'annata, cerchi l’idea per una nuova serie animata; tenete presente l'idolatria spinta fino al feticismo che costoro nutrono per l'opera, le creazioni e il mito di Jack Kirby (la foto in apertura d'articolo ritrae i tre nel loro studio... e parla da sola). Volendo parlare di razzismo con il registro narrativo a loro più congeniale - la satira sferzante al limite del cattivo gusto... o anche oltre - e mirando ad animare la serie con pochi mezzi, così da mantenere una buona libertà creativa, cosa potrebbero inventarsi de la Peña, James e Girardi?
Se avete ipotizzato una risposta, allora forse – e dico forse - vi siete appena appena avvicinati a quel che il trio ha sfoderato dal proprio cilindro magico.
I pochi visti dai più...
Cominciamo parlando degli eroi, i componenti del Minoriteam: il leader del gruppo è il cinese Dr. Wang, dotato di un cervello potente come un calcolatore; Fasto è un afroamericano che sa correre come il vento; El Jefe un messicano che combatte il crimine brandendo un bastone bionico; Non-Stop un indiano dalla pelle impenetrabile come un'armatura. E Jewcano, parte ebreo e parte vulcano, è capace di prodigi mistici di divina possenza.
Come dite? Niente di strano? La solita aria fritta? Ma il punto è che ognuno dei cinque supereroi esaspera volutamente uno stereotipo etnico o razziale. La missione che il gruppo si pone è: "Combattere per la gente di qualsiasi colore, purché non bianca... a meno che non si tratti di bianchi ebrei".
Il Dr. Wang, come ogni cinese che si rispetti, è proprietario di una lavanderia a gettone. La sua superintelligenza è l'essenza stessa della diabolica, spietata propensione calcolatrice della sua gente. Il rabbioso Fasto è l'incarnazione del rancore nero. Il messicano El Jefe, nascosto sotto un largo sombrero, è pigro e indolente ed è anzitutto per questo che fa uso del bastone. L'armatura di Non-Stop si è sviluppata dopo che l'indiano si è beccato in petto le pallottole di più di duecento tentativi di rapina all'emporio da lui gestito. E la quasi onnipotenza biblica di Jewcano? Beh... lui può compiere qualsiasi miracolo portentoso desideri compiere; da buon giudeo deve solo avere fede.
...e viceversa!
Contro chi combattono eroi così grotteschi, che - va detto - hanno tutti un alter ego quanto più possibile comune e distante dai rispettivi stereotipi etnici? Ovviamente contro qualsiasi idea razzista, vera o presunta. Contro convinzioni diffuse, distillate e presentate anch'esse in forma stereotipa: idee insulse e astratte incarnate in tangibili supercriminali altrettanto paradossali.
E allora ecco supercattivoni quali: The White Shadow (Ombra Bianca) - alias la Illuminata Piramide che compare sui dollari statunitensi - e The Corporate Ladder (Organigramma), rampa di scale con un ultimo gradino talmente alto da non poter essere scalato da nessuno (nessuno che provenga da una minoranza - è sottinteso).
E poi, un uomo con una (bianca) gomma per cancellare al posto della testa - The Standardized Test - simbolo della (ormai paranoica) convinzione che qualsiasi prova d'abilità scolastica o aziendale sia costruita per favorire solo i bianchi.
E via di questo passo, sorvolando su altri concetti/criminali davvero politicamente scorretti, citiamo almeno il geniale Racist Frankenstein (Frankenstein Razzista): mente di razzista in corpo di mostro!
Scelte artistiche e tecniche
Omaggio e dissacrazione dei fumetti supereroistici d'epoca, quindi, oggi da molti ritenuti pregni di involontari (ma anche non) sottintesi razzisti. Fedeli ai loro intenti satirici, Adam de la Peña, Todd James e Peter Girardi ricalcano gli aspetti visuali naif più grotteschi dei comics d'annata, razziando a piene mani soluzioni grafiche già anticipatrici di certi stili underground ormai largamente metabolizzati altrove (i graffiti metropolitani, per esempio). E quale altro autore che il prolifico e immaginativo Jack Kirby si presterebbe meglio alla razzia?
L'intera serie di Minoriteam è realizzata in uno stile inconfondibilmente Kirbiano, reso in modo fedele ma anche fortemente parodistico. Tanto per fare un esempio: il Dr. Wang, si muove in carrozzella come il (Kirbiano) Charles Xavier degli X-Men e il suo cranio ipertrofico è ripreso pari-pari dal Capo, il supercriminale ideato da Kirby come antagonista di Hulk
Ma come fare ad animare un disegno tratteggiato in Kirby-style? Quelle chine così marcate, quelle prospettive così ardite e deformate (già pensate per dare alla staticissima carta stampata un dinamismo che persino il cinema avrebbe raggiunto molto più tardi, una volta conquistata la totale libertà di manipolazione digitale)? E come esaltare nello spettatore quel feeling di supereroismo d'annata, oltre che limitare lo sforzo tecnico necessario?
La risposta è... Supergulp! O meglio, la limitatissima animazione in stile fumetti-in-tv del Marvel Super Heroes Show, datato 1966 e trasmesso in Italia nei tardi anni '70 nell'ambito della famosa trasmissione contenitore. Due disegni statici rapidamente alternati, una vibrante onomatopea sovrapposta (un bel Pow!... o magari un Ka-Boom!) ed ecco realizzati come minimo cinque secondi di animazione. Una scelta stilistica, certo, ma anche pragmatica. In soli 5 mesi dalla trasmissione dell'episodio pilota (novembre 2005) il trio di autori è riuscito a realizzare un'intera stagione dello show.
Beh, sì... però...
La stampa Usa (ma anche il pubblico) si sta dividendo in due fazioni riguardo il giudizio sullo show. Molti sembrano annoiati dall'animazione poverissima, mostrando di non aver compreso che è anche una scelta stilistica logica, non solo accessoria o di comodo. Anche alcuni fra i vecchi fan di Crank Yankers si dicono delusi dalla nuova prova dei loro beniamini. Qualcuno si spinge a dire chiaro e tondo che i tre si sono fatti prendere un po’ troppo la mano, cadendo in una sorta di legittimazione di un razzismo all'incontrario... verso i bianchi.
Non è facile farsi un'idea precisa sulla serie leggendo le opinioni espresse oltreoceano. E' probabile che, causa frenesia produttiva, la riuscita dello show sia altalenante e non del tutto in linea con le intenzioni dichiarate. Eppure alcuni commenti arrabbiati o disgustati fanno sospettare che esista un diffuso rifiuto psicologico verso il tema stesso della serie e non solo (qua e là) verso qualche eccesso di dubbio gusto.
Il che potrebbe significare sia che Minoriteam ha mancato il bersaglio, sia che l'ha colpito... colpito perfettamente al centro.
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