Sotto i riflettori della Croisette il regista messicano Guillermo del Toro aspetta che il 27 maggio venga proiettato il suo Pan's Labyrinth (notizie/3968/), fiaba cupa ambientata nella Spagna del 1944, un paese ancora sconvolto dagli strascichi della guerra civile e stretto nella morsa della dittatura del generale Franco.
Protagonista del film è la giovane Ofelia (Ivana Baquero), una dodicenne che con la famiglia lascia la città alla ricerca di una vita migliore. Padre, madre e figlia si rifugiano in una vecchia casa di campagna nel nord del paese. Qui la bambina, dotata di una straordinaria immaginazione, incontra un’inquietante creatura: il dio Pan (Doug Jones) che le farà da guida nel suo mondo fantastico.
Per il regista e sceneggiatore, impegnato nell’attività promozionale del film in concorso alla cinquantanovesima edizione del festival del cinema di Cannes, è già tempo di guardare al futuro e agli impegni che lo legheranno al collega e amico Alfonso Cuaron (Harry Potter e il prigioniero di Azkaban) con il quale realizzerà Streghe, film tratto dal racconto di Roald Dahl.
Dopo anni in cui sui nostri schermi hanno sfilato streghe belle e buone, studentesse di stregoneria dal cuore puro e dai buoni sentimenti, con questa nuova avventura presa in prestito dal bizzarro mondo creato dal famoso autore scozzese tornano quelle losche figure che hanno popolato gli incubi di milioni di bambini. Donne cattive che dietro a una maschera di normalità nascondono occhi rossi e crani orrendamente calvi, nei pelosi e nasi adunchi, che avvelenano mele succose e chiudono in gabbia bambini golosi per farli ingrassare e poi cuocerli in forno.
Al grido di “un bambino al giorno equivale a cinquantadue bambini all’anno” le streghe inglesi, riunite nell’annuale congresso per la prevenzione dei crimini contro l’infanzia, hanno ordito un piano semplice ed efficace per uccide tutti i bambini. Secondo quanto previsto dalla Grande Strega sarà sufficiente distribuire delle tavolette di cioccolata avvelenate da una speciale pozione in grado di trasformare quei disgustosi mostriciattoli in topi alle 9 precise del giorno successivo. Le streghe contano sul fatto che le maestre, spaventate e inorridite dalla repentina trasformazione dei bambini, uccidano gli allievi con scope e trappole per topi.
Per dimostrare la bontà della pozione la Grande Strega trasforma un bambino innocente in un topo. Alla scena assiste anche il giovane protagonista della storia che, scoperto dalla streghe, finisce col subire la stessa sorte del coetaneo. I due, superando gli ostacoli e i pericoli che si possono celare in un mondo abitato da umani e da gatti, riescono a sfuggire alle streghe e a sabotare il loro piano.
Del Toro non è il primo regista a cimentarsi con questa storia pubblicata nel 1973. Prima di lui è stato l'inglese Nicolas Roeg (approfondimenti/5284/) a trasportare The Witches sul grande schermo. La produzione Del Toro – Cuaron, comunque, non sarà un sarà un remake del film interpretato da Anjelica Huston, Mai Zetterling e Rowan Atkinson alla fine degli anni ’80. Il regista, infatti, ha tenuto a precisare che il brillante film di Roeg “per certi aspetti è troppo lontano dall’originale.”
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