La teoria che vuole i vichinghi scopritori dell'America potrebbe trovare finalmente conferma. Una nuova analisi chimica condotta dai ricercatori dello Smithsonian Center for Materials Research and Education di Washington confermerebbe l'autenticità della mappa di Vinland, documento precolombiano che costituisce la prima rappresentazione conosciuta del Nord America, a lungo considerata un falso.
La mappa, scoperta nel 1950, traccia il profilo di alcune isole che oggi fanno parte del territorio canadese: Helluland, Markland e Vinland (conosciute come Terranova, Labrador e Baffin Island), tre regioni che i vichinghi islandesi avrebbero scoperto attorno all'anno 1000. Se la pergamena fosse autentica e la datazione con carbonio radioattivo all'anno 1434 venisse confermata da future indagini, la mappa potrebbe essere la prova che gli esploratori nordici erano in grado di viaggiare dall'Europa all'America molto prima che Colombo sbarcasse a San Salvador.
Il risvolto più intrigante è che gli europei, tra cui forse lo stesso Colombo, ne sarebbero stati al corrente. I risultati dello studio americano riaprono una disputa iniziata nell'estate del 2002. Uno studio britannico sull'inchiostro della mappa aveva smentito la prima datazione al 1434 bollandola come falso del ventesimo secolo su una pergamena del quindicesimo. All'epoca i manoscritti erano confezionati con inchiostri a base di carbonio o a base di ferro. Questi ultimi avevano la caratteristica di lasciare una traccia gialla durante l'invecchiamento. I ricercatori britannici analizzando l'inchiostro hanno dimostrato che la parte scura dell'inchiostro contiene carbonio, quella gialla sarebbe invece stata aggiunta da un falsario del ventesimo secolo che era a conoscenza di una delle tecniche usate cinquecento anni prima. La macchia gialla inoltre contiene anatase, una sostanza chimica non sintetizzata prima del 1917.
Tuttavia secondo la ricercatrice Jacqueline Olin, dello SCMRE la nuova analisi dell'inchiostro ne prova l'autenticità. La presenza di carbonio nella parte scura delle iscrizioni potrebbe essere stata aggiunta all'inchiostro a base di ferro per consentire ai copisti di controllare la mappa prima che l'inchiostro, normalmente trasparente, facesse reazione con la pergamena diventando nero. Olin ha fornito una giustificazione per la presenza di anatase (un derivato del biossido di titanio relativamente rara allo stato naturale) nel testo, sottolineando che essa sarebbe stata presente nel ferro usato per produrre l'inchiostro. La prova definitiva secondo la Olin è tuttavia la presenza di rame, alluminio e zinco nell'inchiostro, una pratica coerente con la metallurgia medievale che non poteva essere nota a un falsario di inizio secolo. (News2000)
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