Solo nel 2007 vedremo In the name of the King, la nuova fatica di Uwe Boll, neanche a dirlo, tratta dal videogioco Dungeon Siege (e siamo a quota quattro, dopo BloodRayne, Alone in the Dark e House of the Dead; ma la serie non è finita: all’orizzonte già si profila Postal), e sul sito ufficiale è già disponibile il trailer.

http://www.inthenameoftheking.com/trailer/dsnew.mov

Come avevamo già avuto modo di anticipare, il film, tratto dal videogioco della Microsoft Game Studio, racconterà l'epica battaglia degli abitanti del regno di Ehb, che, guidati da un umile contadino, Daimon (Statham), riusciranno a tenere testa a esseri mostruosi, comandati dal terribile Gallian (Liotta).

Jason Statham, il protagonista, è affiancato da John Rhys-Davies, Ray Liotta, Leelee Sobieski e Burt Reynolds.

Nel pacifico

Regno di Ehb

Il male sta crescendo

La magia nera

È ovunque

Ora un uomo

Deve combattere

Per salvare sua moglie

E il regno

Così inizia il nuovo trailer, che non si discosta molto dal teaser già pubblicato e ne conferma le sensazioni non molto positive

Tra scene che ricordano Braveheart; castelli medievali in lande desolate rigorosamente New Zeland Like; un annoiato Burt Reynolds nei panni di Re Konreid, terribilmente somigliante a Sean Connery nell’Ultimo cavaliere; l’immancabile eroe riluttante e un malvagio inguantato in impermeabile nero alla Matrix (di ispirazione wachowskiana ovviamente anche le consuete scene di combattimento al rallentatore), che comanda truppe di guerrieri follemente amanti delle coreografie che combattono per il bel gesto e che se avessero a disposizione lunghissime scalinate e scudi skate farebbero tantissime e spericolate surfate, il povero Gimli (John Rhys-Davies) tornato alle normali dimensioni e alle prese con una recitazione teatrale enfatizzata (ma in genere tutti pronunciano le loro battute come se ogni parola pesasse una tonnellata), scorrono i due minuti di proiezioni che lasciano lo spettatore con una certezza: questo non sarà una pietra angolare della cinematografia fantasy. 

Non è sufficiente scimmiottare gli scenari e i fotogrammi jacksoniani per ricreare la magia del Signore degli Anelli e purtroppo non nutriamo molte speranze che il regista tedesco sappia sfornare un film degno di essere ricordato, considerate le precedenti prove assai deludenti. Se queste sono le immagini che dovrebbero convincerci a correre al cinema non possiamo certo lamentarci se una volta usciti dalla sala ci accorgeremo che la pellicola non è stata all’altezza delle nostre (basse) aspettative.