Cagliostro ottiene quindi prestigio e notorietà dalla massoneria. Stringe solide amicizie con gli stranieri e i borghesi che l'affascinante mondo massonico attrae. Conosce le idee di libertà intellettuale e tolleranza religiosa che la massoneria propaga e conosce i segreti dei cavalieri templari, che si diceva fossero custoditi dagli alti gradi massoni. Ma non si accontenta. Il grande alchimista vuole un culto tutto per sé, basato sulla sua figura, un mito che deve durare in eterno (e in questo forse è riuscito, visto che ancora oggi si parla di lui). Crea pertanto una sua “branca” della massoneria, di tipo egiziano, basata su pratiche rituali che si propongono la rigenerazione del corpo e dell'anima. Di questa nuova loggia possono far parte tutti i massoni “ordinari”, ma c'è una novità, sono ammesse anche le donne. Cagliostro è a capo della loggia, con il nome di “Grande Cofto”, mentre Lorenza, che ormai tutti chiamano contessa Serafina, regge le assemblee femminili, col titolo di “Regina di Saba”.
Il successo è enorme. Cagliostro identifica nella filosofia massonica un canale di promozione e legittimazione sociale, con cui non interferiscono le differenze razziali, ideologie politiche o religiose. Ha saputo tingere di mistero gli avvenimenti della sua vita, costruendosi un passato fatto di epoche remote, viaggi avventurosi al limite della geografia conosciuta, ricerche ed esperimenti basati sulla negromanzia e sulla cabala ebraica. Sostiene inoltre di essere un membro dei Cavalieri di Malta, un massone egiziano e di avere scoperto la leggendaria pietra filosofale, grazie alle sue capacità alchemiche. Inventa pozioni dalle capacità curative eccezionali, come il “Vino d'Egitto” e addirittura l'Elisir di lunga vita. Egli stesso infatti afferma di essere in realtà molto vecchio e di avere oltre duecento anni. Con le cosiddette “polveri rinfrescanti” Cagliostro compie portentose guarigioni, curando gli ammalati spesso senza nessun compenso.
Grazie ai mezzi della massoneria e alle cognizioni acquisite, ha l'occasione di soddisfare ogni ambizione. Il nuovo rito egiziano di cui è “Gran Cofto” affascina nobili e intellettuali, con le sue iniziazioni e pratiche rituali. Grande risalto ha anche la figura di Serafina, presidentessa di una loggia che ammette anche le donne. Questo successo lo porta, nel periodo dal 1777 al 1780, ad attraversare tutta l'Europa centro-settentrionale, dall'Aia a Berlino, dalla Curlandia a Pietroburgo, alla Polonia.
La scalata al successo
Nel 1779 la sua magia conquista la stima della zarina Caterina II. Alla corte di Varsavia, nel maggio del 1780, viene accolto trionfalmente dal sovrano in persona. Fino al 1782 esercita come guaritore a Strasburgo, curando gratuitamente gli ammalati che affollano la residenza. Salva il segretario del marchese De la Salle, guarisce il cavaliere di Langlais e predice la data di morte precisa dell'imperatrice Maria Teresa. Cagliostro si comporta come un filantropo, conosce gli elementi del magnetismo animale, i segreti alchemici, ha la capacità di infondere fiducia o di turbare l'interlocutore, ha uno sguardo penetrante ritenuto da tutti soprannaturale. Questi elementi contribuiscono a rafforzare il fascino e l'alone di mistero e di leggenda che lo accompagnano.
Conquista la stima e l'ammirazione del filosofo Lavater e del gran elemosiniere del re di Francia, il cardinale Rohan, entrambi a Strasburgo in quegli anni. Il taumaturgo raggiunge l'apice del successo in Francia. Dopo un anno di residenza a Bordeaux si trasferisce con sua moglie a Lione. Qui consolida il rito egiziano e istituisce la sua “madre loggia”, la Sagesse triomphante. Ottiene una sede principesca dove riceve tutte le personalità più importanti. Nel 1785 Cagliostro è a Parigi come guaritore di corte. È famosissimo, il popolo, i nobili, la borghesia, tutti vogliono conoscerlo, con eccessi di ammirazione che raggiungono il fanatismo. In quel periodo viene chiamato il “Divino Cagliostro” e viene raffigurato ovunque; sugli anelli, sulle tabacchiere, sui ventagli per signore. Addirittura Luigi XVI dichiara colpevole di lesa maestà chiunque osi ingiuriarlo.
Cagliostro continua nelle sue profezie. Un giorno lo incontra la Baronessa Dooberkirch; lui guardandola le dice brutalmente: “Hai perso tua madre molto tempo fa, ma te lo ricordi appena, eri solo una bambina. Hai una figlia e sarà l'unica che avrai mai, non avrai altri bambini.” La baronessa si lamenta di questo comportamento impertinente con il cardinale Rohan, ma quest'ultimo la convince a riflettere su quello che Cagliostro le ha detto e di scrivergli una lettera. La Baronessa alla fine ammette che il mago ha detto la verità. Nella lettera scrive che il conte "è posseduto da un potere diabolico. Catttura la mente e paralizza la volontà”, confermando così i presunti poteri del mago. La profezia si avvererà e la Baronessa non avrà altri figli. Cagliostro poi avrà altre visioni: la nascita di un figlio maschio alla regina Maria Antonietta, la Rivoluzione Francese, la tragica morte di Luigi XVI e la distruzione della Bastiglia. Il suo potere e la sua fama hanno raggiunto le vette più alte.
L'affare della collana e il declino
Mentre è a Parigi il conte viene invitato al convegno dei Philalèthes, una società prestigiosa che studia le origini antiche della massoneria. Ma contemporaneamente cominciano problemi seri per il famoso alchimista e non potrà partecipare. Viene infatti coinvolto in un processo storico su quello che verrà chiamato L'affare della collana. In questa storia entra in gioco la figura della perfida contessa Jeanne Valois de la Motte. Questa donna, astuta e truffaldina, era abilissima a sfruttare per il proprio tornaconto gli intrighi di corte e le aspirazioni delle personalità che frequentava.
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