In un lungo articolo pubblicato su Variety, il presidente della MGM, Harry Sloan, parla della strategia della casa di distribuzione per i prossimi anni e delle novità in cantiere, tra le quali spicca Lo Hobbit. Dichiarazioni che danno credito alle voci già riportate http://www.fantasymagazine.it/notizie/6316, e che aggiungono qualche nuovo elemento.
La strategia per rilanciare la MGM è opposta a quella che nel 1969 scelse l’allora presidente Jim Aubrey: cancellare tutte le grandi produzioni.
Sloan ha intenzione nei prossimi anni di lanciare una dozzina di film con budget da 150 a 200 milioni. Lo Studio è pronto a investire su progetti importanti come Terminator 4, il sequel di The Thomas Crown Affair (Gioco a due) con Pierce Brosnan e, udite udite, uno o due film di The Hobbit, che Sloan spera vedere diretti da Peter Jackson.
Sono già stati annunciati il seguito della Pantera rosa, il prossimo 007 numero 22, che vedranno gli schermi nel 2008, e Rocky Balboa, in uscita alla fine del 2006.
Le produzioni fanno parte della grande biblioteca MGM, 4.000 titoli, di cui detiene i diritti. L’obiettivo è lanciare due o tre grandi film l’anno.
La meta è notevolmente ambiziosa, considerato che il nuovo corso MGM è iniziato con film come Lucky Number Slevin (22.5 milioni di dollari in USA), Clerks II (24 milioni) e Material Girls (10.5 milioni).
Ma Sloan conta di raggiungerlo grazie alla partnership con altri grandi gruppi.
Il film della serie 007 saranno finanziati e distribuiti insieme alla Sony. Lo Hobbit invece sarà prodotto in associazione con la New Line, la quale, dice Sloan, detiene i diritti insieme alla MGM.
La dichiarazione non può che fare felici tutti i fan ed è finalmente il primo spiraglio di luce sull’annosa questione che impediva la realizzazione del film: la New Line possiede i diritti cinematografici, la MGM detiene quelli relativi alla distribuzione e le trattative si sono sempre arenate di fronte al rifiuto della Major californiana.
Incrociamo le dita e ipotizziamo che il nuovo film, o meglio ancora, i due film che compongono Lo Hobbit possano vedere il grande schermo nel 2008 o nei primi mesi del 2009.
37 commenti
Aggiungi un commentoGià ma questo non vuol dire che si possa impunemente trasforamare il mio personaggio preferito del libro in uno sciacquetto.
Siamo sempre lì
E' una cosa che dispiace.
Da quando gli Oscar sono indice di qualità? Gli oscar e l'affluenza a me non parlano di equilibro. Parlano solo di film molto spettacolare che ha attirato al cinema un sacco di gente. Questo non è equilibrio... anzi.
Non voglio incapponirmi su sta cosa, adesso, ma difendo il mio diritto a pensarla come la penso. Secondo me non c'è stato questo equilibrio e il fatto che il film sia stato adorato dalla massa non mi spiega che è un film che è riuscito nell'intento. Perché la massa ha adorato anche Natale in India.
Tu escludi la possibilità che io non apprezzi il film e la trasposizione pur avendo messo sulla bilancia pregi e difetti dell'adattamento. Ho un cervello anch'io, sai? Non è che dico "Faramir brutto, film brutto!".
Probabilmente questo dimostra che tu non hai capito Faramir. Nell'oscurità che incombe, con gli esseri umani, Aragorn compreso, che si dimostrano deboli e sfiduciati nei confronti del futuro, che mettono in mostra tutta la loro bramosia di potere, Faramir è un raggio di luce che illumina la storia. Perché è l'unico uomo che resiste senza battere ciglio al potere dell'Anello. La tentazione lo sfiora e basta, ma lui resiste come e meglio di Galadriel. E' la speranza per il regno degli uomini, la speranza che non tutto sia perduto. Così appare nel libro. Nel film è la copia sbiadita di Boromir, con le stesse debolezze e le stesse virtù. Lascia andare Frodo solo dopo aver sentito il discorso di Sam, che di suo non ha tantissimo senso (il discorso). Perde la sua luce, la speranza si accende in altri punti e tramite altri personaggi. Faramir si spegne come una lampadina fulminata e il suo personaggio non se lo ricorda più nessuno. Sarà che in un film troppi protagonisti fanno male, ma a me sta storia non è andata giù e continua a non andarmi giù.
Considera che potrei fare lo stesso ragionamento con altri personaggi maltrattati da Jackson, Gimli in primis, e non mi sto impuntando su Faramir, ma sto usando Faramir come esempio lampante di quello che dico.
Poi, Elfo, le cose stanno così. Puoi continuare a pensare che io non apprezzi il film per puro attaccamento all'originale, o perché non capisco la differenza tra libro e film, o per qualsiasi altro motivo. Non posso controllare quello che pensi. Ma io ho le mie ragioni, che tento di spiegarti e che tu non capisci. Però non c'è problema. Perché sono mie opinioni. Punto.
A me non è piaciuto, a te sì. Dove sta il problema?!
Ho amato molti film tratti da libri:
L'uomo dei Sogni, Balla coi Lupi, I Ragazzi della 56ma strada sono solo pochi esempi. E proprio questi esempi parlano di storia rimasta inalterata, di personaggi modificati ma non per il solo gusto di regista e sceneggiatore. Di spirito e significati identici a quelli del libro.
Non sempre un libro deve essere diverso da un film. Tutto dipende dalle esigenze di chi traduce per l'altro mezzo. C'è chi vuole solo far felice il pubblico, c'è chi vuole raccontare una storia. E chi vuole davvero raccontare la storia del libro, lo farà e lo farà bene.
Chiudo qui. Il moderatore ancora non si è fatto sentire, ma siamo decisamente OT. L'argomento è la notizia che si vuole fare il film dello Hobbit. Io non faccio i salti di gioia, voi sì. Beati voi!
...di Manzoniana memoria
Va bene, NK, abbiamo opinioni differenti. Però quello che voglio dire, tornando al tuo dubbio iniziale, è che secondo me dovremmo sperare che sia Jackson a fare questa trasposizione dello Hobbit. Hai lanciato tu la provocazione dicendo "Non so se sperare o no visto lo scempio che ha fatto con LOTR", quindi un po' di commenti è ovvio che escano fuori, no? Non c'è nessun problema, stiamo qui per discutere e commentare, quando si hanno idee diverse è normale. Stiamo confrontando le nostre opinioni, tutto qui. Poi se il moderatore lo ritiene opportuno si può spostare la discussione in altro luogo.
Ognuno ha le sue opinioni e non metto in dubbio che tu abbia un cervello, ci mancherebbe altro. Riguardo Faramir hai perfettamente ragione, hai descritto benissimo la forza del suo personaggio come descritto nel libro. Nel film però il compito di "faro nell'oscurità" nel mondo degli uomini era già stato assegnato ad Aragorn. Jackson ha spiegato, tra l'altro, che certe frasi, comportamenti, ruoli, nel film sono "passati" da un personaggio all'altro. In un libro, specie di 1000 e passa pagine, puoi avere anche 10 protagonisti, nei film no. Nei film il rappresentante, il campione, la speranza del mondo degli uomini è Aragorn. Nel film devi condensare e tagliare, e cercare di creare un qualcosa di fruibile e scorrevole. Devi per forza concentrarti su pochi protagonisti e tralasciarne degli altri (e il povero Gimli ne ha fatte le spese più di tutti). Teniamo poi presente che LOTR è un libro particolare, diverso da tutti gli altri, e farne un adattamento è mooolto più difficile di qualsiasi altro romanzo.
Gli Oscar non sono sempre indice di qualità, da'accordo. Infatti ho tirato fuori il discorso Oscar sottolineando il fatto che i film sono riusciti a catturare il grande pubblico (generico, massa, chiamalo come vuoi). Contemporaneamente però hanno fatto felici anche molti puristi e hanno, ripeto, rivitalizzato tutto il fandom tolkieniano (e sto parlando di quello storico, non dei tolkieniani dell'ultima ora che lo sono diventati in seguito al film). Io per equilibrio intendo questo. Sono riusciti a fare una trilogia che è diventata un blockbuster, un film di massa, ma nel contempo dei film che sono anche di qualità. Se avessero fatto un film più fedele al libro magari non sarebbe diventato un blockbuster, e sarebbe stato "sbilanciato" verso il tolkieniano puro. Se allo stesso modo avessero fatto un film diretto solo alle masse, sarebbe stato un film "sbilanciato" verso il grande pubblico. Io dico che hanno trovato l'equilibrio giusto perché ha accontentato più o meno tutti. Questo intendo per equilibrio.
Poi ogni film ha i suoi intenti, a prescindere da qualità, Oscar e affluenza di pubblico. Sono scelte che dipendono da chi scrive le sceneggiature e dai produttori. Facciamo un film solo per fare soldi? Facciamo un film bello e profondo che vedranno solo in quattro persone? Facciamo una via di mezzo?
Natale in India è riuscito pienamente nel suo intento, che è quello di fare soldi giocando sulla solita comicità volgarotta all'italiana. Quello era il suo intento e ci è riuscito benissimo. Io non l'ho visto e non lo vedrò mai, ma ciò non toglie che il film ha centrato pienamente il suo intento.
Un film che si pone come intento quello di riflettere sui problemi della tartaruga nana del Borneo probabilmente non attirerà mai delle masse e non vincerà mai l'Oscar. Però se il film riesce bene, e vedendolo qualcuno rifletterà sui problemi delle tartarughe, allora il film sarà riuscito nel suo intento.
LOTR aveva come intento l'essere un grande omaggio del lavoro di Tolkien, ma doveva anche essere un film di successo, visti i soldi e le difficoltà necessarie alll'operazione. E anche in questo caso secondo me è riuscito nel suo intento.
Dai, non incapponiamoci
Beh, diciamo che La Marcia dei Pinguini ha fatto entrambe le cose. ma questo è OT.
Alla fin fine la diatriba è risolta. 1-1... capisco le tue ragioni, tu capisci le mie, amici come prima ma n'n si cava...
Me ne torno a moderare in Tolkien!
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