Prima ancora che si parlasse del Codice da Vinci e di Dan Brown, il tema degli ordini segreti, dei misteri sepolti nella storia e delle religioni era già stato ampiamente trattato da altri libri, altri film e anche altri videogiochi.
Nell’intrattenimento elettronico, insieme a Gabriel Knight (la cui autrice Jane Jensen, dopo anni di silenzio, si è rimessa al lavoro col progetto Gray Matter), la serie più famosa è Broken Sword degli inglesi Revolution Software, quattro episodi a partire dal settembre del 1996, l’ultimo dei quali pubblicato in questi giorni proprio per festeggiare il decennale.
L'uomo dietro ai successi della saga è Charles Cecil, direttore anche della nuova puntata, Broken Sword: L’angelo della morte, che segue la non fortunata collaborazione al tie-in del Codice da Vinci.
Con il quarto Broken Sword ritorna anche George Stoppard, uno dei personaggi più amati dagli avventurieri punta e clicca come la sua dolce metà Nico Collard. I due non sono più insieme, ma avranno comunque modo di incontrarsi nel corso della vicenda.
Tutto inizia quando la bella Anna Maria si rivolge a George in cerca di aiuto. Lui se ne innamora; lei scompare. Ed ecco svelarsi pian piano l’ennesimo scontro tra fede e ragione, verità e menzogne, in una spirale con al centro la scoperta di un antico manufatto dall’incredibile potere, mentre si viaggia da New York a Istanbul, da Phoenix alla Città del Vaticano. Non a caso, prima che scoppiasse il fenomeno Dan Brown, le similitudini si facevano con Indiana Jones.
Da Broken Sword: Il sonno del drago, il terzo capitolo pubblicato da Thq nel 2003, L’angelo della morte eredita l’impostazione a tre dimensioni in luogo dell’avventura illustrata, anche se il motore grafico è praticamente nuovo, realizzato per Revolution da Sumo Digital, che attraverso la tecnologia virtual actor promette di donare maggiore espressività agli attori poligonali.
Rispetto al passato, spiega Cecil, i personaggi con cui interagire saranno molti di più. Proprio dal passato, invece, è stato recuperato il sistema di controllo punta e clicca, che va ad affiancare quello diretto – sul modello dei titoli di azione – sperimentato nel Sonno del drago. Anche gli enigmi dovrebbero presentarsi in una veste piuttosto tradizionale, così come intatto sembrerebbe essere lo spirito della saga, giocata su ritmo, mistero e molto humour.
D’altronde, nonostante la macchia del Codice da Vinci (i cui limiti risiedevano comunque in ambiti diversi da quelli curati propriamente da Cecil), Charles Cecil resta uno dei padri del genere. Sulla scena da ormai un quarto di secolo, gli appassionati gli devono, oltre a Broken Sword, altri titoli culto, come Beneath a Steel Sky e Lure of the Temptress.
Senza dimenticare la caparbia di mandare avanti un piccolo studio, arroccato a York, nel cuore della Gran Bretagna, oggi che le major hanno imboccato il tunnel del centinaio abbondante di sviluppatori al lavoro su progetti da decine di milioni di dollari. Anche per questo Cecil non pensa ancora alle next generation console e Broken Sword: L’angelo della morte è disponibile e annunciato solo per personal computer.
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