Da quando la MGM ha annunciato la sua intenzione di realizzare Lo Hobbit, tra i (milioni) di fan del Signore degli Anelli, cartaceo e cinematografico, si è scatenato il putiferio. Per non parlare del mondo del cinema in generale, piuttosto curioso di vedere se l'ancora ipotetica produzione sarà all'altezza del franchise creato dalla trilogia di Peter Jackson, un affare che ha reso complessivamente circa 3 miliardi di dollari solo al cinema, senza contare le cifre riguardanti i dvd e il merchandise di ogni sorta.
Il problema è che al momento l'unica cosa certa dello Hobbit è che si è già parlato moltissimo di un film che non è neppure in produzione. Più che un film è il mostro di Loch Ness: nessuno l'ha visto veramente, molti ci credono, e tutti, in fondo, sperano che esista davvero.
Da parte loro i fan stanno facendo del proprio meglio, manifestando un tifo da stadio perché il film si faccia con Peter Jackson al timone; si veda ad esempio la già famosa petizione organizzata dal sito TheOneRing (www.theonering.net) che in brevissimo tempo ha raccolto circa 50.000 firme, cifra che è riuscita a sollevare l'interesse della direzione MGM.
Eppure tutto l'interesse e il rumore sollevato finora potrebbero non bastare.
Intanto è necessario che le due case di produzione MGM e New Line raggiungano un accordo sulla divisione degli utili. La MGM, infatti, possiede i diritti di distribuzione dello Hobbit mentre la New Line ha i diritti di produzione. Come dire che New Line potrebbe realizzare il film senza la collaborazione della collega ma poi non potrebbe farlo uscire nelle sale, uno di quegli assurdi legali a cui il mondo del cinema non è nuovo.
Il secondo scoglio riguarda Peter Jackson. MGM non ha mai nascosto di volere Jackson alla regia e, come abbiamo riportato di recente (www.fantasymagazine.it/notizie/6519/), i primi contatti con il regista sono già avvenuti. Jackson stesso ha dichiarato il suo interesse per il progetto, posto che si faccia secondo le sue direttive, ma si tratta di condizioni ben precise. L'attenzione alla qualità, la cura (maniacale) del dettaglio e soprattutto l'amore per il mondo di J.R.R. Tolkien sono le ragioni principali dietro il successo della trilogia cinematografica: lavorare allo Hobbit senza poter dare il giusto spazio a queste componenti sarebbe un gioco molto pericoloso. Così com'è nei libri, il regista neozelandese vorrebbe un collegamento evidente tra Lo Hobbit e la trilogia del Signore degli Anelli, che pur essendo molto diversi hanno in comune alcuni luoghi e personaggi. Un'"aria di famiglia" ottenibile realizzando il film nelle stesse location e con gli stessi attori, dove possibile. Gandalf, ad esempio, è un personaggio fondamentale nel romanzo e Jackson è stato molto chiaro nel dire di non volere uno Hobbit senza Ian McKellen nel ruolo dello stregone.
Detto ciò, il regista potrebbe scegliere comunque di non partecipare all'impresa, visto che Jackson e la New Line Cinema sono in causa per questioni economiche legate alla divisione degli utili della trilogia del Signore degli Anelli. Un recente articolo di Variety riporta come, secondo i legali del regista, la New Line debba ancora a Jackson una grossa percentuale sui guadagni legati alla distribuzione estera dei film, ovvero cifre da capogiro.
C'è da augurarsi che i due contendenti raggiungano un accordo extra giudiziario - spesso succede in queste cose - se vogliamo sperare che lavorino ancora insieme in futuro, ma tutto lascia pensare che non si tratti di una faccenda né semplice né di rapida soluzione.
Ovviamente MGM e New Line potrebbero risolvere la questione rivolgendosi ad altri registi di nome, sicuramente validi e capaci, ma è evidente che rischierebbero di alienarsi il supporto e la fedeltà di una buona percentuale di appassionati. Il sostegno che Jackson si è conquistato con la trilogia sta dimostrandosi importante ed è qualcosa di cui la produzione dovrà tenere conto.
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