Quando Peter Jackson cominciò le riprese de Il Signore degli Anelli nel 1999 aveva già scelto un altro attore per il ruolo di Aragorn, il riluttante eroe il cui coraggio e la nobile discendenza sarebbero stati fondamentali per distruggere l’antico male incarnato da Sauron.
Ma, a riprese già iniziate, Jackson si rese conto che quel suo Aragorn era troppo giovane per poter trasmettere la saggezza e il disincanto dalle cose del mondo richieste da questo personaggio, tanto che fu costretto a scegliere un altro attore. Ma chi?
Dopo giornate trascorse in una febbrile ricerca, finalmente il rude ma pacato Viggo Mortensen accettò la parte.
A quattro anni di distanza da quel giorno l’attore dice: “La cosa migliore è che tutto è successo talmente in fretta che quasi non me ne sono reso conto, quella peggiore che per un sacco di tempo sono vissuto in uno stato d’ansia per paura di non essere all’altezza. Mai avrei voluto sentire dire «Gran bel film... ma quell’attore...»”.
Jackson, dal canto suo, afferma che la partecipazione di Mortensen nel film è stata un regalo della sorte. “E’ un attore con un alta integrità e responsabilità professionale, e da quando abbiamo iniziato a girare è sempre stato presente, mattina, pomeriggio e notte, strenuamente senza lamentarsi mai”.
Nonostante il successo ottenuto l’attore australiano non sembra essersi montato la testa: “A volte mi sembra un po’ strano essere circondato da tanto affetto e attenzioni, certo è senz’altro meglio che sentire che quelli intorno a te ti detestano”.
Il suo successo in campo cinematografico ha attirato l’attenzione di molti anche sulle altre passioni della sua vita. Infatti scrive poesie, fa il fotografo, gli piace dipingere e non se la cava male neanche come editore.
A proposito del suo personaggio spera che, tramite Aragorn, sia stato in grado di trasmettere un messaggio positivo sull’integrità del ruolo del leader.
“Tutti pensano che Aragorn sia l’uomo giusto al posto giusto perché possiede il dono dell’umiltà, si preoccupa delle conseguenze che le sue azioni e le sue parole potrebbero causare agli altri e cerca sempre di trovare un terreno di intesa con le altre persone. Queste sono qualità che purtroppo scarseggiano nella vita reale e nei leader odierni che, al contrario, mancano di umiltà e sovrabbondano di arroganza”.
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