Torna Susanna Clarke. Torna l’autrice più premiata nella storia del genere fantasy, e torna con Le Dame di Grace Adieu e Altre Storie di Magia (The Ladies of Grace Adieu: And Other Stories, 2006), una superba raccolta di narrativa breve; una retrospettiva fatta di tante storie preziose, che negli anni la Clarke ha dato alle stampe su varie riviste e antologie, e che ora, anche noi qui in Italia, possiamo finalmente goderci in un unico volume (l’antologia verrà edita nel febbraio 2007 dall’editore Longanesi). Un insieme di racconti, novelle e storie a dir poco uniche nel loro genere – superbe e liriche – com’è nello stile di questa pregevolissima autrice che, con sapienza, miscela e combina elementi fantastici e verità storiche; delicatezze oniriche a più intense verità documentate.
Vi riportiamo la quarta di copertina: «Il regno delle fate non è così lontano come potremmo pensare. A volte, infatti, capita di attraversare distrattamente una linea invisibile e ritrovarsi a fronteggiare principesse petulanti, vendicativi rapaci notturni, dame che ammazzano il tempo ricamando terribili destini, o di ritrovarsi perduti lungo un sentiero infinito in una selva incredibilmente oscura, dove le case non hanno mai lo stesso aspetto due volte. E’ ciò che accade agli eroi di questi racconti, fra i quali appaiono un esagitato pastore dell'epoca della Reggenza, un medico ebreo del XVIII secolo, sua maestà Maria Stuarda, oltre a un piacevolissimo quanto inaspettato ritorno: Jonathan Strange e il misterioso Re Corvo in persona.»
Susanna Clarke nasce a Nottingham nel 1959, figlia primogenita di un ministro di Dio (di credo Metodista), ha un'infanzia che si può definire nomade, perchè spesso in viaggio fra una città e l’altra dell’Inghilterra e della Scozia. In seguito a questi primi anni di vita girovaga, la Clarke frequenta il St Hilda's College, presso Oxford, per poi lavorare in vari settori dell’editoria. Nel 1990 lascia però d’improvviso Londra per recarsi a Torino, dove insegna l'inglese ai manager della nota ditta FIAT, ma non lo fa per molto. Un animo nomade, caratteristico della sua persona, la conduce l’anno seguente a Bilbao (sempre per insegnare la sua lingua madre, l’inglese). Il ritorno in patria è tuttavia dietro l’angolo, ed è datato 1992. In quell'anno la Clarke prende possesso di una casa nella contea di Durham, e qui dimora, a poca distanza dal suggestivo Mare del Nord, dando inizio al suo primo romanzo: lo straordinario caso editoriale che andrà sotto il nome di Jonathan Strange & il Signor Norrell (2004). Un volume, quest’ultimo, di vero e indiscusso successo mondiale.
Finalista a tutti i più importanti premi letterari, Jonathan Strange & il Signor Norrell ha ricevuto nomination al Whitbread Prize, al British Science Ficition, al Booker Prize e al British Fantasy Society e, come se non bastasse, ha in seguito vinto il Premio Hugo (nel 2005), il Mythopoeic Fantasy Award (For Adult Literature), e il World Fantasy Award… un elenco a dir poco strepitoso, e da lasciare senza fiato.
Infine, per tutti i curiosi, segnaliamo la ricca recensione di Beatrice Manganelli, apparsa tra le pagine di FantasyMagazine:
http://www.fantasymagazine.it/libri/5468/
Susanna Clarke, Le Dame di Grace Adieu e Altre Storie di Magia (The Ladies of Grace Adieu: And Other Stories, 2006), Longanesi Editore, collana La Gaja scienza, pag. 250 p. ill., 16.00 €
7 commenti
Aggiungi un commentoSbav sbaaaaaaav.....
Non vedo l'ora che arrivi!!!!!!
Sono curiosa, curiosa, curioooooooooooooosa!!!!!!!!!
Se non ricordo male quel Vess disegnò anche una graphic novel dell'uomo ragno (col costume nero). Un gran bel lavoro
Ricordo corretto.. a parte il costume nero che non mi "suonava" (e infatti). La storia era "Spiriti della Terra", ambientata in Irlanda e apparsa in Italia su SuperComics
http://www.fantasticfiction.co.uk/images/n9/n45458.jpg
Come dicevo in un altro 3d parlando della prima raccolta di racconti di Miéville, scrivere racconti brevi non è affatto facile.
Benché la Clarke sia stata invitata da Gaiman a cimentarsi in una raccolta di racconti, è evidente che l’autrice di Jonathan Strange e Mr Norrel deve ancora raffinare la tecnica.
La prosa è sempre elegante ma è priva di quei guizzi poetici e metafore evocative che erano presenti e avevano arricchito il primo romanzo e, talvolta, cade nella monotona. Questo priva i racconti di quel momento di creazione della tensione e dell’atmosfera che porta al crescendo delle pagine conclusive dove tutto si scioglie con un finale sorprendente o anche aperto, tecnica di cui erano maestri Lovecraft e Dunsany per arrivare fino a Gaiman.
Anche i racconti della Clarke sono ricchi di citazioni storiche e letterarie come ad esempio Msr. Mabb, classica storia di una ragazza il cui fidanzato viene incantato da una fata. Dal titolo e conoscendo Shakespeare è facile intuire chi sia la fata, non una qualsiasi di certo, ma la Clarke non gioca con questo riferimento, racconta ma non crea un alone di mistero, stuzzicando o anche sviando, come invece fa Gaiman, la curiosità e le conoscenze del lettore.
Non sono arrivata alla fine. I racconti alla lunga risultano ripetitivi – l’essere umano che incontra o si confronta con il mondo fatato – e, come dicevo, sono indeboliti da una prosa monocorde.
Peccato perché la Clarke ha dato dimostrazione di essere grado di creare anche delle pagine di grande atmosfera.
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