Estasia non è solo un romanzo fantastico che si sviluppa tra terre magiche e oscuri sortilegi. È un viaggio all’interno di noi stessi, verso l’essenza delle cose e delle sensazioni. È un volo nel sogno, dove ogni percezione è viva e palpitante e dove anche l’impossibile diventa reale. Luce, Musica e paesaggi sconfinati, Pietre del Tempo, dell’Equilibrio e della Perfezione, amici sinceri e avventure mozzafiato al limite dell’incredibile...
Estasia è un libro per ragazzi ma anche per adulti, che regala un messaggio liberatorio, trasmutando nella fantasia la realtà di ogni giorno e dipingendo l’Armoniosa Assonanza dell’immaginazione e della verità.
Danny Martine, il protagonista, è il “Bianco Prescelto” di un luogo incantato chiamato Estasia, abitato da saggi, dame, vestali custodi, terribili mostri e da una regina bellissima caduta nel Sonno del NonQuando. Danny affronta pericoli terribili, incontra personaggi fatti di acqua, natura e melodie, sfugge a creature mostruose che incarnano i nostri incubi peggiori, risolve tranelli macchinosi per uscire dalla Scacchiera Mutante o abbattere la Barriera dell’Intelletto, e ogni volta rischia la vita per recuperare le Nove Luci della Corona Incantata: Intelletto, Lealtà, Verità, Tempo, Sogno, Perdono, Equilibrio, Perfezione, fino alla Luce della Speranza.
Ad affiancarlo nel viaggio, ci sono la bianca pantera alata Coran, il vivace lucertoloide Bolak (con la effe fibilante!) e la presenza confortante del Grande Saggio Cathbad. Uniti dalla potenza dell’Amuleto di Cristallo sapranno contrastare la forza malvagia di Disperio, che dal Palazzo dell’Inverso sta effondendo il Male per tutto il Regno.
L’autore
Nato a Grosseto nel 1976, Francesco Falconi è ingegnere delle telecomunicazioni. Un giorno, per caso, trova tra la polvere di un cassetto dimenticato un vecchio quadernone, che porta scritto in copertina: La Corona Incantata. Ricorda all’istante i momenti felici del 1990, quando passava intere giornate a scrivere con la penna le storie fantastiche di Danny Martine e dei suoi amici, in una terra lontana di nome “Estasia”. Su consiglio di un amico riabbraccia l’antica passione per la scrittura, catapultandosi di nuovo in quel lontano regno di fantasia. Attualmente risiede a Roma. Danny Martine e la Corona Incantata è il suo libro d’esordio.
L’illustratore
Mario Labieni nasce a Roma, il 18 ottobre 1975, è grafico pubblicitario ma si interessa di ogni forma di comunicazione visiva. La sua vera passione è la scenografia teatrale a cui dedica tutto il tempo che riesce a ritagliarsi. Estasia è la sua prima esperienza come illustratore di libri.
Conversazione con Francesco Falconi
Mi è difficile ricordare le emozioni che mossero quel ragazzo di sedici anni fa a impugnare la penna e scrivere per giornate intere le pagine di un quadernone, invece di perdersi nei videogiochi. Probabilmente volevo ritagliarmi momenti di spensieratezza, era un modo per esprimere il mio desiderio di una vita semplice, trasmutandolo nell’irrealtà dell’immaginazione. Quel libro era la sintesi del mondo fantastico che desideravo, del “luogo segreto” in cui mi rifugiavo per essere felice.
Il primo passo per trasformare in libro quel vecchio manoscritto nascosto in un cassetto è stato vincere l’imbarazzo e raccontare tutto a un amico, Fabio. È stato facile per lui spronarmi, non era un periodo felice, mio padre non stava bene di salute. Decisi di riscriverlo, mi misi a capofitto per tre mesi, nella speranza di completarlo, farglielo leggere, alleviare in qualche modo il suo dolore. Solo alla fine ho capito come Estasia mi abbia permesso di affrontare con forza quei giorni. Lei era di nuovo il mio “luogo segreto”, la Speranza, la forza di combattere. Purtroppo il tempo non è stato benevolo e non mi ha permesso di donare il libro a mio padre. A lui lo dedico, perché è l’anima.
Scrivendo ho riscoperto lati del mio io che maldestramente mi ostinavo a celare: la voglia di evadere, di volare lontano. Ho riscoperto la chiave della mia interiorità, ho sfiorato l’Armoniosa Assonanza che il contingente di ogni giorno tende a velare e che rifiutavo di vedere. Per questo Estasia non è solamente un susseguirsi di avventure fantastiche, ma è intriso di allegorie che celano profondi significati. Il vero messaggio di Estasia? Impossibile dirlo. Ogni lettore diventa un Estasiano a modo suo. A me Estasia ha consigliato di guardare la vita con semplicità, riscoprendo i sentimenti più genuini e sinceri, che il mondo stigmatizza come ovvi. Mi ha bisbigliato quanto sia importante ritrovare il proprio tempo, scorgere la fanciullezza del subconscio capace di incrinare lo scetticismo che imprigiona la volontà di assaporare la spontaneità della vita.
Le mie fonti di ispirazione sono state moltissime. La vita che mi circonda contamina senza volerlo la mia scrittura. Mi è capitato di assistere a episodi e trovarli riprodotti nella narrazione, rimodellati o esasperati, come è accaduto con Zifio, il vecchio che vive imprigionato nelle paure e negli incubi. Poi, senza dubbio, i libri: adoro Michael Ende, il suo modo sublime di interpretare il fantastico è stato per me di grande stimolo. Chino la testa al sommo Poeta, ma non posso nascondere nel Palazzo dell’Inverso un omaggio all’Inferno di Dante. La musica, infine: le parole di Eufònio, “Canta mia musa” e l’ingresso nei Campi dell’Oblio sono di diretta ispirazione dal Fantasma dell’Opera.
I personaggi di Estasia sono molti e molto diversi tra loro. Ma sono tutti gelosi e irascibili, dichiarare una simpatia significherebbe esporsi alla loro collera! Del resto, ognuno di loro è parte di me e finisco per preferirne uno o un altro a seconda del momento. Coran sa dare forza, Amos saggezza, Cathbad giudizio, Darmha speranza. Ma forse quello che preferisco più spesso è Bolak, per la sua goffaggine, insicurezza e modestia. Per l’ironia, che è l’ossigeno della felicità quotidiana.
La storia di Danny Martine e la Corona Incantata è di per sé conclusiva, ma lascia domande aperte, misteri irrisolti... Non nego che nella mia mente l’avventura ha un seguito, nato poco a poco con la fine di questo primo libro. Non posso dire nulla di preciso, ma alcuni segreti che ruotano attorno al Triadema verranno svelati e la storia di Martine rivelerà situazioni inaspettate. Ci saranno nuovi personaggi, perfino una ragazza di cui Danny potrebbe innamorarsi, ma anche dolorose perdite. Non ho progetti per il futuro di Estasia. Ne scriverò finché lei vorrà parlare e qualcuno vorrà ascoltarla.
Come scrittore sono un esordiente che muove i suoi primi passi in punta di piedi. La scrittura è un’arte difficile. Solo il tempo, la passione, le critiche permettono di migliorarsi e correggere i propri errori. È una lunga strada in salita. Tra l’altro per un autore italiano è difficile proporre un libro nel panorama fantasy attuale, senza rimanere schiacciato dalle pile di libri d’oltremare o accecato da confezioni piene di lustrini. Al di là dei successi commerciali il fantasy è un genere letterario piuttosto sottostimato dall’élite culturale. Io credo invece che possa emozionare e arricchire ogni lettore, indipendentemente dall’età o dal contesto in cui è ambientato.
Mario ha deciso di illustrare Estasia subito dopo la prima lettura. “Allora il libro era pressoché una bozza, ma viaggiando tra le sue pagine ho avvertito la necessità di rappresentare visivamente i personaggi che popolavano quel mondo magico. Man mano che la lettura proseguiva, alcune scene si delineavano davanti ai miei occhi, rimanevano impresse senza che io lo volessi. È bastato riscoprire il mio io adolescente e lasciarlo libero, con la matita in mano, per dare libero sfogo all’estro e alla creatività e cogliere le suggestioni che mi regalava la vita di ogni giorno. Pensai al Custode una sera prima di addormentarmi mentre guardavo le ombre sul muro, facendo jogging al parco immaginai l’incontro con Bolak, per Sheol è stato ancora più semplice: ho realmente paura delle meduse!”
Per conoscere ancora meglio Francesco Falconi, leggete l'intervista che potete trovare a questo indirizzo
http://www.fantasymagazine.it/interviste/6737
Un assaggio del volume in uscita è disponibile al seguente indirizzo:
http://www.fantasymagazine.it/anteprime/6729
L'intervista con Francesco Falconi prosegue:
Francesco Falconi
Con illustrazioni di Mario Labieni
Collana Electi
Roma, Armando Curcio Editore, novembre 2006
pp. 512, cm 14x21,5, € 14,90
ISBN 88-95049-08-X
In tutte le librerie dal 21 novembre 2006
76 commenti
Aggiungi un commentoCiao rieccomi a risponderti!
No, non è che ti abbia male interpretato, rispondevo solo alla tua osservazione e secondo me pare assurdo notare altri libri e non l’Inferno… poi non so, forse non sono oggettiva poiché anche io studiai alle medie l’Inferno quasi a memoria, ancora so “Per me si va nella città dolente, per me si va nell’eterno dolore” ecc a memoria. Mi ricordo che quando la ripetei alla cattedra la mia prof disse che dalla mia voce si capiva che avevo paura dell’Inferno... beh vabbè piccolo OT! Quindi mi viene, come già detto, immediato il riferimento! Quanto a End, veramente la tartaruga è solo UNA delle cose...anche l’adunanza, il saggio, la regina/principessa addormentata/malata, Amos e il vecchietto, e infine gli occhi che ti fulminano e ti inceneriscono con lo sguardo se non hai fiducia in te o se non hai una giusta motivazione per andare da Amos, lo stesso Coran ricorda FortunaDrago... insomma a me ha fatto venire in mente un sacco di cose! Poi sai cosa, non so chi ti abbia fatto queste osservazioni, però molto dipende dalla fascia d’età, i ragazzini fino ai 25-26enni di oggi dovrebbero notare l’Inferno, che a scuola si fa sempre, la Storia Infinita è un libro (film) letto soprattutto dai più grandicelli, credo della tua età, o cmq da chi ha vissuto i famosi anni 80!
E ti dirò forse mi dispiacerà se in E2 non ci sarà, eheh!
Beh dai, quando riesci a pubblicare e a entrare nella classifica dei primi 20 del genere, non sei più tanto pseudo!!
Davvero Bolak è nuovo?? Non lo avrei mai detto!!
Ah ieri sera ho riletto la Prefazione e devo dire che a libro finito è molto, ma molto più bella!! Forse rileggerla dopo dà proprio il senso del “viaggio fatto” insieme alle tue parole, ai personaggi, alle avventure. Ti dirò, dopo quei 9 minuti ti rendi davvero conto di esserti trasformato in estasiano anche tu...
E poi un'altra cosa, se posso ancora romperti le scatole... io il “girone” della verità non l’ho capito.. o meglio l’ho capito, ma non ho capito perché poi diventa una porta sola quando arriva Amos...
Sbaglio o questi post diventano sempre più lunghi invece che più corti… oltre ad essere logorroica e a odiare HP, sono maniaca nell’analizzare tutto ciò che mi capita a tiro!
Buon fine settimana a tutti!
Emy
Sono d'accordo, ma non del tutto. Forse deriva anche dal fatto che quando un lettore entra in un certo circolo di idee, difficilmente ne esce e riconduce tutto a quello.
Per la principessa addormentata allora potrei riponderti... la bella addormentata, e ti assicuro che di saggi, animali volanti ci sono libri pieni a bizzeffe
Mmm... il senso del luogo di Amos non è la fiducia in se stessi, ma si potrebbe sommariamente sintetizzare nell'assenza di peccato nell'animo e nella ricerca della verità. L'occhio, simbolo di verità interiore, diciamo che non è proprio invezione di Ende, ma si perde nella storia.
In Amos poi, si entra in una porta...
Buon week end,
Francesco
Tu hai scritto"Per la principessa addormentata allora potrei riponderti... la bella addormentata, e ti assicuro che di saggi, animali volanti ci sono libri pieni a bizzeffe "
Si..hem, mi sa che stiamo dicendo le stesse cose... tutto sommato è quello che ho scritto io qualche post più su..
Ciao ciao!
Eccomi sono io il colpevole!!!!!!!
Dunque siccome non ho letto da nessuna parte (blog, siti, seconda o quarta di copertina, prefazione) l'intenzione di fare un omaggio a Ende..ho mal interpretato il rimando molto evidente dei primi capitoli.. è tipo le critiche mosse contro Eragon di C.Paolini..chi ci dice che non abbia omaggiato Star Wars?
Per quanto riguarda Alice nel paese delle meraviglie, ho detto semplicemente che la pietra con il potere di far aumentare le dimensioni somiglia al funghetto che mangia Alice! ma anche per il mondo "strano" nel senso buono del termine, e non era assolutamente una critica!!!!
Per Narnia invece temo ci sia stato un equivoco dato che l'autore di Alice nel paese delle meraviglie è Correl Lewis e intendevo lui non C.S.Lewis!
Ciao Valin,
don't worry, qualsiasi critica e punto di vista di un lettore è sempre ben accetto. Della email che mi hai spedito, mi ha fatto sorridere il riferimento ad Alice, non mi era mai capitato un commento così originale, tutto qua. - anzi visto che mi ha fatto sorridere, è un'ottima critica.
E poi, al massimo si incacchia Bolak e tira fuori gli artigli
A parte scherzi, credo che ognunosi immedesimi a suo modo nella lettura e catturi particolari momenti riferendoli a elementi già noti.
Alla fine è l'animo umano a spingerci consciamente o meno a cercare punti d'appoggio e di paragone, in qualsiasi contingenza della vita
Buona serata,
Frengho
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