E’ un po’ come quando vedi Il laureato per la prima volta, magari da adolescente, e ti scopri a urlare verso Dustin Hoffman: ma cavolo! Hai lì la madre che è infinitamente meglio della figlia, cosa stai a perdere del tempo con quella slavata e acerba figlia dei fiori, quando puoi intrattenerti con Mrs Robinson?!
E’ chiaro il concetto? Insomma,sto parlando di Lei, la Regina cattiva di Biancaneve, e del suo specchio carogna, che riesce a far combinare gli sfracelli che si sanno solo per non darle la soddisfazione di dirle la verità.
Essì, perché la verità, lampante come in pochi casi, è che lei, la regina, è infinitamente più bella di quella 'pochintesta' di Biancaneve, almeno tenendo come archetipo l’immenso capolavoro di Walt Disney; mentre dalla fiaba dei Grimm si evince quantomeno che la giovane protagonista non era esattamente un’aquila…
…diciamo pure che era una povera oca; su di me si proietta sempre il sospetto dell’invidia, ma ormai, etichettata come sono, posso anche infischiarmene.
Però, Maestà, rimane sempre il fatto che lo specchio necessitava di un oculista: come poteva sostenere che c’era un’altra più bella di lei, nel reame? Certo, Biancaneve, come direbbe un certo mio zio, “buttala via…”, però non c’è nemmeno paragone con il suo charme, con la sua bellezza tagliente…
Forse lo specchio non era né miope, né dispettoso né prezzolato o comunque in mala fede. Forse cominciava anche lui a sentire quel conformismo da modernità che tenta di uniformare tutte le cose; quell’enciclopedismo a tutti i costi, secondo il quale se non rientri nello standard non sei da prendere in considerazione.
Mi perdoni: se ho ben capito quello che intende, lei non sarà forse il prototipo della brava padrona di casa, ma mi sembra che nemmeno Biancaneve svettasse per perizia ai fornelli.
Non mi punga nell’orgoglio: io faccio una parmigiana di melanzane buona da morire, e siccome la mia passione sono le mele, come notorio, credo che per avere ai miei piedi qualunque uomo mi basterebbe fargli assaggiare un paio di fette della mia torta. Ma quando parlo di standard applicato alla donna non mi riferisco tanto al suo essere o meno brava donna di casa, ma allo stereotipo della sua bellezza. Ha presente i quadri di Turner?
Certo, è tra i miei preferiti.
Allora mi risponda: cosa prediligeva, il cosiddetto bel tempo o il cosiddetto brutto tempo?
Facile: era un romantico, per cui ecco magnifiche tempeste e cieli impetuosi al tramonto…
L’hai detto, bellezza; cosa evinciamo, da questo?
Cosa evinciamo?
Evinciamo che molto spesso gli omuncoli confondono per “bello” ciò che invece ha altre qualità, ma non necessariamente la bellezza; che so, la comodità, la sicurezza… E così una giornata di sole viene classificata come 'bella' solo perché permette di fare una gita in montagna; anche se il cielo è sempre indistintamente e monotonamente blu; senza riflessi, senza mistero, senza magia. E questo i grandi pittori lo hanno sempre capito, Turner compreso.
Beh, certo che uno spirito tranquillo e magari un po’ banale preferirebbe uscire a cena con Biancaneve anziché con lei; ma in fondo meglio così, in tutte le discipline gli intenditori sono una minoranza; se così non fosse, saremmo tutti appiattiti sugli stessi gusti.
E questo sarebbe proprio quello che vorrebbe la grande Utopia: l’eliminazione di chi, come me, non corrisponde al parametro imposto autoritativamente.
E’ per questo, che negli anni ’70 la strega viene presa a modello per gli slogan, tipo “Le streghe-son-tornate”?
Probabilmente sì, ma visto che il conformismo sta nel metodo, e non nel contenuto,molto spesso non ci si accorge che si lascia la padella di uno per finire nella brace dell’altro. Prendiamo proprio le femministe degli anni ’70: hanno urlato di liberazione della donna, di affrancamento dal potere del maschio, e cosa hanno ottenuto?
Me lo dica lei.
Hanno ottenuto solo di potersi vestire come gli uomini e di poter fare certi mestieri che prima non potevano fare, come per esempio il maresciallo dei carabinieri; insomma,invece che far garrire la sacrosanta bandiera della “femminilità”, cioè di tutto ciò che comporta orgogliosamente “l’essere donna”, hanno abboccato al modello fatto in laboratorio del “femminismo”, cioè della bieca imitazione del maschio, concedendo a quest’ultimo un incredibile vantaggio psicologico.
Vantaggio psicologico?
Al giorno d’oggi una donna che si mette i pantaloni è considerata normale, mentre un uomo che si mette la gonna viene considerato quantomeno un po’ bizzarro, no?
A parte il fatto che di uomini che si vestono da donna ce ne sono sempre di più e a tutti i livelli sociali, questo sarebbe un vantaggio per l’uomo?
Ma certo! E’ l’ennesimo riproporsi di quell’ “invidia” su cui il Dott. Freud ha tanto favoleggiato; per anni è stato come se le femministe urlassero: saremo veramente donne solo quando potremo comportarci da uomini, capisce il controsenso?
Però mi sembra che il cosiddetto “neofemminismo” stia convergendo sulle sue posizioni; mi vengono in mente ad esempio certi scritti di Camille Paglia…
Lo spero, ma la situazione oggi non è confortante. Io sono notoriamente cattiva, per cui da contratto non posso né commuovermi né intristirmi, però lei, che non ha i miei vincoli, cosa mi dice dell’ennesima ragazza che muore per anoressia, indipendentemente dalla professione che svolge?
Mi viene da pensare che è triste e stupido, anche perché ho sempre avuto un debole per le donne in carne (sarà perché mi ci rispecchio. ndr).
E allora, caro il mio felliniano convinto, non vede che lo stereotipo uccide? E’ un idolo cui si deve sacrificare la vita, pena l’infelicità, l’emarginazione e la morte.
…e che però non dà niente in cambio: una persona che vive con il costante incubo della bilancia non può essere felice.
Ed ecco apparire il classico “modus operandi” del mio vecchio amico, il Diavolo; come dice C. S. Lewis ne “Le lettere di Berlicche”: un desiderio sempre più grande per un piacere sempre più piccolo.
Mi perdoni: lo stereotipo ucciderà anche, ma perché deve per forza essere un brutto stereotipo? Voglio dire, Maestà, anche Lei uccide, però, con tutto il rispetto, Lei è un gran bello stereotipo, molto più di certe indossatrici pelle-e-ossa che sembrano più l’emblema della sofferenza che della bellezza.
Io come una mantide uccido ciò che attraggo; le modelle di oggi sono uccise dagli idoli che si trovano ad adorare, come la magrezza o la cocaina. In quanto alla sua osservazione, cosa vuole che le dica; evidentemente la moda e lo star-system sono in mano a demiurghi che intimamente odiano la donna, pur facendo mostra di ammirarla.
3 commenti
Aggiungi un commentoBella, però Betti non è il primo a sostenere che la regina è più bella; lo facevano già gli ammiratori di Diamanda.
Intervista molto godibile...
m'ha ricordato una spassosa storia di Paperoga su un vecchissimo Topolino.
Paperoga all'inizio della storia, domanda allo specchio della strega di Biancaneve:
"Specchio specchio delle mie brame, chi è il più bello del reame?"
E lo specchio:
"Ce ne sono proprio tanti,
te li cito tutti quanti...
Alessandro Abate, Alfonso Abbagno, Alfredo Abelardo... "
Nell'ultima vignetta della storia si vede ancora lo specchio che continua ininterrottamente a snocciolare nomi e cognomi... ed è ancora alla lettera A D
"io faccio una parmigiana di melanzane buona da morire"... questa mi ha fatto morire!!!
Bellissima, come la Regina... non quella slavata di Biancaneve!
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