In un articolo del 28 novembre anche il The New York Times si è occupato della diatriba tra le parti interessate alla realizzazione dello Hobbit. La cosa interessante è che il celebre quotidiano non è sceso in campo tanto per annunciare novità sul film quanto per puntare l'attenzione su un aspetto che forse noi frequentatori della rete abbiamo dato per scontato, ovvero l'importanza raggiunta da internet nelle decisioni dell'industria del cinema. Nello specifico, nel decidere chi e quando realizzerà lo Hobbit.
Già in ottobre, con l'annuncio della questione legale in atto tra Peter Jackson e la New Line Cinema, avevamo anticipato (profezia facile) che se la casa di produzione avesse deciso di affidarsi ad un altro regista avrebbe dovuto fare i conti con gli ammiratori di Jackson (si veda www.fantasymagazine.it/notizie/6559/). D'altra parte per la New Line è fondamentale produrre il film in tempi brevi, visto che dal 2009 perderà i diritti di realizzazione. Gli ultimi sviluppi tra le parti hanno portato esattamente alla situazione di empasse che tutti i fan speravano di evitare, con dichiarazioni contrastanti e la netta sensazione che i contatti stiano continuando a porte chiuse, probabilmente con l'intervento di altri soggetti interessati.
Nulla di strano, visto che è così che i grandi studios hanno sempre lavorato. Le differenze rispetto al passato anche recente sono il pubblico, mai così presente e capace di far sentire la propria voce, e la rapidità dei contatti. Se una volta network e studios si vedevano arrivare lettere dai fan, che potevano anche essere chiuse in uno stanzino e/o facilmente dimenticate, oggi internet si muove in tempo reale e reclama risposte altrettanto rapide. Un esempio concreto viene proprio dalla questione dello Hobbit. Dopo la lettera di Jackson su theonering.net (riportata anche da noi www.fantasymagazine.it/notizie/6743/), le reazioni sono state immediate. Migliaia di fan hanno scritto alla New Line, ai siti interessati e alle maggiori riviste del settore. I giornalisti delle citate riviste hanno contattato la New Line, la quale nei primi giorni non ha voluto commentare. In compenso la MGM, che detiene i diritti di distribuzione del film, e la Tolkien Estate, che cura i diritti delle opere di J.R.R.Tolkien, sono state interpellate e si sono affrettate a dire la loro, entrambe tenendo ben più che una porta aperta per Jackson. Anche perché è evidente che se la New Line non potesse realizzare lo Hobbit altri studios cercherebbero di farlo - MGM per prima - assicurandosi proprio la regia del regista neozelandese.
Attenzione, sarebbe ingenuo dare ai fan più potere di quanto non abbiano. In ultima istanza le decisioni vengono prese da addetti ai lavori che valutano altro, oltre all'opinione pubblica, che ha inoltre lo svantaggio di essere volubile. Ma, come riporta anche il Times, è innegabile che grazie alla rete i fan siano oggi più di ieri un fattore reale. Per il successo economico dell'impresa creare una base solida di appassionati è fondamentale, così come inimicarsi una bella fetta di pubblico prima ancora che il film sia in produzione significa partire in salita. Vedremo quali saranno i prossimi sviluppi.
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