Una cosa che si usa fare speso al cinema è dare allo spettatore una divisione netta fra buoni e cattivi, tracciare u confine sicuro fra Bene e Male. Lungi da essere solo una semplificazione per bambini o spettatori poco vogliosi di fare una cosa come usare il cervello davanti al grande schermo, la lotta fra Luce e Oscurità ben si adatta al genere epico-fantastico che sta portando milioni di fan nelle sale in questi ultimi anni. La trilogia del Signore degli Anelli cinematografico non è che un esempio lampante.
Nel voler fare una piccola carrellata verso i draghi che più abbiamo amato al cinema, vi presentiamo i buoni e i cattivi, i draghi votati alla distruzione e quelli destinati a fare da inevitabile spalla agli eroi. Non senza essere capaci di rubare la scena in più di un’occasione.
Parlando di cinema è inevitabile che si faccia riferimento anche alla letteratura, dove il drago la fa da padrone fin dagli albori della storia dell’umanità, dai miti Sumeri passando per i Greci e la mitologia norreana, col possente drago-uomo Fafnir nel Ciclo dei Nibelunghi. Ma di tutto questo abbiamo già parlato ampiamente. Ora vediamo come se cavano i nostri bestioni su un supporto di celluloide.
Il Male ha le scaglie e sputa fuoco
Ai giorni nostri, il drago ha trovato un posto di rilievo nella fantasy moderna. È d’obbligo partire dal drago Smaug, un terribile bestione responsabile della distruzione del Regno sotto la Montagna dei nani. Smaug rimane a guardia del favoloso tesoro dei nani per più di duecento anni, finché, infuriato, non si vede costretto a uscire per rimediare a un furto operato dall’Hobbit Bilbo Baggins. Durante un attacco a Pontelagolungo, il drago verrà ucciso dala mitica Freccia Nera freccia di Bard, detto “L’Arciere”, che riesce a trovare un varco fra le scaglie indistruttibili della bestia e i gioielli che vi erano rimasti incastrati.
Tutto questo viene narrato nello Hobbit, romanzo pubblicato nel 1937 da J.R.R. Tolkien; prima della trilogia del Signore degli Anelli, capolavoro letterario poi portato sugli schermi con altrettanto successo dal regista neozelandese Peter Jackson.
Da Tolkien in poi, tutta la letteratura fantasy è correlata di draghi, spesso malvagi, qualche volta anche benevoli.
I cicli di romanzi fantasy più famosi includono o sono incentrati su storie di draghi. È il caso del celebre ciclo di Dragonlance nato dalla fantasia di Margaret Weis e Tracy Hickman, dove i draghi malvagi sono agli ordini della Regina delle Tenebre Takhisis, anche lei un drago a cinque teste. La Regina delle Tenebre controlla tutti i draghi malvagi, rossi, blu, verdi, neri e bianchi. Il suo scopo è quello di portare totale distruzione e far piombare il mondo nel caos.
Lo stesso discorso vale per i giochi di ruolo col marchio Dungeons & Dragons, i giochi di carte collezionabili a tema fantasy, i giochi strategici da tavolo o i videogiochi, come il celebre franchise di Warcraft, il gioco di strategia Warhammer: Mark of Chaos e la serie di Neverwinter Nights, tanto per citare i più recenti. Tutti includono draghi, pronti a sfoggiare zanne e alito assassino contro gli eroi di turno. Da ricordare il gioco da bar dal sapore di cartone animato Dragon’s Lair, dove il cavaliere tontolone Dick doveva liberare la sua bella da un malvagio drago viola. Realizzato da Don Bluth (Anastasia al cinema).
Naturalmente c’è anche la saga letterario-cinematografica del maghetto occhialuto più famoso al mondo: Harry Potter. L’autrice dei romanzi originali, J.K. Rowling, ha inserito nel suo magico universo i draghi come creature magiche, dotandoli di poca intelligenza, molta forza e grande resistenza alla magia. Il sangue di drago ha virtù magiche fuori dal comune, come scopriamo in Harry Potter e la Pietra Filosofale.
La Rowling ci ha presentato diverse specie di drago. Il Verde Gallese Comune è molto mite, non attacca gli umani e si confonde con l’erba delle montagne dove vive. Il Dorsorugoso Norvegese, nero, ha delle placche sulla schiena e sputa fuoco. Il Grugnocorto Svedese è blu argentato, molto solitario, e sputa dalle narici una fiamma caldissima. L’Ironbelly Ucraino è color metallo, e con le sue sei tonnellate è il più pesante di tutti. Il Longhorn Romeno è verde scuro, e ha lunghe corna dalle proprietà magiche per le quali è oggetto dei cacciatori di frodo. L’ Opaleye degli Antipodi è il più bello con le sue scaglie perlacee e gli occhi scintillanti. Il Petardo Cinese, color rosso, ha il muso rincagnato e emette dalle narici uno sbuffo a forma di fungo. Il Nero delle Ebridi, nativo della Gran Bretagna, è aggressivo e ha una fila di creste affilate lungo la schiena. Anche con l’Ungaro Spinato non c’è da scherzare: le spine che gli ricoprono tutto il corpo fanno di lui un nemico mortale. Oltre alle incursioni al cinema dei draghi potteriani, vediamo un cucciolo di Dorsorugoso nel primo film e un Ungaro Spinato nel quarto, non sono mancati altri draghi malvagi sul grande schermo. Una curiosità: il nome del serpente che esegue gli ordini del cattivissimo Voldemort è Nagini, che è il femminile di Naga, la stirpe di uomini serpente della mitologia Indù di cui abbiamo ampiamente parlato.
1 commenti
Aggiungi un commentobellissime le prime 5 parti dell'articolo, complete e approfondite in molti aspetti, sono rimasto incantato leggendo del drago nelle varie culture; la sesta c'entra poco, e risulta anche abbastanza noiosa. quella cinematografica non è cultura, ma una rimanipolazione di essa ad uso e consumo dello spettatore che ha solo voglia di staccare il cervello bombardandosi di contenuti semplici e immagini luminose!
questa comunque è solo una modesta opinione!
stilisticamente devo complimentarmi per tutto l'articolo (sesta parte compresa) per la completezza dele nozioni e tutto il lavoro svolto.
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