Vi abbiamo già parlato di Hercules (www.fantasymagazine.it/rubriche/5320/), serie televisiva prodotta da Sam Raimi (autore di Darkman e l'Armata delle Tenebre) sulle avventure del mitico figlio di Zeus. Ben nota anche nel nostro paese, dove viene continuamente riproposta in replica, la serie ha riscosso un certo – e sotto certi aspetti inaspettato – successo in tutto il mondo, tanto da portare alla realizzazione di uno spin-off ambientato durante la giovinezza dell'eroe, Il Giovane Hercules (Young Hercules).
In realtà sulla serie non c'è molto da dire, anche alla luce della sua breve vita. Gli anni '90 hanno visto la nascita dei primi telefilm dedicati alla giovinezza di personaggi di cui il pubblico conosce la vita adulta. Rivolti al pubblico adolescenziale, il loro scopo era formare un nuovo e autonomo bacino di fan. Dal fumetto al piccolo schermo, erano gli anni in cui produzioni simili si sono fatte strada con più o meno fortuna. Una delle serie anticipatrici del genere è Le Avventure del Giovane Indiana Jones, co-prodotta dal famoso George Lucas. Estremamente costosa (scenografie, ambientazioni e costumi erano molto curate), non ha avuto vita molto lunga ma è diventata un cult, rimanendo un prodotto di alto livello ed ottima qualità. Una delle ultime e più fortunate rappresentanti della compagnia è Smallville (iniziata nel 2001), che dopo un inzio non eccezionale ha avuto un successo crescente.
Iniziata nel 1998, la produzione sulle avventure di Hercules adolescente non ha avuto la stessa fortuna della sua versione più adulta ed è stata interrotta già nel maggio 1999, dopo la produzione di 50 episodi di mezz'ora l'uno. La durata degli episodi è un indizio importante sul perché della precoce chiusura: negli Stati Uniti i drama prodotti per la prima serata ( da JAG al già citato Smallville, ce n'è per tutti i gusti) durano solitamente 45 minuti circa, in modo che, con l'inserimento della pubblicità, durino circa un'ora da sigla a sigla. Di contro, le sit-com (ad esempio Will & Grace) vengono pensate per slot più brevi (tra i 22-24 minuti circa), per una durata complessiva – c'è sempre la pubblicità da inserire, ricordate? – di circa mezz'ora. Il Giovane Hercules era un prodotto pensato per il pubblico pomeridiano, di target piuttosto giovane, e nella sua durata a metà strada tra la sit-com e il drama rivela una natura in conflitto che ben definisce i problemi principali del telefilm.
La strada da percorrere non sembra chiara neppure ai suoi autori, che continuano a passare da un registro all'altro. Il risultato è che la serie vorrebbe essere avventurosa ma ha trame troppo infantili per un pubblico adulto, vorrebbe essere divertente ma non ha il coraggio di osare davvero sul comico e diventare (volontariamente) la caricatura dell'immaginario mitico in cui si muove, tra mostri da operetta e divinità dalla personalità schizoide.
Scadente anche il livello e la tipologia delle sceneggiature, che si limitano a trasportare in una Grecia più o meno riconoscibile tutti i problemi e le dinamiche tipo degli show ambientati nelle High School americane alla Beverly Hills 90210 (i rapporti con i genitori, l'assunzione di responsabilià, gare sportive e amori occasionali ecc.)
In costante sospensione tra due mondi, mai interessante e mai davvero divertente, nei suoi momenti migliori Il Giovane Hercules è un intrattenimento banale ma tutto sommato godibile. Nei suoi momenti peggiori è semplicemente inutile.
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