Il gioco di ruolo on line di massa più venduto al mondo, World of Warcraft (WoW), vende anche nella veste tutta nuova della sua prima espansione, Burning Crusade. La casa produttrice Blizzard annuncia tramite comunicato stampa che nelle prime 24 ore di disponibilità, fra il 16 e il 17 gennaio, Burning Crusade ha venduto la bellezza di 2,4 milioni di copie, fra Nord America; Europa, Singapore, Tailandia, Malesia, Nuova Zelanda e Australia. È il miglior esordio di tutti i tempi in Nord America ed Europa per un videogioco per PC. Negli States ha venduto 1 milione e 700 mila copie, in Europa 1 milione e 100 mila. Senza contare, fuori da questi numeri, un altro milione e 700 mila giocatori che hanno comprato il gioco on line, scaricandolo. La distribuzione di 4 milioni di copie da parte di Vivendi si sta rivelando quindi insufficiente. È un successo notevole; considerate che Warcraft III: Reign fo the Chaos, lo strategico in tempo reale che ha dato successo alla serie, finora ha venduto intorno ai 5 milioni di copie, ed è considerato uno dei maggiori successi per PC di tutti tempi. Visto che Burning Crusade è l’espansione a un gioco che ha più di otto milioni di abbonati in tutto il mondo (notizie/6978/) non dovrebbe sorprendere. Ma se consideriamo che si tratta solo di titoli per PC, che richiedono una macchina sufficientemente potente (non molto per WoW, per la verità), una connessione Internet veloce, (perché si gioca solo on line), oltre a un abbonamento tramite carte di credito o scheda prepagata, sono numeri incredibili.
Uno, due anni fa un po’ tutti pensavano che il genere di gioco di cui WoW pareva solo uno dei precursori, gli MMORPG, dove il giocatore muove un personaggio interagendo con altri giocatori di tutto il mondo, per compiere missioni e partecipare a battaglie nell’ambientazione fantastica del mondo di Azeroth, sarebbero stati il futuro dell’intrattenimento videoludico. Non che avessimo del tutto torto, ma le cose non sono andate esattamente coma credevamo.
Ci sono milioni di giocatori che si cimentano negli MMORPG, oggi, è vero, ma gran parte di loro gioca a World of Warcraft. Le grosse quantità di denaro che servono per mantenere vivo e attivo un gioco di questo tipo, sia dal punto di vista del gameplay che da quello prettamente tecnico (gestione dei server, degli abbonamenti e via dicendo) sembra stia un po’ tagliando le gambe alla concorrenza. Per ora non ci sono giochi di ruolo on line che sembra possano contrastare lo strapotere di WoW; nemmeno titoli come Star Wars: Galaxies, che hanno alle spalle colossi come LucasArts. Riusciranno titoli largamente pubblicizzati come Lord of the Rings Online: Sahdows of Angmar, o Age of Conan a tagliarsi la loro fetta di mercato?
Nel frattempo su E-Bay si trovano personaggi (virtuali, ovvio) di WoW all’ultimo livello venduto a prezzi esorbitanti, così come accade per grosse quantità del denaro virtuale usato nel gioco. E i manager giapponesi pagano dei ragazzini per giocare al loro posto, i ghost gamer onde mantenere alto il livello del proprio io virtuale warcarftiano e vantarsene con gli amici nel momento giusto.
Ricordiamo che Burning Crusade introduce due nuove razze nel gioco, gli Elfi del Sangue e i Draenei, una nuova professione, il gioielliere, e alza il livello massimo del personaggio a 70. La cosa è fattibile nel nuovo continente della mappa, le Terre Esterne, cui si accede dai Portali Oscuri. Per i nostri approfondimenti e anteprime andate qui: notizie/6852/; e qui: notizie/5798/.
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