Sembra che ormai non si vada da nessuna parte senza mmorpg. Ultima ha creato il genere, Everquest, Asheron's Call e Dark Age of Camelot hanno aperto la via, World of Warcraft portato in superficie, davanti agli occhi di tutti, il mercato. Tre milioni e mezzo di copie bruciate da The Burning Crusade, la prima espansione del titolo Blizzard, e oltre otto milioni di iscritti al gioco, disposti a pagare un abbonamento mensile, sono indicativi delle dimensioni del fenomeno. Facile allora che oggigiorno anche altre software house tentino la fortuna proprio inseguendo la chimera dei mondi persistenti online.
Vanguard: Saga of Heroes, tra le più recenti declinazioni del genere, non è tuttavia una produzione improvvisata. Basterebbe citare il direttore artistico, Keith Parkinson, uno dei più importanti illustratori fantasy, le cui opere hanno influenzato l’immaginario comune legato tanto a Terry Brooks che a Dungeons & Dragons, per i quali ha firmato molte copertine. Due decadi di estetica del fantastico. Purtroppo, Parkinson è venuto a mancare il 26 ottobre del 2005, all’età di quarantasette anni, dopo una lunga malattia. La sua impronta permea però idealmente tutto Telon, il gigantesco mondo di gioco, diviso in tre grandi continenti, Qalia, Thestra e Kojan, ispirati all’antica Arabia, all’Europa medioevale e all’estremo Oriente.
Dove iniziare l’avventura dipende, in parte, dalla scelta del personaggio. Così come ciascuna delle diciannove razze è affine a determinate classi (di base, ce ne sono quindici, raggruppate in: difensive, come il paladino; offensive, come il ranger; e degli incantatori, come il negromante), lo stesso vale per l’area di origine. Per esempio, gli elfi scuri vivono nella desertica Qalia, insieme agli gnomi, gli alti elfi a Thestra, con nani e giganti, mentre elfi dei boschi, mezz’elfi, orchi e goblin si spartiscono le isole dell’arcipelago di Kojan.
L’acqua è un elemento importante nel gioco. Oltre che in groppa alle proprie cavalcature, terrestri e volanti, si può partire alla scoperta di Telon in mare e lungo i corsi fluviali, come passeggeri di una delle tante imbarcazioni che salpano dai porti ogni giorno. Ne esistono di varie fogge e dimensioni: le si può acquistare, vendere, addirittura costruire. C’è un mestiere apposta, praticabile con profitto solo in seguito a un complesso iter di specializzazioni.
Il crafting, l’artigianato, riveste un ruolo rilevante nelle dinamiche di Vanguard. I giocatori possono approfondire gli insegnamenti di tre scuole principali (per lavorare la pietra e il legno, i metalli, i tessuti), raccogliere le ordinazioni dei clienti sotto forma di vere e proprie missioni e sbizzarrirsi nella creazioni di arnesi, armi e utensili più disparati. Per ottenere i migliori risultati, può essere necessario imbarcarsi nella ricerca di materiali particolari in prima persona. Oppure ci si può affidare a chi ha scelto di seguire il cammino dell’harvesting, ossia di specializzarsi nel cacciare e raccogliere elementi rari.
I frutti del lavoro di artigiani e cavatori – sebbene in realtà arti e mestieri, almeno all’inizio, non siano sempre così delimitati - se li godono a caro prezzo gli avventurieri nell’accezione più comune che il termine ha acquisito nei videogame, vale a dire personaggi giramondo, in cerca di fama e fortuna, da sperperare appunto comprando i pezzi più quotati della manodopera locale.
Di solito gli avventurieri si muovono in gruppo. Anche in Vanguard non manca poi la possibilità di riunirsi in gilde ancora più grandi. Per abbattere alcuni nemici, i più grossi e cattivi, si è praticamente obbligati a organizzare raid di decine di persone, ma in linea di massima tutte le missioni presentate in Vanguard sono pensate per essere affrontate con una compagnia ben affiatata. Il PvP, giocatore contro giocatore, è relegato a duelli di nessuna importanza. Tutto ruota invece attorno al PvE, dove P sta per più per party che per player ed E sono gli enemy, i nemici controllati dall’intelligenza artificiale. Ciò non significa che nel gioco ci sia solo da combattere. Accanto a crafting e harvesting, c’è la diplomazia, l’arte di conquistare i favori altrui... Sfidando a carte gli npc (i personaggi non giocanti). Una specie di briscola a suon di ruffianerie e intimidazioni, attraverso la quale si rendono disponibili missioni speciali e che permette di esplorare Vanguard da una prospettiva differente.
D’altronde è questo lo spirito del mmorpg di Sony Online Entertainment, un progetto ambizioso che intende recuperare in chiave moderna la tradizione dei grandi giochi di ruolo, e in generale del fantasy anni Ottanta, Novanta, dimenticando molte semplificazioni recenti. Un mmorpg tutto d’un pezzo, più ostico e intransigente dell’interpretazione del genere fatta da World of Warcraft. Non è un caso che al team di sviluppo, Sigil, appartengano parecchi veterani del primo Everquest, a cominciare dal suo produttore, Brad McQuaid, cofondatore della sofware house insieme a Jeff Butler e Parkinson.
Sono numerose le novità che Vanguard introduce e le sfumature che offre, dal sistema economico al mondo liberamente percorribile ed esplorabile, senza soluzione di continuità, realizzato con una versione ad hoc del motore grafico Unreal 2, che prossimamente dovrebbe essere sostituito dallo strabiliante Unreal engine 3. Non tutto però appare al momento già compiuto, definito. Alcune idee sono solo abbozzate, altri dettagli mancano o non sono ben definiti. La gestazione del gioco è stata lunga e il parto travagliato. Sono passati più di cinque anni dagli inizi dei lavori. Ma un mmorpg si completa anche strada facendo. Tutto starà ora agli aggiornamenti con cui Sigil saprà correggere i limiti e le sviste di gioventù. Per certi, sono già state studiate e diffuse pezze. Altri attendono una soluzione, per rendere giustizia al respiro epico di Vanguard, che resta uno dei progetti più interessanti nel panorama degli mmorpg.
1 commenti
Aggiungi un commentoVanguard allo stato attuale puo' al massimo definirsi una beta a pagamento... perchè di beta si tratta... e nemmeno troppo avanti...
Mi domando come si possa fare a pagare per qualcosa che è davvero lontano dall'essere un gioco degno di questo nome... ho giocato alla beta di Lord of the Rings Online e vi posso assicurare che lo sviluppo è avanti anni luce da quello che ho visto in Vanguard... e' scandaloso far pagare per far sviluppare un gioco che non è pronto...
Se avete tanta pazienza, un PC della NASA e chiudete un occhio su quest buggate, swap, warp dei mob allora giocateci.
Altrimenti se vi piace il PvE stile World of Warcraft aspettate un altro mese per Lord of the Rings Online, oppure se amate il PvP quest'anno usciranno altri titoli promettenti.
Certo leggendo solo questa news ci si aspetta di trovarsi davanti a un capolavoro...
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