Quando sulla rete cominciarono a circolare le voci sul progetto di portare la bibbia del fantasy, la trilogia del Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien, sul grande schermo, la gente si chiese chi sarebbe stato coinvolto. Quando fu annunciato il nome di Peter Jackson la maggior parte dei fan scossero la testa; un oscuro regista neozelandese con pochi, strani, lavori alle spalle, come Sospesi nel Tempo, Creature del Cielo e Splatters - Gli Schizzacervelli. Come poteva questo sconosciuto regista, che non aveva mai maneggiato un progetto di questa portata, rendere giustizia alla "sacra" trilogia? Sembrava improbabile.
Negli ultimi tre anni, Peter Jackson ha chiuso la bocca a molte persone e, contemporaneamente, ha attirato l'attenzione di molte altre. Quello che ha prodotto per i tre film è nientemeno che sbalorditivo. Ora è difficile immaginare questi film nelle mani di un qualsiasi altro regista. Il Signore degli Anelli è qualcosa che molti dei grandi registi di Hollywood hanno preso in considerazione per anni, ma sembrava un compito praticamente impossibile. Il romanzo si compone di circa mille pagine e ci sono oltre venti personaggi principali, solo per citare alcune caratteristiche. Jackson colpisce ancora con l'ultimo film della trilogia, Il Ritorno del Re.
Sedendosi a parlare con lui, è facile rimanere stupiti dai riconoscimenti che ha raccolto con la trilogia. In soli tre anni, Jackson si è catapultato dall'oscurità, per ritrovarsi davanti ai registi top di Hollywood. E' come parlare con Spielberg subito dopo Lo Squalo, solo Il Signore degli Anelli al momento è più grande e famoso. Ma Jackson non ha permesso al successo di cambiarlo, è cortese nei modi e calmo nella parlata. Il suo look ormai è un segno distintivo, indossa pantaloni corti, una maglietta e porta lunghi capelli scarmigliati.
Possiedi un paio di pantaloni lunghi?
Si, ne ho un paio. Li indosso alla prima di stasera (negli Stati Uniti, NdT). Eh già, oggi ho anche le scarpe.
Puoi parlarci della prima in Nuova Zelanda?
La prima in Nuova Zelanda è stata incredibile, con centomila persone e un grande viale in festa. Mi sono sentito come se l'intera nazione fosse venuta per accoglierci, veramente bello. E' stato grande e non c'era cinismo, è stato un genuino emergere di orgoglio nazionale, che in effetti è molto forte.
Come ti senti a essere diventato il portavoce della Nuova Zelanda? Come ha influito su di te e la tua famiglia?
Di sicuro è diventato sempre più difficile avere una vita normale. Per due-tre anni sono stato occupatissimo e la mia vita privata era praticamente inesistente. Dormivo, mi alzavo, andavo al lavoro, tornavo e mi rimettevo a dormire, cercando di trovare un pò di tempo per i figli e la casa. Ora sono arrivato al punto in cui è difficile andare a fare shopping, andare al cinema e fare le cose più normali, perchè la gente mi ferma continuamente. Sono molto gentili, sempre carini ed entusiasti, ma non riesco a fare cento metri. Mi ci vuole un'ora per andare da qualsiasi parte e la conseguenza è che sto a casa molto più di prima. Non so come sarà la mia vita privata in futuro, ma al momento è un pò dura.
Puoi riassumere cosa significa per te fare una trilogia, come regista?
Bè, l'ultimo film è la ragione per cui fai il tutto, no?! Quando fai un film è perchè vuoi che la gente lo vada a vedere e si diverta... ogni volta che inizi a fare un film c'è sempre una grande eccitazione, non vedi l'ora che sia completato e ti sforzi di arrivare alla fine. La trilogia in realtà gira tutta intorno al terzo film. Qual'è il punto di fare gli altri? I due film esistono per farti raggiungere il capitolo finale, quello che definisce i due precedenti e li mette nel giusto contesto. Prima d'ora, non hanno avuto un contesto; La Compagnia era l'inizio, Le Due Torri era il difficile capitolo di mezzo, e ora ecco il terzo film. Improvvisamente, adesso, tutto è nel contesto giusto. E' il punto focale dell'intero processo e chiude anche la storia, è un grande finale. E' duro anche per gli attori, che si emozionano vedendo il film, perchè è commovente. Il film mette la parola fine e in qualche modo rappresenta la fine di tutti i nostri viaggi. Siamo tutti diventati amici in questo progetto e ora sta finendo tutto nello stesso momento, sia sullo schermo che fuori di esso. E' tutto quello che speravo potesse essere; speravo che fosse triste, che catturasse qualcosa della tristezza del libro, ma tristezza non nel senso di deprimente. E' triste, si, ma ti senti felice perchè alla fine i personaggi hanno ottenuto quello che si erano preposti, ma c'è stato un prezzo da pagare.
Vedi mai Frodo e il suo viaggio con l'anello come una metafora del tuo viaggio per finire il soverchiante compito della trilogia?
Si, non ci pensavo in questi termini, ma posso fare dei paragoni. A Frodo ci sono voluti quattordici mesi per raggiungere Monte Fato. A noi ci sono voluti sette anni e fortunatamente non avevamo troll contro di noi... produttori forse si, ma non i troll.
Cosa è successo l'ultimo giorno? Qualcuno ha fatto qualcosa di speciale per te?
Si, hanno fatto qualcosa, ed è stato molto toccante, per me è stata una completa sorpresa. E' successo In maggio e giugno, quando stavamo girando delle scene che avrebbero impegnato la maggior parte degli attori per pochi giorni, ma ognuno di loro in tempi diversi, perchè stavamo girando scene differenti. Abbiamo avuto qualcosa come quindici diversi addii. Per ciascun attore è stata una grande emozione, magari era l'ultimo giorno per Elijah o l'ultimo giorno per Liv o Ian o Viggo e lo abbiamo passato girando. Avevamo una scaletta e siamo arrivati all'ultima ripresa, senza dire esplicitamente "questa è l'ultima"; è rimasto sottinteso. Io dicevo "stop" e loro si fermavano, poi magari dicevo "facciamone un'altra". E abbiamo fatto così circa quindici volte al giorno, una per ogni protagonista; è stato un periodo estremamente intenso. Quando un attore finiva, l'ultimo giorno, facevamo una festa e ci vedevamo un nastro con i suoi errori. Per me, alla fine è arrivata la festa di chiusura. Ovviamente la maggior parte degli attori se ne era già andata perchè avevano finito prima. Per l'ora in cui abbiamo fatto l'ultima festa non c'era molta gente intorno, a parte il personale. A un certo punto hanno tirato fuori un nastro con i miei errori, ci avevano montato sopra You Gotta Carry That Weight dei Beatles. Inoltre, alla maggior parte degli attori è stato dato un ricordo in tema col loro personaggio. Per la maggior parte dei ragazzi era una spada, a Liv invece è stato dato un vestito e le sue orecchie elfiche. Per quanto riguarda me, io nei film faccio alcuni cameo. Il cameo che ho fatto nella Compagnia dell'Anello era per le strade di Brea, stavo mangiando una carota. Così mi hanno dato una carota. Ho pensato "Viggo ha preso una spada. Perchè non posso averla anch'io?". Avrei dovuto fare un cameo impugnando una spada, ma non l'ho fatto. E così ho rimediato una carota.
Parlaci dell'assenza di Saruman
La sequenza con Saruman, lunga sette minuti, è alla fine delle Due Torri (nel libro), è sempre stata lì. Non è mai stata nel Ritorno del Re, quindi la scena non è mai stata nel copione del terzo film. Era una scena girata per le Due Torri e quando lo scorso anno montammo il film provammo a inserirla, ma vedemmo che era inadatto metterla dopo il climax finale. Quello che volevamo, a quel punto del film, era uscirne il più presto possibile, perchè pensammo che gli spettatori erano già stati lì per delle ore e bisognava chiudere. Avevamo delle scene con Gollum da inserire alla fine del film, così non sembrava un buon posto dove inserire anche i sette minuti del ritorno a Isengard. Quindi ho pensato che era possibile metterli all'inizio del Ritorno del Re, e ce li siamo tenuti. Non li abbiamo nemmeno messi nel DvD de Le Due Torri... era un'opzione possibile, ma sentivamo che c'era il potenziale per metterli all'inizio del Ritorno del Re. All'inizio la scena stava lì, mentre lavoravamo al montaggio, ma durante l'anno abbiamo dovuto tagliare delle scene. Avevamo una versione del Ritorno del Re di quattro ore e quindici minuti con tutto quello che avevamo girato, ma era troppo lunga. Sentivo che l'impatto emotivo del film ne sarebbe stato troppo diluito, era semplicemente troppo lungo. Così abbiamo rimaneggiato il film e la scena di Saruman è stata una delle tante tagliate. Ovviamente, siamo stati costretti a tagliare un'ora di film per renderlo della lunghezza giusta per i cinema. La lunghezza finale per me era totalmente in relazione all'impatto emotivo degli ultimi venti-trenta minuti e volevo che questi fossero più forti possibile. Più lungo era il film meno forte era l'impatto finale, perchè lo spettatore era stato lì per troppo tempo.
Puoi chiarire come hai comunicato a Christopher Lee il fatto che non sarebbe stato nella versione cinematografica del Ritorno del Re?
Tutto ciò che ho letto sulla rete è completamente sbagliato. Ho letto che lo avrebbe appreso da un sito internet, il che è totalmente falso. Ci sono state telefonate e fax invece. Lee è un'ottima persona, ma i fan del suo sito hanno iniziato una petizione che, io credo, lui non abbia nel suo interesse. Non ho pensato nemmeno per un secondo che l'avesse guidata lui. Penso che sia dovuto solo ai fan. Hanno fatto molto rumore ma lui non si sente così tradito, veramente; però i suoi fan stanno facendo una battaglia e creano un sacco di pubblicità non opportuna alla petizione. Comunque la scena è grandiosa, sarà sul DvD e tutti quanti avranno l'opportunità di vederla. E' una buona scena e aggiungerà completezza alla storia.
Cosa c'è nella versione estesa del Ritorno del Re?
Le versioni estese sono interessanti perchè, in realtà, le faccio solo per i fan. Per me, ogni volta che aggiungo una scena è un pò come "sporcare" le versioni cinematografiche, che sono lavorate molto attentamente. Abbiamo speso un anno intero per tirare fuori la miglior versione possibile. Faccio le versioni estese perchè abbiamo trenta-quaranta minuti di girato a cui i fan del libro sono interessati, di solito sono scene relative a qualcosa che è nel libro. Fanno parte dell'adattamento del Signore degli Anelli e, o le perdi per sempre, o le metti in una versione estesa. Quindi faccio queste versioni pensando che alla gente piacerà vederle, ma sono cosciente che ogni volta che faccio così lo slancio della scena rallenta, cioè influiscono sul ritmo acquisito da una certa scena. Ogni volta penso che sto guastando il film, ma lo faccio perchè la gente vuole vederlo e lo vedranno a casa. Il DvD ha una dinamica differente, puoi guardarlo nell'arco di due serate oppure puoi fare una pausa e farti una tazza di tè. Seguire il ritmo del film sul DvD sembrerebbe richiedere un impegno maggiore, da parte del pubblico. Poi leggo queste recensioni che dicono che è molto molto meglio della versione cinematografica, e allora penso "Oddio!". La grande domanda è, se avessi preso questa versione di tre ore e quaranta minuti de Le Due Torri e l'avessi rilasciata al cinema, cosa avrebbe pensato la gente del film? Tutti quanti l'avrebbero criticato per essere troppo lungo. Tuttavia sul video di casa pensano che così è migliore. Trovo il discorso affascinante perchè è una cosa nuova, è uno sviluppo totalmente nuovo della cinematografia, dovuto alle nuove tecnologie e al modo in cui i DvD si stanno affermando. Pacchetti per fan, materiale documentaristico, è interessante. Ma è un mondo nuovo, ci sono regole nuove di cui non ne so ancora abbastanza.
E riguardo le varie versioni DvD?
Ho letto delle critiche al modo in cui abbiamo fatto uscire i DvD, ma non saprei dare un'esatta risposta. Non so effettivamente quello che queste persone desiderano quindi non so bene a cosa siano dovute le critiche. Se le critiche intendono dire "Perchè non possiamo avere un set unico di dischi che hanno sia le versioni cinematografiche che quelle estese" allora non sono sicuro che sia quello che veramente vogliono, perchè se fai così costerà di più. Noi rilasciamo un set di quattro dischi, ma se vuoi anche le versioni cinematografiche e il resto, diventerà un set di sei dischi e dovrai pagare adeguatamente. Abbiamo provato a essere onesti; abbiamo fatto i DvD con le versioni cinematografiche per quelli che vogliono semplicemente avere il film nella loro collezione. Li abbiamo fatti con un disco per gli extra e un disco per il film, così hanno il film e gli extra al prezzo più conveniente possibile. Abbiamo pensato che le sole persone interessate alle sei ore di documentari sarebbero state gli aficionados e se gli davamo, insieme, una versione alternativa del film sarebbero state felici. Se le versioni cinematografiche sono quelle che ti interessano compri solo quelle. Se vuoi tutto, compri le versioni estese.
Qual'è la versione definitiva dei film?
La versione cinematografica. Considero le versioni estese come una versione per quei fan che vogliono vedere del materiale extra.
Ti sei fatto la reputazione di regista fuori dall'Hollywood system.
Non ho un sentimento anti-hollywoodiano, è semplicemente che sono neozelandese. Sono nato in Nuova Zelanda, dove ho la mia casa e la mia famiglia, dove i miei bambini vanno a scuola. Il mio interesse è rimanere nella mia terra natale a fare film. Non voglio proprio spostarmi in altri paesi del mondo per lavorare. Non credo che Il Signore degli Anelli avrebbe potuto essere fatto in qualsiasi altro posto, dal punto di vista dei costi. In Nuova Zelanda siamo in grado di risparmiare abbastanza. Bè, non è stato del tutto economico, ma siamo stati in grado di farlo a un costo minore di quello che sarebbe stato qui in America, o in Europa. Non so esattamente il costo finale dei tre film ma, facendo una media, sono costati circa centotrenta milioni di dollari l'uno. Viviamo in un mondo dove i costi arrivano spesso a duecento milioni di dollari. Se Il Ritorno del Re non è un film da duecento milioni di dollari, non so cosa possa esserlo. Ci sono sei o sette film in produzione, ora, che costano duecento milioni di dollari; non che le case cinematografiche lo ammettano. Abbiamo avuto le nostre spese e sappiamo quanto costa un film. Il film è costato cinquanta-sessanta milioni di dollari in meno, girando in Nuova Zelanda.
Perchè stai girando King Kong?
E' un film solo; qualsiasi cosa che sia un solo film ora sembra molto attraente. Kong è un progetto che avevamo iniziato nel 1996 prima degli Anelli. Stavamo lavorando su Kong da otto mesi; la Universal era preoccupata riguardo Il Grande Joe e Godzilla, che erano in produzione nello stesso momento, così hanno staccato la spina a Kong. Fortunatamente avevamo il progetto del Signore degli Anelli con la Miramax così ci siamo buttati dritto in quel progetto. Ma Kong è rimasto un lavoro incompiuto. E' sempre stato un film che volevo fare perchè sono un grande fan del primo. E' il mio film preferito.
Perchè farlo di nuovo?
C'è un'ottima ragione per farlo di nuovo perchè, penso, l'attuale giovane generazione di adolescenti non è interessata a guardare film in bianco e nero. La nostra generazione è cresciuta con film classici e ha guardato film in bianco e nero, magari alla TV, ma prova adesso a mettere un ragazzino di fronte a un film in bianco e nero alla TV, non vogliono saperne, specialmente qualcosa così vecchio come il Kong del 1933, con quei dialoghi e il resto. Abbiamo raggiunto il punto che King Kong non sarà visto dai giovani. E' il momento giusto per rifarlo con le nuove tecnologie, provando nel contempo a conservare il cuore del film originale. Manterremo l'ambientazione negli anni trenta.
Andy Serkis farà la parte di King Kong?
Non abbiamo ancora finalizzato questo aspetto. Comunque sono interessato in qualcuno che rappresenti Kong, qualcuno che faccia le sue veci sul set.
Ci saranno altri membri del cast del Signore degli Anelli nel film?
Non ne sono sicuro perchè ancora non abbiamo scritto il copione. Mi piacerebbe fare quelle cose alla Scorsese dove usi lo stesso gruppo di attori film dopo film, perchè questi attori sono fantastici, quindi se non sarà Kong spero qualcosa dopo di esso. Mi piacerebbe lavorare di nuovo con tutti loro, non importa quanto tempo ci vorrà. Sarebbe grandioso.
1 commenti
Aggiungi un commentoSplendida intervista, e PJ si dimostra per l'ennesima volta molto onesto e diretto, IMHO!
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