No, non stiamo parlando di libri, nemmeno di film, né di anime o manga, tanto meno di cosplay. Qui non c’entrano le magiche fatine Winx che tanto piacciono alle nuove generazioni di ragazzine e nemmeno le pacifiche immagini che tanti abili artisti hanno tentato di immortalare sulla tela; non vi parliamo insomma di eroine di carta e d’inchiostro e nemmeno di leggiadre creature nate dalla penna di un qualche illustre scrittore. Vi parliamo di fate vere, in carne e ossa; o meglio, come dimostrano i recenti scatti giunti dal villaggio inglese di Duffield nel Derbyshire, di resti mummificati di una piccola fata conservatasi per lungo tempo in una torbiera.
Quanto sono lontane, nell’osservare questi scatti, le definizioni presenti nelle fiabe o nei miti di origine britannica, italiana e francese. E persino l’immaginazione dei più illustri favolisti della storia impallidisce rivelandosi per quello che è: una pura fantasia. Il bello spaccato di come dovrebbero essere le fate, che troviamo in favole come La bella addormentata sia di Perrault che dei Fratelli Grimm, e ancora in Pinocchio – dove alle fate viene addirittura assegnato il colore blu, colore del sovrannaturale e della magia –, pare qui sfumare in qualcosa di più complesso e fisicamente probabile.
Il corpo di questa fata, come si può vedere nelle immagini che riportiamo nell’articolo, si è mantenuto in un modo sorprendente: compreso di piccole ali lamellate, braccia e gambe, incluso di una folta capigliatura dorata, denota, nientemeno, che piccoli organi riproduttivi. Gli antropologi
Questa perfetta conservazione, capace di mostrarci il viso e persino il colore – biondo-rossiccio – dei capelli della fata, la si deve agli agenti antibatterici contenuti nella torbiera di rinvenimento. Questi ultimi hanno conservato fino ai giorni nostri, per un tempo imprecisato che gli studiosi stanno tuttora valutando, il copricino in questione senza troppi danni alla delicata struttura.
Un rinvenimento non eccezionale quando si parla di torbiere. Sono difatti molto noti i corpi mummificati di uomini del Paleolitico Inferiore e del Neolitico appartenenti delle prime civiltà Celtiche e rinvenuti ancora ai giorni nostri in un perfetto stato di conservazione. Ma ritrovamenti di questo genere, tanto eccezionali da apparire fantastici, lasciano ovviamente sempre un velo di impalpabile tensione in chi li scopre.
La curiosità è andata tuttavia aumentando col rinvenimento dei piccoli resti mummificati e ancora più, successivamente, con la scoperta delle minute ali membranose. In seguito, tra la confusione generale, è stata avvisata la polizia locale che ha prontamente contattato esperti del settore. Le fate sono tra noi? Sì, forse sì, ben nascoste, ma ci sono.
Nota della redazione: Come la data di pubblicazione può suggerire, la notizia soprariportata e frutto di pura invenzione e stilata allo scopo di farvi sorridere nella giornata dedicata agli scherzi. Speriamo di avervi portato un po' di buonumore
108 commenti
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Ringrazio l'uppaggio continuo, altrimenti non avrei letto il "miglior commento del giorno" della meravigliosa Uljanka!
Spiace solo che in calce all'articolo i mod abbiano dovuto vestire gli sgargianti panni di Cap.Ovvio per sedare incauti -e miopi- navigatori della rete
\OT
FAKE!! Questa è un' opera di un simpatico sculture che si diverte a creare sceletri e resti di creture mitologiche e animali!! Si chiama Juan Cabana!
le fate!esistono?che bello!è sl che se esistessero ci sarebbe una cosa speciale che si noterebbe ma nn si nota!le fate sn creature belissime e speciali alla natura!i love fatine!
pero no si fa cosi uno poi ci crede ,io per esempio amo il mondo dele fate,elfi,gnomi non potete fare scherzi del genere
Però che bello tornare a fantasy magazine e scoprire che certe cose non cambiano mai
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