Uscito da pochi giorni in libreria, Beowulf. L’eroe, il mostro e il drago (Nuove Edizioni Romane, 96 pagine, 12,50 euro) è l’adattamento per ragazzi del più famoso poema epico della letteratura inglese, il poema che nel mondo anglosassone, soprattutto britannico, ha il valore che da noi hanno l’Iliade o l’Odissea; si studia a scuola ed è tanto conosciuto che la trama e l’immaginario di Beowulf hanno influenzato gran parte della produzione fantastica che conosciamo, sia letteraria che cinematografica.
L’edizione presentata è la prima versione per ragazzi stampata in Italia. Le Nuove Edizioni Romane hanno già una lunga esperienza di classici narrati ai ragazzi avendo inaugurato molti anni fa una bella collana dedicata ai capolavori della letteratura mondiale: da Gilgamesh a Dante a Shakespeare. Beowulf è accompagnato da alcune appendici, tra cui una tavola storica sul mondo anglosassone, ed è corredato dalle illustrazioni di Eva Rasano, artista sarda che ha saputo rendere anche le più piccole sfumature dell’epica anglosassone.
La vicenda è appassionante ancora oggi. La splendida reggia del re danese Hrothgar, chiamata a Heorot, il "Cervo", attira l'attenzione di Grendel, un "vagabondo delle marche", un mostro gigantesco e sanguinario il cui aspetto viene descritto sempre indirettamente e a tratti Grendel prende a far visita al Cervo ogni notte, mietendo molte vite a ogni suo passaggio.
In soccorso al disperato re danese arriva Beowulf, nipote del re dei Geati (i Goti che abitavano, probabilmente, la Svezia meridionale). Anche dell'aspetto di Beowulf non si sa molto; certamente si tratta di un uomo molto giovane, fisicamente "eccessivo" (dotato di una statura e di una forza sovrumane, che lo fanno spesso apparire simile a quei giganti che la mitologia nordica ritrae sempre come ostili e pericolosi). Beowulf decide di affrontare Grendel a mani nude, e in un terribile combattimento riesce a strappare un braccio all'Orco e causarne la morte.
I festeggiamenti al Cervo sono appena iniziati quando, la notte successiva, il palazzo viene visitato da una creatura altrettanto sanguinaria, la madre di Grendel; rappresentata come una donna mostruosa e gigantesca, che abita in una dimora subacquea nascosta nei paludosi e nebbiosi acquitrini di una "marca" remota e inquietante. Beowulf offrirà ancora il suo sostegno al re e si recherà, in una sorta di simbolica discesa agli inferi, a incontrare l'Orchessa, riuscendo ancora vittorioso.
In una subitanea accelerazione della narrazione, Beowulf, tornato in patria, diventa re dei Goti, e regna pacificamente per 50 anni. Il suo regno viene però aggredito da un nuovo mostro, questa volta un drago.
La rappresentazione del drago di Beowulf rappresenta un esempio canonico a cui si è certamente ispirata molta letteratura successiva, anche contemporanea (si pensi ai draghi di Tolkien): il drago di Beowulf è una serpe alata e volante; sputa fiamme e custodisce un antico tesoro. Già anziano, Beowulf affronta il drago per proteggere il proprio regno; pur riuscendo a ucciderlo, morirà anch'egli nello scontro (come Thor è destinato a morire uccidendo il gigantesco serpe d'acqua).
L’antico poema, anomino, che narra questa storia ha due primati: è il più lungo poema anglosassone che si conosca, e ci è giunto intero, caso raro per un’opera così antica, attraverso un manoscritto denominato Cotton Vitellius, che oggi è conservato al British Museum. Il manoscritto risale all’anno 1000 ma sicuramente il poema era stato già composto alcuni secoli prrima, narrato a voce in pubblico e così trasmesso da una generazione all’altra. Il ritmo della poesia aiutava a memorizzare i versi.
Beowulf continua ad affascinare i lettori di tutte le età perché la storia che racconta, apparentemente tanto semplice e lontana nel tempo, contiene temi grandiosi. Ad esempio l’amicizia: Beowulf, che appartiene al popolo dei Geati (abitanti la Svezia meridionale nella regione attorno ai laghi Vättern e Vänern), attraversa il Mare del Nord per andare in soccorso di un popolo doverso da suo. Il guerriero danese Unferth è poco accogliente con lui all’inizio, poi diventa suo amico sincero.
L’autore di questa versione per ragazzi è Kevin Crossley-Holland. Nato nel 1941 in Inghilterra, mentre studiava all’università di Oxford, si è innamorato della poesia anglo-sassone, ed è entrato in contatto con W.H. Auden e con il prof. J.R.R. Tolkien. Con il suo incoraggiamento ha iniziato, poco più che ventenne, a tradurre dall’inglese antico: dapprima le poesie più brevi e gli indovinelli (un genere letterario che piaceva molto agli antichi!) fino all’intera traduzione di Beowulf, nel 1968. Alcuni anni dopo, nel 1982, ne ha scritto una versione per ragazzi. Del professore di Oxford, Crossley-holland dice: «Sicuramente Tolkien è stato importante per la sua abilità nel raccontare storie e per la sua capacità di immaginare mondi interi. La nostra cultura è “impregnata” della mitologia germanica e nordica. Tolkien è stato molto bravo a sfruttare questi aspetti perché ha saputo toccare i tasti giusti sfruttando al meglio i riferimenti a questa mitologia. Per esempio, il tema dell’anello che è il cuore della mitologia dell'Europa nord occidentale, della mitologia di Sigfrido, del drago. Tolkien ha capito come sintonizzarsi su queste, utilizzare gli archetipi che caratterizzano tutta questa cultura».
Negli anni di Oxford, per mantenersi, ha lavorato come redattore di libri per ragazzi nella casa editrice Macmillan, cominciando a scrivere le sue rielaborazioni di storie medievali durante la pausa pranzo.
In seguito, ha insegnato materie umanistiche all’Università del Minnesota. Ora vive nel Norfolk, sulla costa inglese del Mare del Nord, con sua moglie Linda e i quattro figli. Continua a tenere conferenze all’estero, seminari per librai e insegnanti, e incontri con i ragazzi, recandosi nelle scuole elementari e medie.
Far conoscere la letteratura del passato ai più giovani è una sua grande passione; oltre a Beowulf ha rielaborato il ciclo di Re Artù, vincitore del Guardian Children's Fiction Prize nel 2001, già pubblicato in Italia dall’editore Salani.
I suoi libri sono molto apprezzati sia dal pubblico che dalla critica, sono stati tradotti in ventuno lingue, e hanno ricevuto premi prestigiosi, tra quali la Carnegie Medal (un importante riconoscimento per la letteratura per ragazzi conferito in Gran Bretagna).
Kevin Crossley Holland ha scritto anche raccolte di poesie, programmi radiofonici e ha collaborato con alcuni compositori di musica contemporanea scrivendo libretti per opere moderne.
Un lettore illustre: Tolkien e Beowulf
Docente di letteratura anglosassone, Tolkien conosceva molto bene Beowulf. Pubblicò una traduzione del poema e certamente molti aspetti del Beowulf influenzarono anche la sua narrativa. Presso il popolo di Rohan, molti nomi propri riprendono quelli dei personaggi del poema. La reggia di re Theoden somiglia molto a Heorot, la reggia del re danese, e la scena in cui la reggia ci viene presentata (nel Signore degli Anelli) ricalca quella dell’arrivo di Beowulf e dei sui compagni al “Cervo”. Limitandosi alla letteratura per ragazzi, per esempio, le numerose apparizioni di draghi ne Lo Hobbit e ne Il cacciatore di draghi riecheggiano l’inconro tra Beowulf e il drago.
Tolkien ha contribuito in modo determinante a rivalutare il poema nell’ambito della critica letteraria, oltre che in quello degli studi storici e filologici. Il medioevo e il fantastico (Bompiani, in originale The monsters and the critics and other essays, 1983) è una raccolta di saggi di J. R. R. Tolkien, curati dal figlio Christopher, composta da sette saggi, due dei quali dedicati a Beowulf.
Il primo saggio, Beowulf: mostri e critici, è la trascrizione di una conferenza tenuta alla British Academy il 25 novembre del 1936. In questo discorso Tolkien esamina quello che egli stesso considera il poema che più di tutti ha studiato e, soprattutto, il più tradizionale in assoluto nella cultura inglese. In modo particolare, egli esamina la reputazione di questa opera nella critica letteraria britannica, mentre ne esalta anche il valore metrico nel saggio Tradurre Beowulf (1940).
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