Caro Alan D., bentornato su FantasyMagazine. Sei passato da queste parti più di due anni fa, per presentarci l’Eretico, primo capitolo di Magdeburg. Torni ora per la “resa dei conti”…
Grazie a voi x ospitarmi di nuovo. Con “Il Demone” siamo davvero alla “resa dei conti”: tre libri, tre anni consecutivi, un totale di quasi duemila pagine. A tutti gli effetti, la trilogia di Magdeburg – anche se per certi versi si tratta di un unico libro in tre parti – rimane il mio lavoro piu’ ambizioso in ventisei anni di esperienze narrative.
Ma partiamo dall’inizio. Quando è scoccata la prima scintilla creativa? Quando ti sei detto: yes, la Guerra dei Trent’Anni? E perché?
Il tarlo della Guerra dei 30 Anni potrebbe durare da… ben oltre trent’anni. Ne scoprii dell’esistenza ai tempi del liceo:
“Nella prima meta’ del XVII Sec. L’Europa in generale, la Germania in particolare, furono scosse di una guerra estenuante chiamata Guerra dei Trent’anni (1618-1648) che gravi lutti e distruzioni porto’ a tutte le forze coinvolte.”
E’ in questo modo scarno che il sussidiario di storia presentava quella che – fatte le debite proporzioni – rimane il piu’ colossale e catastrofico conflitto europeo.
Cio’ che mi rimase in testa fu proprio il concetto di durata: com’e possibile che una guerra duri trent’anni? Il che ci porta a un altro concetto, quello di “guerra generazionale”. Ma di questo parleremo in seguito.
Spesso, anche a rischio di inaridimento, l’editoria tende a incastrare i suoi autori nel genere per cui il pubblico ha dimostrato di apprezzarli. Per esigenze commerciali, la propensione al rischio risulta ridotta.
E’ stato difficile proporre al tuo editore un cambio di ambientazione (per quanto non di tematiche e stile) così radicale nella tua produzione narrativa?
Non cessero’ mai di ringraziare Cecilia Perucci, direttore editoriale di Corbaccio – ma anche l’intero Gruppo GEMS -- per non avere avuto la minima esitazione nel sostenere sia il progetto che me.
Una scelta di cui la Corbaccio non si è pentita affatto…; )
I primi due volumi di “Magdeburg” hanno avuto risposte molto incoraggianti sia nelle recensioni che nelle vendite. Well, vediamo cosa accade con la parte tre.
Magdeburg è un’opera complessa, come tale ha avuto però una lunga gestazione. Un lungo lavoro di ricerca, preparazione. Un’accurata fase di pianificazione. Una corposa e impegnativa fase di stesura.
La domanda contiene gia’ la risposta. Le ricerche storiche per “Magdeburg” sono durate anni e hanno continuato a svilupparsi anche durante la fase di scrittura del testo vera e propria.
Da un punto di vista conoscitivo, approfondire gli aspetti politici, sociali, militari, religiosi di quel mondo ormai dimenticato e’ stata un’esperienza unica.
Ci sono stati cambiamenti significativi, per contenuti e/o protagonisti e/o sceneggiatura, nell’arco di questo articolato processo?
La struttura primaria della storia – che scrissi nel 1993 – e’ rimasta pressoche’ inalterata. La sfida narrativa piu’ grossa e’ stata pensare in termini di trilogia e non di libro singolo.
Ognuno dei tre libri ha quindi una identita’ propria, ma al tempo stesso e’ integrato nel quadro trilogico. “La Furia” puo’ essere letto senza evere letto “L’Eretico”, ma molto sfuggirebbe leggendo “Il Demone” senza avere letto i due libri precedenti.
Inevitabilmente, nella stesura sono emersi nuove prospettive, nuove intersezioni, nuovi collegamenti incrociati. I tre elementi piu’ consistenti che hanno “sparigliato” un po’ il mazzo sono i seguenti:
-- ne “La Furia”, il viaggio di Alessandro Colonna da Roma fino a Kolstadt, che inizialmente pensavo di by-passare ma che alla fine ritengo sia emerso uno dei canali narrativi primari dell’intero libro;
-- ne “Il Demone”, la strutturazione del “movimento bellico di Ostermunde”, con un attacco combinato dalla terra e dal fiume, che inizialmente avevo concepito come piu’ ridotto;
-- nell’intera trilogia, l’eliminazione di quello che definisco “il blocco nipponico”, eccellente intuizione di Cecilia Perucci. La narrazione si sarebbe allungata di altre duecento pagine, presentando un mondo del tutto diverso. Troppo, decisamente troppo.
L’aspettativa nei lettori per questo terzo e conclusivo capitolo è decisamente alta. Quanta emozione nel consegnare il testo definitivo all’editore, anche per un autore di provata e venticinquennale esperienza come te?
L’emozione e’ per me sempre forte. Nel completare “Magdeburg”, well, e’ stata incredibilmente forte. La chiusa di questo progetto e’ per me la fine di un’epoca… ma anche guardando alla prossima sfida narrativa, quale che questa sarà.
Su FantasyMagazine si è parlato parecchio di Magdeburg. Il nostro webmagazine accoglie però sempre nuovi lettori, alcuni dei quali potrebbero non averne ancora sentito parlare. Vuoi riassumere tu per loro le caratteristiche e la trama della saga?
La classica domanda da un milione di dollari. Okay, vediamo…
Il luogo, la Germania asburgica. Il tempo: la prima meta’ del 1600. Lo sfondo: una guerra apocalittica. In primo piano l’incontro/scontro tra due personaggi all’apparenza antitetici: un troppo ambizioso, troppo malefico principe cattolico, e un guerriero enigmatico negatore di dio. Questo in un’epoca in cui la stessa idea della negazione di dio era punita con il rogo. Due personaggi che stipulano uno sodalizio tanto impossibile quanto oscuro. Un sodalizio destinato a…
Sorry, guys: you’ll just have to read it.
Senza rivelare troppo, potresti fare una carrellata sui principali attori della trilogia? Ruolo nei romanzi, ma anche eventuali fonti di ispirazione, peculiarità di ideazione e quant’altro.
Qui potrei tirarla avanti per un bel pezzo. Okay, vediamo. Riallacciandoci alla domanda precedente, l’albero motore della storia e’ il rapporto tra Wulfgar, l’eretico in nero, e Reinhardt von Dekken, il principe dei dannati.
Personaggio assolutamente fondamentale e’ Madre Erika, superiora del remoto convento di Kolstadt, “le radici della terra”.
Ugualmente fondamentali sono “i possessori dei simboli zen”: l’osservatore, il cardinale, il costruttore di lenti, il soldato, la strega.
Infine, gli antagonisti: Van der Kaal, infame comandante mercenario, Auerbach, nobile laido… Last but not least: Padre Bolanos y Llosa, Magister Inquisitionis.
2 commenti
Aggiungi un commentoUè, ma voi fate un intervista ad Altieri e la pubblicate mentre IO sono in vacanza!
Et voilà
Concordo, come non potrei del resto.
Bella intervista, Fabio.
Edit: Scherzavo. Non ero in vacanza...me la sono proprio persa ops:
Non so a voi, ma la parte in cui parla dell'ipotetico quarto episodio mi ha fatto venire l'acquolina in bocca...
allora, dove lo si prenota?
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