Amazon, Barnes & Noble, Dark Carnival: la voce che si alza dalle tante librerie virtuali presenti in rete è sempre la stessa: Harry Potter and the Deathly Hallows si conferma, stabile, al numero uno dei libri più venduti al mondo, diventando così in poco tempo il volume più venduto nella storia dell’editoria. Nonostante la smania febbrile di certe testate giornalistiche e televisive, capaci di rovinare la festa prima del tempo a milioni e milioni di lettori (mettendo online il contenuto del volume ben prima del lancio ufficiale), il settimo libro di J.K. Rowling diventa senza difficoltà, in soli tre giorni, un - permetteteci il gioco di parole - "caso letterario nel caso letterario".
Le prime stime effettuate nel fine settimana parlavano di ben 10 milioni di copie vendute solo negli USA e in Gran Bretagna, una cifra stratosferica anche per la sorprendente J.K. Rowling. Cifra che è andata via via aumentando fino a toccare, complessivamente, il giorno successivo, 20 milioni di copie vendute, per arrivare a un totale di 72 milioni di copie nel mondo solo nel primo weekend, tanto da fare di questo romanzo il campione assoluto d’incassi nella storia della letteratura mondiale. Non c’è che dire: un bel segno d’affetto, e non solo, che i fan hanno voluto elargire alla loro autrice preferita.
Attualmente, si stima che il libro venga venduto in Gran Bretagna al vertiginoso ritmo di 20 copie al secondo, stracciando tutti i record del volume precedente – il già fortunatissimo Harry Potter e il Principe Mezzosangue –, il quale raggiunse una velocità di vendita di “sole”, si fa per dire, 13 copie al secondo. Harry Potter, dunque, mai come ora, è in forma smagliante. La smania collettiva che si è fino a oggi impadronita di milioni di lettori affezionati alle storie del maghetto è paragonabile a un vero e proprio plebiscito mondiale, un mobilitarsi senza precedenti di affezionati lettori.
Una “magia” che non conosce confini o leggi di mercato, e che stupisce per la sorprendente e inaspettata lotta ai ribassi che le librerie del Regno Unito stanno tutt’ora compiendo. Alcune hanno venduto il libro più atteso dell’anno a prezzi davvero, è il caso di dirlo, stracciati: soli 7.00 euro invece dei 27.00 di copertina. Neanche a dirlo, le copie sono andate esaurite in un batter d’occhio. Altra magia?
No, certo che no. Ma un trionfo, questo sì, per J.K. Rowling e la casa editrice Bloomsbury. Un trionfo in un momento in cui tanti fan già si domandano, con trepidante attesa, cosa accadrà “dopo”, e su che progetti si concentrerà la scrittrice più famosa del mondo.
Per ora, tuttavia, ci godiamo la lettura di questo ultimo capitolo della saga, e per chi fosse curioso, segnaliamo la brillante recensione apparsa sulle pagine di FantasyMagazine a firma di Chiara Codecà.
Harry Potter and the Deathly Hallows:
2 commenti
Aggiungi un commentoSono ben conscio che se J.K. Rowling vende 72 milioni di copie in un weekend questo non significa che uno scrittore sconosciuto ne venderà meno dei suoi libri; però non posso altresì far a meno di notare come questo sia davvero ingiustissimo. Capisco che Harry Potter interessa a tutti, ma un successo del genere supera veramente il parossismo isterico. Forse, la gente che ha aspettato 18 ore in fila per una misera copia di quel libro poteva mettersi una mano sulla coscienza e pensare che, all'interno di quella stessa libreria, c'erano decine e decine di scrittori che NON hanno venduto (e mai venderanno) 400 milioni di copie delle loro opere (che, chi lo sa, potrebbe essere anche più interessanti delle avventure del maghetto inglese, no?), soprattutto se si tratta di autori nostrani, vittime di un mercato editoriale totalmente esterofilo (a parte qualche caso sporadico come la Delos Books, l'unica a degnarsi di valorizzare i talenti della penisola con qualche buon concorso).
72 milioni di copie? : Wow! :
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