Presentare Milena Debenedetti non è un compito facile, non solo perché è un’autrice a tutto tondo con tanto di curriculum chilometrico da far impallidire chiunque (autore straniero o italiano che sia, di qualsiasi genere si stia parlando), ma anche – e soprattutto – perché è una delle autrici di punta nel panorama fantasy italiano di oggi. E sebbene all’attivo abbia solo un romanzo pubblicato, Il Dominio della Regola (edito nel 2006 dalla Delos Books), questo ha il notevole pregio di essersi da subito fatto notare come ogni buon caso letterario, tanto da meritare la vittoria al Premio Italia 2007.
Vi parliamo, insomma, di un’autrice di qualità. Una vera e propria punta di diamante per la narrativa nostrana, che tanto ci piace leggere e rileggere. Prima tuttavia di lasciarvi alla nostra intervista, vi ricordiamo i link agli estratti e alla recensione dedicati a Il Dominio della Regola.
Qui la recensione, a firma di Fulvio Zorzer e del sottoscritto:
http://www.fantasymagazine.it/libri/6089/
Mentre qui l’anteprima al primo fortunato romanzo di Milena Debenedetti, dove potrete leggerne un estratto:
http://www.fantasymagazine.it/anteprime/5637/
E ora, l’intervista all’autrice.
Bentrovata fra le pagine di FantasyMagazine, Milena. La prima domanda che vogliamo farti è questa: quali sono stati i tuoi inizi come autrice? Quando hai deciso di voler scrivere seriamente? E perché proprio letteratura fantastica in ogni sua espressione?
Letteratura fantastica… be', mi è sempre piaciuto soprattutto immaginare storie, e trovo che una ambientazione non realistica offra un sacco di possibilità in più, sia per gli scenari, sia per le vicende, sia per lepsicologie e tipologie di personaggi. Non ho in mente un momento preciso in cui io abbia deciso di voler scrivere. Praticamente, da quando ho iniziato a leggere o giù di lì, diciamo dai nove o dieci anni, ho iniziato anche a scarabocchiare quadernetti di diari e pensierini. Ricordo, all'incirca nella stessa epoca, un tentativo di romanzo scritto a matita, potrei definirlo thriller avventuroso, su una famiglia che si perdeva nel bosco. Poi un altro abbozzo di storia in ambiente medioevale, poi a diciotto anni, dopo breve parentesi "poetica", un romanzo di fantapolitica femminista, questa volta purtroppo portato a termine. Una pizza, un mattone indigeribile pieno di proclami. Giustamente è rimasto nei cassetti.
Per un bel po' ho proseguito a buttar giu' romanzi, visto che preferivo scrivere storie lunghe e articolate. Ma avevo poco tempo da dedicare alla mia passione, c'erano il lavoro, la famiglia, e avevo ancor meno tempo per darmi da fare a spedire manoscritti e cercare spazi di pubblicazione. Non era il periodo storico per sfondare subito con quel genere di cose, c'erano pochi mezzi per farsi notare, così a malincuore mi decisi a seguire i consigli di chi mi suggeriva di provare con i racconti: meno impegno, almeno come tempi di stesura, più possibilità, da fanzine a concorsi. E lì mi andò decisamente meglio.
Poi, subito dopo, l'avvento di Internet fu la vera rivoluzione, che diede
modo anche ai timidi come me (e con poco tempo materiale a disposizione) di interagire con gli ambienti collegati alle proprie passioni. I primi racconti infatti li pubblicai in rete.
Sappiamo della tua ampia produzione di racconti sia fantascientifici sia fantasy, produzione premiata in numerosi concorsi. Dicci, per quale delle due correnti fantastiche ti senti maggiormente portata? Fantascienza? Fantasy? Senti di preferire un genere letterario all'altro? E quale è più complesso da affrontare?
Di getto direi senz'altro di preferire la fantascienza, ma in realtà non ècosì semplice e non sarebbe una risposta corretta. Voglio dire, ho iniziato con quella, sia da lettrice sia da scrittrice, leggendo fin da bambina gli Urania della collezione di mio padre.
Mi sono avvicinata al fantasy più tardi, grazie ad alcuni colleghi appassionati che me lo hanno fatto conoscere. Ho provato a scriverne, ho avuto buoni risultati, ma poco alla volta frequentando siti, convegni e forum sono venuta a contatto con una complessità di idee, teorie,
classificazioni e opinioni che nella mia povera testolina neanche immaginavo. Voglio dire, io non sento tutto questo bisogno di catalogare e incasellare a ogni costo, ma per molta gente pare sia importantissimo, così come è fondamentale operare dei distinguo e stabilire a priori cosa sia fantascienza, cosa fantasy, cosa horror, thriller eccetera.
C'è chi come me legge il fantastico in genere, cercando evasione, e/o riflessione, o semplicemente belle storie, ma c'è chi non si avvicinerebbe neanche con pinze molto lunghe a un testo che non appartenga al sottogenere o categoria da lui prediletto. Quando mi permisi di affermare, in contesto fantascientifico, che mi pareva strano trovare tanta diffidenza e chiusura in chi, per definizione, dovrebbe avere la mente più aperta di tutti (aperta al futuro, aperta a nuovi mondi, nuove società, nuove specie intelligenti…) poco mancò che mi lapidassero via email!
Diciamo che io leggo, e quando posso e riesco, scrivo, storie di ambientazione fantastica. Le classificazioni le lascio ad altri, forse posso solo dire di non amare gli estremi, come la fantascienza troppo hard, specie se privilegia le teorie e il contesto all'aspetto propriamente
narrativo, o il fantasy troppo canonico, ma di preferire gli ibridi. In questo ambito, posso dire che il libro più emozionante per me in assoluto è stato il primo Dune. Che ha molti spunti che paiono fantasy, ma si può anche ritenere a buon diritto fantascienza.
Per me il genere è solo un mezzo a cui ricorrere per veicolare idee (magari non direttamente, o viene fuori un trattato pallosetto), raccontare storie, creare ambienti e personaggi. L'importante è scegliere il mezzo giusto, caso per caso, per quello che si intende esprimere. A volte è meglio il treno, a volte la bicicletta.
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